Breath

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CHAPTER TWO.

BREATH.

Quella di oggi non era affatto una bella giornata, proprio no.

Il cielo era ricoperto di nuvole grigie e qualche tuono faceva la sua comparsa.

Mi ero alzata molto presto, per riuscire a prendere l'autobus, che quasi ogni mattina perdevo sempre.

Che giornata di merda.

Odiavo ogni cosa di questa città, soprattutto il tempo.

Non vedevo l'ora che questo anno finisse molto presto, ero stanca di stare qui.

Presto me ne andrò in un posto lontano. Via da tutto e tutti.

Scesi nella fermata successiva che mi lasciò di fronte la mia scuola, un istituto d'arte.

I miei genitori, soprattutto mio padre, aveva lasciato a me il dono del disegno; non per vantarmi, ma ero veramente brava. Avrei voluto che i miei avessero visto tutti i miei progressi, ma non era andata così...

Mi incamminai verso la scuola, dove potei già intravedere ragazzi e le ragazze che aspettavano di entrare. Certo, c'erano anche i ragazzi a cui non fregava un cazzo di tutto ciò...ma io me ne stavo quasi sempre alla larga. Odiavo tutti in questa fottuta scuola.

Mi poggiai ad un muretto e accesi la mia sigaretta, se mia nonna avesse saputo che io avevo iniziato a fumare, mi sarei ritrovata nella merda più completa. Ma per mia grande fortuna  non aveva scoperto niente, non volevo farla preoccupare.

Mentre finì di fumare notai che ormai tutto il cortile si era svuotato, ero l'unica seduta in quel muretto.

Bene, ero sola. Fantastico.

Buttai la mia Diana per terra e la schiaccia con il piede, recandomi poco dopo in classe.

****

Sei ore, ed ero completamente distrutta.

Tutti i professori avevano deciso di fare una bella verifica a sorpresa, proprio una sfiga.

Mi incamminai verso casa mia mentre mi infilai gli auricolari all'interno delle orecchie, ascoltando Say something di Cristina Aguilera.
Il vento era leggero, ma il cielo era sempre nuvoloso.

Tirai un calcio al sassolino che trovai nella mia strada mentre sentii una goccia bagnarmi la fronte.

Dannazione, si stava mettendo a piovere.

Così mi misi a correre il più veloce possibile mentre la pioggia cominciava ad aumentare.

Perchè diavolo non avevo portato un ombrello!?

Casa mia era ancora lontana, quindi cercai di ripararmi dentro il bosco.

Lì c'era una piccola casa, se non sbaglio. Mi portavano sempre i miei genitori.

Corsi ancora finché non la trovai.

Aprì velocemente la porta ed entrai.

Buttai un sospiro e la prima cosa che sentì fu l'odore di legno bagnato e di muffa.

Feci un smorfia e mi rannicchiai per terra, aspettando che la pioggia cessasse.

La casa era piccola è molto rovinata, tutto era di legno. Ogni cosa. Ed era mezza vuota. Anzi, c'erano alcuni pezzi di scarto di cibo. Una cosa disgustosa.

Non sapevo che qui dentro ci abitassero...

Aveva quasi smesso di piovere e mi alzai da terra, pulendomi i jeans.

Aprì di nuovo la porta e guardai fuori.

Okay, potevo andare.

Feci un passo in avanti, ma mi bloccai subito.

Restai inmmobile senza muovermi.

Ero lì, impalata.

Gli occhi spalancati e le mani tremanti.

Qualcuno aveva respirato.

Qualcuno aveva respirato sul mio collo.

Autrice:
Allora? Che ve ne pare? Questo è molto più lungo. Ho visto che già in molti avete visualizzato la storia. Grazie mille.
E grazie anche a chi l'ha commentata.
Alla prossima

RUN BABY RUN [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora