Innamorato... Di Lui?

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Andammo giù a mangiare e appena finimmo mi avvicinai al rosso.
<<Nicola mi diresti dove sono i miei vestiti?>>, chiesi io dandoli dei piccoli colpetti sulla spalla.
<<Stanno a lavare>>, disse lui mentre prese il suo piatto per metterlo nel lavandino.
<<Eh?!E io come torno a casa messo così?! >>, sbraitai.
<<Non ci torni, problema risolto>>, rispose mentre sparecchiava.
<<Ma non posso indossare i tuoi?>>, chiesi.
<<Vedi la maglia?>>, chiese lui
Io guardai la maglia e rialzai lo sguardo.
<<È larghissima quindi di conseguenza anche i pantaloni ti staranno enormi>>, disse facendo spallucce.
<<E va bene, per quanto devo stare qui?>>, chiesi incrociando le braccia.
<<Circa altri 2 o 3 giorni>>, rispose incamminandosi verso il divano.
<<Cosa?!>>,urlai.
<<Uso il porgeranno 5: il più economico ma anche il più lungo>>, rispose.
<<Ma non posso!>>, sbottai.
<<E invece sì>>, rispose.
<<Allora, come passiamo il pomeriggio?>>, chiese lui ormai steso sul divano.
<<Non so>>, risposi facendo spallucce.
<<Scopiamo?>>, chiese lui guardandomi le cosce con fare malizioso.
<<Ma sei coglione?!>>, urlai io coprendomi la faccia. Strano, non avevo mai avuto una reazione del genere: di solito se me lo chiedevano facevo i miei occhi seducenti e la prima camera andava bene.
<<Perchè? Non l'hai mai fatto?>>, chiese divertito.
<<È ovvio che l'ho già fatto! Se no come avrei scoperto di essere gay senza provare?>>, risposi.
<<Comunque stavo scherzando>>, disse lui ridacchiando.
<<Vuoi vedere qualcosa alla tv?>>, chiese lui prendendo il telecomando.
<<Va bene, però mi dovresti fare un pò di spazio>>, risposi.
<<Puoi sederti sul pouf>>, disse lui indicando il pouf alla sua destra.
<<Grazie>>, risposi sbuffando.
Accese la tv e la prima cosa che notai fu un sito illegale per guardare cose sconce.
<<Qualche dichiarazione da fare signor Tobbi?>>, chiesi io guardandolo con occhi lussuriosi.
<<Niente, non ho voglia di guardare la TV facciamo qualcos'altro>>, rispose lui cercando di non incrociare il mio sguardo.
<<Va bene, hai qualche gioco da tavolo?>>, chiesi io.
<<Sì, ne dovrei avere qualcuno ma sono noiosi>>, rispose
<<Quali hai?>>chiesi
<<Risiko, tombola, anche se tombola si dovrebbe giocare nelle festività, scopa e infine ho le carte da gioco francesi>>, rispose lui.
<<Giochiamo a Risiko?>>,propose lui.
<<Faccio abbastanza schifo ma va bene>>, risposi.
<<Apsetta che vado a prendere il gioco>>, disse lui alzandosi.
Appena ritornò, posò il gioco sul tavolo aprendolo e lo sistemammo. Ero stupito dalla sua delicatezza: "magari è così anche a letto", pensai per poi scuotere la testa.
<<Da quando hai le mani delicate?>>, chiesi io nemmeno pensando alla domanda appena fatta.
<<Sono nato così>>, rispose.
<<Bene che colore vuoi? Io prendo le armate rosse!>>, mi chiese prendendo le armate rosse.
<<Io prendo quelle viola>>, dissi avvicinandomi allo scatolone del gioco prendendole.
<<Perfetto, quanti carriarmati bisogna prendere quando si gioca in 2?>>, chiesi io.
<<Aspetta che controllo>>, rispose prendendo il fogliettino delle regole.
<<Qui dice che ce ne vogliono sempre 30>>, continuò poggiando il manuale.
<<Ok>>, risposi io iniziando a prendere le armate. Appena finimmo di sistemare le armate, Nicola mi diede il mio obbiettivo
<<Usiamo i jolly nelle carte territorio?>>, mi chiese lui.
<<Nah>>, risposi.
Presi la mia carta obbiettivo e c'era scritto:"distruggi le armate rosse". Non vincerò mai ne sono sicuro.
<<Bene, tiriamo i dadi e vediamo quale dei due deve iniziare>>, disse passandomi un dado blu.
<<Cazzo! Ho fatto 3>>, dissi io sbuffando
<<Ha Ha! Io ho fatto 6!>>, disse lui saltellando sul posto.
<<Hai consegnato le carte territorio?>>, chiesi io.
<<No?>>, mi diede in risposta.
<<Che coglione, muoviti a distribuirle>>, dissi io mettendomi un mano sulla fronte.
Distribuì le 10 carte territorio ed iniziammo a posizionarle, io ottenni: Mongolia, Cina, Africa del Nord, India, Siam, Venezuela, Australia Occidentale, Congo, Alberta, Perù e Quebec. Invece, Nicola ottenne: Africa Orientale, Argentina, Medio Oriente, Ucraina, Islanda, Giappone, Egitto, Gran Bretagna, Brasile e Stati Unti Orientali.
<<Prefetto, adesso possiamo iniziare>>, dissi io mettendo le carte territorio in fondo al rispettivo mazzo.
<<Ovvio>>, rispose facendo la stessa cosa.
<<Bene inizio io>>, continuò lui.
<<Allora, iniziamo ad attaccarti!>>, disse lui ridendo maleficamente mentre prendeva i dadi rossi e mi passava quelli blu.
<<Sì, ok ma da dove?>>, chiesi io iniziando a scuotere i dadi nel pugno.
<<Dall'Egitto all'Africa del Nord! >>, rispose.
Io mi trovai in seria difficoltà: avevo solo 2 armate lì quindi presi 2 dadi al posto di 3, mentre lui, ne prese 3 perchè mise 4 armate lì.
<<Bene, bene, bene>>, disse guardando il suo tiro, erano tutti dei 6. Più fortunato di così non si può essere!
<<Tocca a te gattino>>, mi disse guardandomi con aria di sfida. Era ovvio, non potevo superarlo come numero!
<<Che palle! Sei un barone!>>, dissi io infuriato stendendomi sulla sedia mettendomi le mani fra i capelli per il mio risultato penoso formato da un 1 e un 2.
<<Adesso togli le tue armate di mezzo perchè devo mettere le mie che sono di gran lunga migliori>>, disse lui facendo una voce super antipatica al suono.
<<E va bene>>, mi rassegnai io togliendo le mie armate mentre Cico le rimpiazzava con le sue.
<<E adesso che farai micetto?>>, chiese Nicola mettendosi le mani sui fianchi.
<<Ti attacco!>>, risposi convinto.
<<Va bene, va bene, ma da dove?>>, chiese lui.
<<Dalla Mongolia al Giappone>>, risposi.
<<Va bene>>, rispose lui tranquillo.
<<Tieni>>, dissi passandoli i dadi blu.
Io avevo un problema, non distributivo bene le armate, mentre Nicola, riusciva perfettamente.
<<Ha ha!>>, dissi io provocandolo
Avevo fatto un punteggio di  5, 6 e 4 era impossibile che lui facesse tutti e tre 6! Lui ridacchiò
<<Sono troppo fortunato in confronto a te>>, continuò.
Passò il tempo e nel passare del tempo Nicola riusciva a battermi sempre. Finimmo di giocare perchè Nicola vinse per colpa del suo obiettivo:"distruggi le armate viola".
<<Bene, chi vince riordina>>, dissi io andandomene verso camera di Nicola.

<<Eccomi!>>, disse lui dopo qualche minuto appoggiandosi alla soglia della porta.
<<Hai messo tutto a posto?>>, chiesi io.
<<Ovvio gattino>>, rispose avvicinandosi.
<<Penso proprio sia arrivato il momento di andare>>, dissi io allontanandomi.
<<Vuoi uscire con quella?>>, mi chiese indicando la sua maglia che indossavo.
<<Sì, perchè? Sei per caso geloso che altre persone possano guardarmi?>>, chiesi io con occhi seducenti.
<<No, ma se qualcuno ti prende? Guarda che hai solo i boxer, coglione>>, rispose.
<<Non fa nulla! Tanto  adesso vado a prendermeli!>>, dissi.
Uscii dalla stanza e andai verso le scale.
Mi incamminai in cerca dei miei vestiti e quando li trovai, anche se bagnati, li indossai uscendo da casa sua.
Mi ero innamorato...di lui?
Sì, mi ero innamorato di lui.
Camminavo e camminavo finchè non iniziò a piovere quindi mi alzai il cappuccio della felpa, continuai a camminare e mi inzuppai ancora di più.
<<Federico De Lucis? >> , chiese una voce roca proveniente dalla strada. Io mi giarai e notai la macchina nera con sopra il simbolo di un gatto. Iniziai ad agitarmi e a correre il più velocemente possibile mentre la macchina mi inseguiva a tutta velocità finchè non ebbi più forze per correre e caddi a terra svenuto.

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