Yes but not

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CHAPTER TWENTY-FIVE

YES BUT NOT.

I miei occhi scorrevano sorpresi lungo il suo corpo.
Mentre lui continuava a guardarmi quasi in modo pauroso.
Il suo viso incorniciato da un cipiglio e la mascella serrata. Gli occhi stavano cambiando colore, diventando più scuri.

Le sue mani erano strette in due pugni.
Potevo vedere bene le nocche bianche.
Il suo corpo era rigido ed io non sapevo come comportarmi.

Come faceva ad essere lì? E soprattutto, aveva per caso origliato?
La cosa mi fece parecchio infuriare.

"Che cosa vuoi?" scattai con tono velenoso. Non riuscivo a tollerare che si fosse fatto gli affari miei.

Non poteva spuntare in camera mia in questo modo e pretendere di sapere con chi ero al telefono.

Ammisi che ero rimasta interdetta a causa di quella telefonata così dannatamente strana.

"Voglio solo che tu mi risponda!" sbottò ancora e sembrava che fosse ancora più agitato.

"Non lo so!" risposi io, ormai infastidita dalla sua insistenza.

"Non lo sai?" domandò interdetto. Fece un passo in più per poter leggere meglio dentro i miei occhi.

Sono un libro aperto per te.

"Si." dissi.

Lui mi guardò ancora per un attimo potei vedere nei suoi occhi un lume di preoccupazione.

"So soltanto che era un uomo..." confessai incapace di potergli mentire.
"Mi ha detto solamente di stare attenta, non so cosa intendesse" continuai.

Notai il cambiamento della sua reazione.
Poi non capì più nulla.

Un colpo al muro mi fece sobbalzare e indietreggiai velocemente.

Misi una mano sul petto per lo spavento, i miei occhi guardarono la scena.

Harry aveva dato un pugno sul muro e adesso stava ansimando furiosamente.
La sue nocche erano rosse e doloranti, ma la cosa che mi fece spaventare realmente era il suo viso.

Pura rabbia.

Lo guardai ancora senza sapere cosa fare, poi correndo tutti i rischi mi avvicinai lentamente e con cautela, cercando di non fare mosse azzardate.

Lo stomaco era in subbuglio ed io ero così preoccupata

"Harry..."sussurrai piano. Quasi non mi sentì pure io.

Lui non rispose, continuava a stare di spalle.

"Ti prego" lo supplicai ancora. Non volevo che si faccesse del male.
La cosa mi ferisce.

"Tu non capisci"e finalmente parlò. Ma la sua voce era distante, fredda.

Non ti riconosco più.

E poi mi ritornò in mente il sogno che avevo fatto. Quel buio che mi circondava e quella voce spaventosa a fare da protagonista.

Mi bloccai di colpo e smisi di pronunciare parole.
Quella voce era così vicina a me adesso.

Un singhiozzo mi scappò dalle labbra e lui si girò immediatamente.

Mi tappai la bocca con la mano e guardai dritto davanti a me.

Era lui.

Era lui.

Era lui.

Il cuore pompava così veloce che quasi sicuramente lo avrebbe sentito anche Harry.

RUN BABY RUN [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora