CHAPTER SIX.GO AWAY.
Quella mattina il sole filtrava nella stanza, mentre io mi stiracchiavo sotto le coperte.
Era sicuramente tardi, visto che ieri sera non ero riuscita, di nuovo, a chiudere occhio.
Ero ancora distrutta e la stanchezza era tanta.
Per non parlare dei fiumi di pensieri che avevo per la testa.
Troppo confusa. Troppo impaurita.
Mi alzai lentamente dal letto scacciando ogni cosa e scesi le scale trovandomi in salotto.
Stranamente mia nonna non c'era, e questo mi fece insospettire molto.
Mia nonna non usciva quasi mai di mattina.
Mi diressi in cucina preparando la colazione per me, avevo abbastanza fame.
Presi un pentolino e del latte e lo riscaldai.
Mentre aspettavo sentii una porta aprirsi, sicuramente era mia nonna.
"NONNA, MA DOV'ERI?" Quasi urlai, da lontano non sentiva molto bene.
Non ricevetti nessuna risposta, allora spensi velocemente il gas e andai verso la porta.
Non c'era nessuno. La porta era semichiusa, ma nessuna traccia di mia nonna.
Che cosa strana.
"NONNA MA DOVE SEI?"
Niente. Ancora niente.
Okay, dovevo stare calma. Tutto questo era sempre più strano.
Dove cazzo era mia nonna.
Un rumore al piano di sopra mi destabilizzò.
Se mia nonna nom era qui, allora chi c'era sopra?
Il respiro aumentò velocemente.
E le mani tremarono dalla paura.
Mi avvicinai alle scalle e con i piedi nudi salì lentamente e senza fare rumore.
Ancora un rumore si propagò sopra.
Ma non capivo da dove provenisse.
Arrivai in cima ad esse e il rumore non si sentì più.
Mi gurdai attorno cercando di capiere qualche cosa, ma niente.
La porta della mia camera però era chiusa, ed io non ricordai di averlo fatto.
Mi avvicinai ad essa e provai ad aprirla. La porta era chiusa a chiave dall'interno.
La mia faccia si tramutò in sorpresa.
Ma cosa diavolo stava succedendo?
Provai più volte ad aprirla ma senza risultato.
Feci un sonoro sospiro e mi coprì gli occhi con i palmi delle mani.
Tutto questo era veramente impossibile.
Stanca mi girai di nuovo e prima che varcassi l'altra stanza, il rumore iniziò di nuovo, ma stavolta la porta con uno scatto si aprì.
Rimasi lì impalata. Con il fiato corto. Gli occhi spalancati.
Mi girai lentamente e vidi la mia stanza, oltre la porta.
Sembrava tutto normale, apparte il fatto che c'era quel ragazzo misterioso lì dentro.
Mi si bloccò il respiro.
Sembrava così surreale.
I suoi occhi erano così scuri in quel momento e mi guardavano in modo terrificante. Le labbra sottili erano chiuse in una linea dura.
I capelli erano raccolti da un pò di gel.
E i suoi vestiti erano di colore nero. Ogni fottuta cosa di colore nero.
Il suo respiro sembrava pesante, come se avesse appena finito di fare una lunga corsa.
Le sue mani erano chiuse in pugni e le nocche bianchissime.
Mi stava facendo paura.
Passai la lingua fra le labbra e portai una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.
"T-tu. C-come sei riuscito ad entrare?" Gli chiesi cercando di stare calma, in modo che lui non vedesse la mia paura, ma mi sembrava tutto inutile in quel momento, visto che appena avevo aperto bocca a lui gli era spuntato uno stupidissimo ghigno.
"Ho i miei metodi belezza" espresse con la sua voce roca, mentre mi faceva un cazzo di occhiolino.
Ma come si permetteva.
"M-ma tu sei pazzo! Maledettamente pazzo!" Urlai per lo sconforto. Diamine, chi era e sopratutto perché era entrato in casa mia?
Lui rise e mi parse che quel suono l'avessi già sentito...così strano.
"Può essere..." rise ancora, stavolta guardandomi. Sembrava che mi stesse prendendo in giro.
"Cosa vuoi da me?" Dissi decisa, guardando i suoi occhi scuri.
Lui mi guardo ancora con quel ghigno e oltrepassò la porta della mia camera.
"Tutto. Niente." E il modo in cui lo disse mi fece fremere di paura. Come se mi avesse attreversato una scarica elettrica lungo tutta la schiena. Non era piacevole.
"C-che vuoi dire?" E non riusci più a guardarlo negli occhi così ipnotici e quindi abbassai lo sguardo.
"Presto lo saprai, tranquilla" disse, e si avvicinò ancora di più, facendo notare così la sua altezza. Alzò una mano e l'avvicinò al mio viso, tentennò un pò ma alla fine accarezzo essa. Cercai di non perdermi in quel gesto, guardando davanti a me con sguardo fermo, ma dentro me mille sensazione e pensieri combattevano una guerra per poter uscire allo scoperto.
Dannazione, era così bello...
Scossì velocemente facendo un passo indietro e allontanandomi da lui.
"Dimmi chi sei" lo guardai sempre seria, senza tralasciare nessuna emozione.
"Sono Harry. Mi chiamo Harry. Ti basta sapere solo questo, mia cara" e le sue parole furono fredde, come il ghiaccio.
"C-come fai a sepere dove abito?" Balbettai...
Lui alzò un sopracciglio e ghignò.
"Non sono affari tuoi, baby" e a quel nome tratteni il fiato, perché mi sembrava così familiare essere chiamata così... Dio.
Mi morsi fortemente il labbro, sentendo il sapore ferruginoso del sangue.
"V-vai via." Dissi in un susurro, abassando la testa.
"Vai via." Dissi ancora. La voce ferma.
Lui ancora fermo davanti a me.
"CAZZO, VAI VIA!" Gridai.
E appena alzai la testa lui non c'era più.
AUTRICE:
COME STATE? IO BENE, INSOMMA :)
ALLORA, CHE VE NE PARE? SCUSATE PER IL RITARDO MA HO AVUTO TANTI IMPREVISTI.
SPERO CHE VI PIACCIA IL CAPITOLO E MI SCUSO ADESSO PER GLI ERRORI. ♡
BACI BACI
E COMMENTATE!!! :))
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RUN BABY RUN [IN REVISIONE]
FanfictionSamantha non era mai stata una ragazza come le altre. Non le piaceva stare intorno alla gente. Preferiva di gran lunga stare sola, insieme alla sua amata sigaretta e passeggiare all'interno di un bosco in cui andava sempre da bambina. Aveva la fissa...