'Cause I'm tired of feeling alone

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CHAPTER SEVENTEEN.

'CAUSE I'M TIRED OF FEELING ALONE.

"Tu voli, io sono incatenato in terra. Tu vivi, io sono già morto."

Harry

Sbattei la porta di casa tanto forte da far vibrare le pareti all'interno dell'appartamento. Lanciai le chiavi e il giubbotto contro il muro, buttai le sigarette e il cellulare sul divano.

Mi appoggiai al tavolo della cucina.
Era da quando Samantha era scappata via che cercavo di contenere la mia fottuta rabbia.

Era scappata senza dire nulla, lasciandomi solo, quando gli avevo chiesto di restare.

Che fottuta stronza.

Nell'istante stesso in cui avevo fatto sfiorare le nostre labbra, avevo perso completamente la testa.

Averla così stretta a me mi aveva trasmesso una sensazione così strana, indescrivibile.
Le nostre labbra si erano mosse con così tanta foga da smorzarmi il respiro.

Il desiderio che avevo provato per lei era così forte che avrei potuto prenderla proprio lì, contro il muro.

Volevo di più. Si.

Avevo sentito il battito frenetico del suo cuore sui polpastrelli e l'avevo baciata con tutto me stesso, ma non mi bastava. Quella ragazza non mi bastava mai.
Volevo scoprire altro di lei, anche se la maggior parte delle cose le sapevo già.

E ora non avrei più potuto fare almeno del sapore che concedevano le sue labbra, ma sapevo che non ci sarebbe mai stato niente fra di noi.

Quella ragazza era attraente, niente di più.

E poi sapeva troppo adesso.

Avrei dovuto allontanarla prima, invece come un fottuto coglione mi sono avvicinato ancora di più, fino a quando non cominciava a voler sapere...

Non poteva sapere. Nessuno poteva sapere.

Guardai l'orologio: mancava poco alle cinque. Mi stava salendo un gran mal di testa e avevo bisogno di qualcosa che mi aiutasse a distrarmi dalle labbra di quella ragazzina.

Dovevo smetterla di pensare ancora a quelle labbra e a quella pelle così morbida.
Mi alzai per prendere il cellulare dal divano e chiamai Louis.

"Ehi, Haz! Ho visto la brunetta uscire di corsa da casa tua, che hai fatto?" Chiese di fretta con tono scherzoso.

"Vai a farti fottere" sbottai più nervoso di prima andando in camera mia.

"Wow, che ostilità!" Scoppiò a ridere

Alzai gli occhi al celo, prima di sfilare la maglietta e mettermene un'altra bianca.

"Louis taci prima che ti possa spaccare la faccia" tuonai, "hai programmi per stasera?" chiesi.

"Niente di che, tu hai in mente qualcosa?"

Mi passai una mano sulla faccia. "Ho bisogno di sbronzarmi, chiama gli altri"
E attacchi subito dopo.

***

Samantha

Balzai a sedere ansimando, madida di sudore, con un grido rauco che mi moriva lentamente in gola.

Mi appoggiai alla testiera e respirai a fondo appena mi accorsi di essere nel mio letto.

Era da mesi che non faceva quel sogno.

RUN BABY RUN [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora