Mi trovavo ancora sul divano a testa bassa con il viso in fiamme dall'imbarazzo mentre continuavo a cercare di non incrociare lo sguardo con Nicola.
Ma all'improvviso sentii suonare il campanello di casa:
<<Vado io! >>, urlai per farmi sentire da mio fratello e anche per scappare da quella situazione.
Aprii la porta. Occhi verde fogna mi scavarono lo sguardo.
<<Salve, figlio>>. Un uomo alto in giacca e cravatta, con occhiali a mezzaluna, una bombetta e guanti eleganti si trovava rigido sul ciglio della porta d'ingresso di casa mia. Lo riconobbi subito. Era mio padre.
<<Non pensavo tornassi, vecchio>>, sentii dire da dietro le spalle. Menomale che era arrivato anche il mio fratellone.
<<Oh, non mi pare molto decoroso appellare così tuo padre>>,
<<E a me non pare "molto decoroso" apparire a cazzo a casa dei tuoi "figli">>, sputò acido Mattia. Nostro padre affilò lo sguardo.
<<Fatti da parte, disgrazia. So che ti sei già rifiutato di ereditare la linea di moda. Io sono qui per Federico>>, disse amaro.
<<Che vuoi?>>, chiesi seccato dalla situazione. Il signore ridacchiò.
<<Che tu prenda il mio posto come capo della linea di moda della nostra famiglia: la Cheshire>>, disse orgoglioso.
<<Mi rifiuto>>, dissi intento a chiuderli la porta in faccia la quale fu bloccata dalla punta della sua stupida scarpa.
<<Non ti azzardare a trattare così tuo padre.>>, sibilò.
Nicola non aveva un buon presentimento: era come se ci fosse un'aurea quasi 'demoniaca' attorno a quel signore.
<<Verrai con me in Francia a Parigi e prenderai la linea di moda!>>, continuò sistemandosi la giacca.
<<No!>>, ribattei stringendo i pugni.
<<Non puoi obbligarmi a tornare alla villa "De Chat" solo per i tuoi affari! Non puoi usarmi come un oggetto! Sono sempre tuo figlio!>>, urlai con le lacrime pronte a scendere e allagare tutta la stanza.
<<E invece sì>>, disse freddo senza nemmeno guardarmi negli occhi. Stava esagerando. Alzai lo sguardo pietoso con le lacrime che già vagavano sulle mie guance.
<<Ti ho già ristrutturato la stanza e ti ho trovato una moglie>>, continuò sempre senza guardarmi. 'Fifone'.
<<Papà...>>, iniziai.
<<Io sono gay>>, ridacchiai aprendo le braccia.
<<Cosa?!>>, urlò mio padre che finalmente si decise a guardarmi.
<<Sei un disonore per la famiglia De Lucis!>>, continuò. Chiaramente si stava contendendo. Vedevo la sua mano tremare dalla voglia di picchiarmi.
<<Se è per questo, 'Padre', io sono bisessuale>>, disse mio fratello poggiando una mano sulla mia spalla per darmi conforto.
<<Non è possibile>>, ridacchiò indietreggiando tenendosi la testa con le mani.
<<Dovete andare da un dottore>>, <<Dove è che ho sbagliato?!>>.
Stava impazzendo.
<<Su andate in macchina!>>
<<Vi porto da uno psicologo così che vi possano togliere questa malattia>>, continuò.
<<Lo vedi come tratti i tuoi figli? Vattene da casa nostra!>>disse Mattia al limite della sua pazienza.
<<Esci o chiamo la polizia!>>, continuò urlando.
Io intanto piangevo. Ma perché piangevo sempre? Nicola mi abbracciò forte dicendo di calmarmi e che non fosse successo nulla ma io continuavo a far scendere quei cristalli dagli occhi.
<<E quello chi è? Il tuo 'ragazzo'?>>, chiese schifato mio padre.
<<Sì, e allora?>>, lo fulminò con lo sguardo.
Un fulmine mi attraversò la schiena.
<<Che schifo.>>, sputò.
Mio fratello prese la katana e la poggiò sulla spalla di quell'uomo.
<<O te ne vai o quella testa di cazzo che ti ritrovi non starà più sul tuo collo>>, lo minacciò Mattia. "Occhi gialli?" si domandò Nicola confuso.
<<Va bene, me ne vado... Froci di merda>>, uscì bisbigliando l'ultima frase
Mio fratello chiuse la porta e corse ad abbracciarmi spostandomi Nicola da dosso.
<<Tranquillo Fede, è tutto passato adesso>>. disse con voce tremolante, stava anche lui per piangere. Anche se non lo sembra è molto sensibile.
<<G-grazie>>, singhiozzai stringendolo di più a me.
<<Ti prendo dell'acqua?>>, chiese Nicola preoccupato ma ancora confuso dalla vista di prima.
<<S-sì...Grazie>>, dissi tra un singhiozzo e l'altro.
Andò in cucina a prendermi il bicchiere.
<<Pensi lo abbia notato?>>,
<<Sì, hai visto come è corso in cucina? Di sicuro ha visto i tuoi occhi>>,
<<Cazzo>>,
<<Tranquillo, gli sarà sembrata solo un'allucinazione. Sai come sono loro>>.
<<Tieni>>, disse porgendomi il bicchiere un po' tremolante.
<<Grazie>>, risposi.
<<Ti prego, non te ne andare>>, dissi a Nicola con voce tremolante.
<<Tranquillo Gattino>>, disse abbracciandomi forte, anche se un po' esitante.
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letters {strecico}
Fanfiction↷{IN REVISIONE-NON ANCORA COMPLETA}↶ ⇢PER CHI MAGARI L'HA LETTA DA TEMPO (cioè ha letto i capitoli quando sono usciti o un anno più tardi) POTREBBERO NON CAPIRE I PROSSIMI CAPITOLI QUINDI RILEGGETELA APPENA FINISCO LA REVISIONE. GRAZIE.⇠ Federico (S...