CAPITOLO: 15

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Apro gli occhi e sono sola, affianco a me non c'è Hector.

Giro un po per la casa non sapendo bene cosa fare. Decido così di dare una ripulita a questo posto. Inizio con il raccogliere i vestiti e a piegarli. Prendo i vestiti sporchi e li butto all' interno della lavatrice dopodiché l'aziono. Con una pezza pulisco ogni mobile e poi con l'aiuto della aspirapolvere pulisco il pavimento delle stanze. Rifaccio tutti i letti. Spalanco le finestre. Lavo il bagno, e lavo il pavimento della cucina. Quando ho finito tutto mi butto a peso morto sul divano.

È l'una. Sento il mio stomaco brontolare. Fame.

Prendo una pentola, la riempio d'acqua e la metto sul fuoco.

Aspetto che l'acqua bolli per poter buttare giù la pasta.

I miei pensieri svolazzano alla festa di Halloween. L'unica cosa che ricordo è la sensazione strana che ho provato stando con Dylan. Non so per quale cazzo di motivo quel ragazzo riusciva a farmi diventare deficente. Con lui era diverso. Provavo rabbia ma allo stesso tempo attrazione.

<< Esme!>> i ragazzi erano entrati in casa.

<< Cosa cucini?>> chiede Chris

<< Pasta con il pesto>>

<< Buona. Quanto manca? Ho fame>>

<< Cinque minuti ed è pronto Chris>>

Hector prepara la tavola.

Tray è incollato al televisore.

Quando metto i piatti in tavola si catapultato sul piatto. Mangiano come se fosse da anni che non toccano cibo.

<< Buonissima. Non ti facevo così brava a cucinare>>

<< Tray, non è difficile cucinare>>

<< Lo so. Però bisogna essere capaci per non mandar a fuoco la casa. E se tu non hai nemmeno bruciato una pentola, allora sei brava>> fa l'occhiolino.

Rimaniamo a ridere e scherzare per tutto il pomeriggio. Alla sera decidiamo di uscire.

Entriamo in un bar della periferia. Ci siamo già venuti un paio di volte. Loro come al solito conoscono tutti, e quei "tutti" sanno chi sono mentre io non riconosco nemmeno le loro faccie.

Beviamo e ci divertiamo. Parte un remix di una canzone che avevo già sentito. Mi alzo dalla sedia e vado al bancone chiedendo alla tipa di alzare il volume. Fa come le ho detto. La musica è bellissima e io mi lascio trasportare. Grazie al alcol non ho imbarazzo di ballare davanti ai miei amici e alla maggior parte di uomuni che mi fissavano in quel locale.

Ondeggio i fianchi, muovo anche le braccia. Vado a ritmo di musica. Sento lo sguardo di Hector addosso.

<< Meraviglia vuoi danzare su qualcos'altro? >> mi chiede un uomo sua quarantina d'anni sorridendomi maliziosamente. Lo fisso.

<< No, sono già impegnata>> e scoppio a ridere. Cammino verso il tavolo dove sono ancora seduti i miei amici che mi guardando non capendo le mie intenzioni.

<< Ragazzi andiamo da qualche parte? >> chiedo con il muso da cane bastonato.

<< Sei ubriaca?>>

<< Avevo solo voglia di ballare, mi piaceva quella canzone>>  si guardano rimandando in silenzio. Si alzano tutti e tre.

Pagano al bancone. E mi dicono un andiamo.

Causa d'effetto (in fase di correzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora