Stay here

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CHAPTER FIFTEEN.

STAY HERE.

"Vieni con me."

Eravamo arrivati a casa di Harry da più di cinque minuti, non mi sentivo molto a mio agio; inutile a dirsi, visto che lui era così freddo e distaccato.

Non sapevo nemmeno perché avevo accettato di seguirlo, conoscendo il suo carattere così scontroso.

Andai incontro a lui, facendomi entrare nella sua stanza.

Il profumo di quella camera era difficile da dimenticare. Sapeva di lui, e non potevo capire perché quell'odore mi piacesse così tanto. Un miscuglio di menta e fumo. Si, era questo.

Harry si avvicinò e alzò la testa mettendo gli occhi fissi su di me, il suo sguardo sembrava così disturbato dalla mia presenza.

Non poteva guardarmi in quel modo, lui mi aveva costretta a seguirlo.

Non avevo mai visto qualcuno con quei occhi così verdi e intensi. Restavo lì impalata. Sarebbe stato bellissimo poterli disegnare.

"Siediti sul letto" ordinò con voce ferma.
I suoi occhi tentavano di intercettare qualcosa, ma non riuscì a trovare niente.

Io mi sedetti sul letto, cercando di non obbiettare. Non avevo voglio nè di litigare nè di fare altro.

Lui uscì dalla stanza entrando nel bagno e cercando qualcosa, sicuramente qualche disinfettante per curare le mie ferite.

Sbuffai guardando ancora le mie nocche. Gran parte del sangue si era seccato, ma continuava a bruciare.

Era quello che volevo. Un po di dolore, per alleviare tutto quello che contenevo dentro me.

I polsi invece erano ancora rossi e un po gonfi, ma cercavo in tutti i modi di poterli nascondere dal suo sguardo.
Non mi piaceva mai come mi guardava.

I rumori dal bagno cessarono quando lui rientrò nella stanza e si avvicinò a me con sguardo basso.
Era difficile capire le sue emozione, era difficile capire chi era veramente Harry.

Non sapevo niente di lui, nemmeno il cognome e questo mi infastidiva molto. Lui sapeva molto di più. Cose che io non gli avevo mai detto.

"Dammi la mano" disse, sedendosi anche lui vicino al mio lato.

Feci un respiro profondo prima che gliela diedi.

Lui con una mano toccò il punto più dolente e sussultai allo sfioramento.

"Brucerà solo un pò" mi avvertì, gli occhi sui miei.

Io annuì semplicemente, scossa dal suo sguado.
Perché mi sentivo così fragile davanti a lui...non riuscivo a spiegarmelo.

Iniziò a passare con un po di cotone idrofilo il disinfettante nelle ferite, mentre io cercavo di controllare il mio respiro e il dolore che sentivo.

Questo si che è dolore.

Strinsi gli occhi forte e morsi il labbro fino a sentire il sapore ferrugginoso del sangue.

Quando finì di passarlo su tutte e due le mani si alzò e lo andò a buttare nel cesto.

"Grazie" dissi, cercando di sembrare il più fredda possibile.

La verità è che, quel gesto mi sorprese molto, non me lo sarei mai aspettato da lui.

Cercai di cancellare i pensieri dalla mia mente e mi alzai di fretta.

"Dovrei andare adesso" sbottai, era il momento di lasciare questa casa, questa stanza, la sua presenza.

Lui non proferì nessuna parole, niente di niente, guardava la finestra con sguardo spento, quasi vuoto.

RUN BABY RUN [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora