"Pertanto, con il potere a me conferito, la condanno a 17 anni di reclusione" esclamò il giudice battendo subito dopo quel suo martelletto ponendo fine all'udienza
Finalmente.
"17 anni...." mormora Michelle incredula e tra le lacrime
"Congratulazioni amore" le sorride Oliver emozionato più di lei
Aveva vinto. Ora è finalmente libera.
Com'era possibile? Ci erano voluti ben 2 giorni, ma nulla in confronto a quello che aveva dovuto passare lei in tutta la sua vita a causa di quel mostro.
Due giorni fa ho chiesto a Michelle di andare a casa sua, da suo padre, e di filmare le varie aggressioni, dopo aveva nascosto un microfono nello studio di quel mostro collegato al computer di Abram che ha registrato ogni sua conversazione.
Mio padre per fortuna ha molti aggancia con i suoi amici poliziotti, così è riuscito a far arrivare quel video dritto nelle mani del giudice Moore, un'uomo che non ammetteva corruzioni ne altro. Il giorno dell'udienza c'erano tutti, Michelle ci aveva chiesto supporto che nessuno le avrebbe mai negato.
Quel video era riuscito ad incastrare suo padre, e grazie alle registrazioni di Abram avevamo scoperto di molti affari loschi nella sua azienda che erano serviti per condannare quell'uomo a ben 17 anni di prigione. A quanto pare non era poi tanto intoccabile.
"Sei libera" mormoro stringendo forte Michelle tra le mie braccia
"Grazie Kay, grazie, grazie, grazie" continua a ripetere tra le lacrime e con un sorriso enorme
"Io non ho fatto nulla" scuoto la testa "è stato tutto possibile grazie a mio padre" scrollo le spalle e subito Michelle abbraccia grata anche mio padreI giorni, dalla mia rottura con Colin, se così possiamo chiamarla, iniziarono a scorrere così lentamente che 3 giorni sembrarono un'eternità.
Austin mi aveva tempestato la segreteria telefonica di messaggi, cercava delle strategie per farci tornare insieme e il più citava frasi d'amore di film per convincermi a chiamare il suo amico.
Dopo l'episodio in mensa, io e Colin ci siamo completamente ignorati, abbiamo mangiato a tavoli separati a mensa, non incrociavamo gli sguardi nei corridoi e io la sera preferivo restare a casa utilizzando la scusa del raffreddore con gli altri pur di non doverlo vedere.
Il giorno dopo l'udienza, Gabriel, come ogni mattina, passò a prendere prima Rachel e me per poi andare a scuola. Ma tanto per non cambiare, il suo pick-up si spense proprio fuori l'ingresso della scuola iniziando a cacciare fumo dal cofano.
"Cazzo" tossisco ancora un po' stordita sedendomi sul muro davanti l'ingresso della scuola seguita da Rachel
"Lo odio proprio quel pick-up" sbuffa lei appoggiandosi fra le mie gambe con le braccia incrociate al petto
"Non capisco perchè non lo cambia, suo padre insiste tanto per comprargli una nuova auto, ma lui è irremovibile" mi stranisco osservando Gabriel parlare con il signore del carroattrezzi che era appena arrivato per prelevare l'auto.
Rachel guarda il suo ragazzo per poi accennare un debole sorriso e voltarsi verso di me
"Non insistere, non lo cambierà tanto facilmente" esclama
"Cosa nascondete" la guardo maliziosa "per caso è lì che avete fatto sesso per la prima volta?" Domando curiosa
Sentiamo improvvisamente Gabriel alzare la voce con quel tipo e lo guardiamo colte alla sprovvista per un secondo prima di ritrovarci a ridere come due matte.
"Vuoi sapere perchè Gabriel non vuole comprare una nuova auto nonostante il suo pick-up sia completamente andato?" Mi domanda Rachel con un sorriso dolce e io annuisco curiosa "Dice che è grazie a quel pick-up che vi siete conosciuti" esclama e io la guardo confusa ed incredula "Ricordi?" Sorride nostalgica "Con quel pick-up rotto e trasandato abbiamo fatto il nostro primo viaggio insieme, andavamo al drive-in sistemando le coperte e i cuscini dietro dove ci stendevamo tutti e tre. Con quello siamo andati al campeggio, è stato con quello che Gabriel ti ha insegnato a guidare." Spiega e io sento una strana sensazione di emozione ma anche tristezza
"È a causa mia allora?" Domando cauta e molto sorpresa
Lei annuisce per poi accarezzarmi il viso come farebbe una mamma protettiva.
"Gabriel dice che quel vecchio pick-up, ormai tutto trasandato e in pessime condizioni, è l'unico ricordo materiale che può associare a te quando non ci sarai più" afferma e io guardo il mio migliore amico mentre, con fare ansioso, osservava la sua vettura andare via con il carroattrezzi "Dai su, andiamo" mi fa segno Rachel una volta iniziate le lezioni
Annuisco ancora un po' stordita per le sue parole e salto giù da quel muretto mentre la campanella suonava forte per tutta la scuola e fuori
"È ora?" Domanda Gabriel afferrando lo zaino
"Si" annuisce Rachel camminando davanti
Affianco Gab e lui alza gli occhi al cielo in modo teatrale
"Non iniziare neanche Kaylee, non cambierò macchina solo perch-" stava dicendo
Mi alzo sulle punte e gli stampo un bacio sulla guancia per poi abbracciarlo lasciandolo sorpreso
Non è da me tutta questa dimostrazione d'affetto improvvisa.
"Grazie" mormoro felice
Lo sento sorridere e rilassa i muscoli, mi stringe forte a se e mi lascia un bacio fra i capelli essendo più alto di me.
Una volta arrivati nei corridoi Rachel, da brava studentessa modello, ci lascia per raggiungere il consiglio studentesco. Gabriel insiste per portarmi i libri e così ci dirigiamo verso il mio armadietto
"Che palle, ho biologia" sbuffo osservando la griglia delle materie
"Posso essere sincero?" Domanda improvvisamente e io lo guardo distrattamente mentre prendo i miei libri
"Sempre" annuisco
"Perchè insisti tanto sulla scuola? Capisco che ti piaccia, ma studi molto per avere voti alti e ti fai in quattro ogni volta..." mormora pentendosene subito dopo
"Sinceramente? Bella domanda, ma non lo so neanche io, so solo che questa normalità mi fa bene" scrollo le spalle tranquilla
"Oggi abbiamo palestra insieme, ti farò provare il football, quello si che ti farà sentire bene" mi fa l'occhiolino afferrando i miei libri mentre io portavo il fascicolo con gli appunti di biologia
"Vuoi vedermi morta prima del previsto?" Rido divertita
"Prometto che non ti farò stancare" annuisce ovvio
Ridacchio svoltando poi l'angolo delle scale, iniziamo a salire e stranamente quel giorno mi sentivo più debole del previsto, anche un solo piano di scale mi stava sfinendo e la cosa mi metteva un po' d'agitazione. Non era di certo normale.
"Non correte per le scale" rimprovera Gab a un gruppo di prima che stava giocando a rincorrersi lungo le gradinate
Improvvisamente un ragazzo mi urta facendo cadere i fascicoli dalle mani e facendomi perdere appena l'equilibrio.
"Cazzo" impreco appena socchiudendo gli occhi
Due mani mi afferrano da dietro e io sgrano gli occhi a quel tocco. Com'era possibile che avessi riconosciuto di chi fossero? Il suo tocco è sempre così deciso e caldo che mi fa venire la pelle d'oca.
"Kaylee" mi chiama preoccupato Gab sgranando gli occhi
"Stai bene?" Domanda Colin alle mie spalle continuando a reggermi per la vita
Mi beo del suo profumo che mi era mancato come l'aria e annuisco lentamente non trovando la voce per parlare. Mi rimetto in piedi sulle mie gambe e mi volto per guardare quei suoi occhi così limpidi e spettacolari.
"Grazie" mormoro appena
Era da 5 giorni che non avevo un contatto così ravvicinato con lui, e cazzo, mi era mancato terribilmente.
"Hai mangiato?" Domanda poi sistemandosi lo zaino in spalla
"C-come?" Mi acciglio sorpresa
"Sei pallida e senza forze, si vede lontano un miglio" esclama cercando di restare vago
"Sto bene" annuisco
Lui annuisce per poi piegarsi sul pavimento e raccogliere il mio fascicolo di biologia, quando si rialza lo passa a Gabriel e mi fa un cenno con il mento prima di superarci e andare via
Solo quando non lo vidi più lungo le scale tornai a respirare regolarmente e il mio cuore a battere.
Era sempre bellissimo, con i jeans chiari e la t-shirt bianca accompagnata dalla camicia legata in vita, le jordan al piede e il berretto di lana fra i capelli spettinati.
"Kaylee..." mi richiama Gab e io lo guardo di scatto non accorgendomi di essermi imbambolata a guardare il punto esatto dov'era scomparso Colin "stai piangendo" mormora
"C-cosa" mi porto le mani sul viso e mi asciugo gli occhi con una risata amara "Questa maledetta allergia" ridacchio afferrando poi i miei libri dalle sue mani e lasciargli un bacio sulla guancia "Grazie Gab, ora va in classe" scrollo le spalle fingendomi tranquilla
Era dura, non credevo mi sarebbe mancato così tanto, era una totale agonia senza di lui. La mia vita sembrava vuota, grigia, mi mancava il respiro e rivederlo è stato come rivedere la luce per pochi secondi.
Ma va bene così, se gli avessi permesso troppo di avvicinarsi a me dopo avrebbe sofferto per la mia scomparsa, e io voglio proteggerlo da questa crudele realtà.