Blood

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CHAPTER FOUR.

BLOOD

I seguenti giorni non dormì molto bene. Ogni notte immagginavo ogni piccola cosa, ogni piccolo evento di quel sogno.

Il tocco di quel ragazzo, la sua voce roca e il suo ghigno imperterrito.

Ogni fottuta cosa. Non chiudevo occhio per la troppa paura e l'ansia saliva sempre di più.

Quella macchia rossastra che avevo sul collo l'avevo nascosta con una sciarpa, per fortuna nessuno ci fece caso. E i lividi nel braccio era coperti.

Mia nonna non sapeva niente ed era meglio così. Magari poteva pensare che fossi diventata matta. E magari lo ero anche.

La mattina mi alzavo tardi, visto le poche ore di sonno.

Sentivo come le sensazione che qualcuno mi guardasse. Mi spiasse.

Era una cosa così orribile.

Mi sentivo come se avessi il fiato sul collo. Come se quel ragazzo fossi qui. Accanto a me.

Stanno succedendo troppe cose strane ed io sono così impaurita.

Se raccontassi tutto mi chiuderebbero in un manicomio.

Passeggiai lungo le strade di Londra con il vento che mi scompigliava i capelli e la sigaretta fra le labbra.

Ispirai un pò e poi buttai fuori il fumo. Una sensazione così rilassante; ne avevo bisogno.

Il cielo era soleggiato, cosa rara qui a Londra, ma io non mi lamentavo affatto.

La gente qui era fredda, veramente. Non per offendere, ma tutti lo erano. Nessuno ti ascoltava. Se volevi qualche indicazione non ti degnavano mai di uno sguardo. Mi giravano i coglioni.

Ma Londra era una cittá magnifica.

Ogni cosa lo era. I suoi palazzi, le strade, i musei, i monumenti. Tutto. Una città bellissima.

Il mio posto preferito era quel bosco.

Non c'era un giorno in cui non correvo lì a rilassarmi. A stare sola con me stessa.

Pensare ai ricordi era doloroso, ma così non avevo paura di poterli scordare. Avevo paura di non poter più riuscire a ricordare com'erano i miei genitori. Il loro viso...

Nella mia vita passata avevo molte amiche, adesso ero sola e a me stava bene così.
Non ho mai preteso niente dalla vita. Tutto quello che poteva darmi lo accettavo, ma le amiche, quelle dovevi pensarci tu. Ed io non ne avevo bisogno. Ero così presa da altre cose piuttosto che farmi una vita sociale in mezzo a tutte quelle troie che girano per scuola. Sto bene da sola, me lo ripetevo spesso.

I miei genitori non sarebbero fieri di me. Questo no. Ma non potevo farci niente, era un mio pensiero.

Il sole stava per tramontare, ma non avevo tanta voglia di tornare a casa. Non avevo niente da fare e poi domani era anche sabato, quindi avevo la giornata libera.

Misi la mia borsa sulla spalla e mi incamminai con passo svelto verso il mio "rifugio".

Era meraglioso. La bellazza di quel bosco era anormale. Alberi altissimi circondavano tutta la zona. Piante di diverso tipo o genere. Tutto così magico.

Potevo sentire la natura ed era una cosa così strana. Cioè, sono sempre stata abituata a sentire il rumore della città. Tutto quel silenzio era troppo rilassante.

Mi appoggia ad una roccia ed accessi un'altra sigaretta. Dovevo smetterla. Stavolta seriamente. Me lo ripetevo sempre, ma alla fine rimandavo.

Odiavo fumare eppure era l'unica cosa di cui avevo bisogno. Peggio dell'aria. Peggio della droga. Non ne potevo fare a meno.

Gli ucceli cinguettavano e gli alberi danzavano grazie al vento.

La pace era lì.

Chiusi gli occhi e mi immaginai in un mondo senza problemi. Dove tutti erano felice. Voglio esserlo anche io. Cioè, voglio essere felice. Almeno per una volta.

È un desiderio grande il mio e non so se si realizzerà mai. Odio il futuro. Odio me. Odio tutto.

Non dovevano andarsene così, non dovevano lasciarmi sola. La colpa è soltanto la loro!

Una lacrima solcò il mio viso, ma l'asiugai subito.
Finiva sempre così, ogni ricordo lacerava una parte di me. Mi stavo autodistruggendo da sola. Sono troppo debole per questo mondo così difficile.

Ed è così. È tutto così fottutamente difficile.

"Venitemi a prendere, per favore" singhiozzai.

Il dolore a volte disgrugge ogni cosa di te. Parte dal cuore e si propaga in tutto il corpo.

Come puoi essere felice quando dentro sei tutt'altro?

Voglio solo andare via.
Nessuno se ne renderebbe conto.

Sospirai ed aprii gli occhi, comcentrandomi su un punto fisso.
Sono stanca di piangere. Di tutto.

Mi alzai frettolosamente prendendo la mia borsa. Feci un passo ma mi bloccai di nuovo.

Sentii un ramo spezzarsi.

L'adrenalina cominciò ad aumentare, l'ansia a salire.

Nessuno conosceva questo posto, almeno così pensavo.

E se fosse stato un animale?

Mi guardai in torno, ma niente, non c'era niente.

Sussultai quando il rumore si fece più vicino.

"C'è qualcuno?" Quasi urlai.

Niente, ancora niente.

Magari era soltanto un animale. Si, cercai di convincermi.

E poi sentii un grido. Atroce, quasi disumano.

E allora corsì, corsì come una pazza.

Il fiato aumentò mentre la paura cominciava a crescere.

Cosa cazzo era stato!?

Dio mio, aiutatemi.

Corsi ancora. Forte, il più veloce possibile, ma per mia sfortuna inciampai su un ramo e caddì a terra fortemente.

Mi alzai sù, aiutandomi con i palmi delle mani e facendo leva su di esse.

Quando mi alzai spostai i capelli all'indietro e gurdai dritto davanti a me.

Nella mia boca scappò un grido. I miei occhi spalancati.

Oddio.

Intorno a me vedevo solo un colore.
Rosso, solo rosso.

Sangue. Sangue ovunque.

Spazio autrice:
Ciaooooo :) come state? Io male :( però ho voluto aggiornare, tutto questo per voi u.u
Come vi sembra? Potete lasciare dei commenti mi farebbero tanto piacere, lo giuro ♡
Grazie per le visualizzazioni. Ma voglio sapere cosa ne pensate. Quindi mi raccomando ;)

RUN BABY RUN [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora