CHAPTER FIVE
WHO ARE YOU?
Non potevo crederci.
Davanti a me era tutto pieno di sangue.
Ed io odiavo tutto questo.
Ho sempre temuto la vista del sangue e ora l'avevo di fronte me.
No. No. No.
Mi comprì gli occhi con i palmi delle mani. Le labbra mi tramevano e facevo fatica a respirare. Tutto il mio corpo era pervaso da tremende scariche di paura.
Sentivo che non reggevo più tutto questo.
Le gambe mi abbandonarono e caddì a terra battendo forte la testa, poi non ricordai più niente.
****
Mi svegliai di scatto, il viso tutto sudato e forti respiri.
Era stato tutto un sogno?
Feci un sospiro di sollievo, mettendo una mia mano sul petto in modo da controllare così il battito del cuore. Era troppo accellerato.
Mi guardai attorno, ma realizzai immediatamente che quella non era la mia casa. La mia stanza.
Dov'ero finita?
Il panico era sempre in aguato ed il mio corpo non reggeva più niente.
Mi guardai attorno cercando di capire qualcosa.
La stanza era spoglia se non per il letto, un armadio e un comodino. Poi più niente. Tutto il bianco delle pareti mi circondava.
Di chi era questa casa?
Mi alzai lentamente perché un forte dolore alla testa si stava facendo sentire. Poggiai i piedi sul pavimento freddo e una scossa si propagò su tutta la colonna vertebrale.
Faticai un pò per reggermi in piedi, ma raggiunsi la porta di legno scuro, cercando sempre di non fare rumore. La aprii lentamente e si sentii solo uno scricchiolio. Guardai fuori dalla stanza e vidi un lungo corridoio, anche esso spoglio.
Tentennai un per pò, ma alla fine lo percorsi, questo mi portò in un piccolo salottino.
C'era un piccolo divano in pelle bianca e qualche mobile scuro, niente di più.
Mi appoggia al muro respirando forte.
Tutto questo non era possibile.
Che ci facevo lì?
Perché non c'era nessuno in questa cazzo di casa? Non feci in tempo a pensarlo che due mani grandi e lunghe premettero sui miei fianchi.
Mi scappò un urlo, e mi staccai velocemente da quella forte presa.
Cercai di allontanarmi il più possibile e mi girai nella direzione di quell'uomo.
E cazzo, era...era bellissimo.
Il suo corpo era ben allenato, molto alto e per un pò mi sentì anche intimidità.
Le sue spalle era gradi, toniche e coperte da una maglietta bianca, quasi trasparente, potevo vedere la sua tartaruga...cazzo.
I suoi occhi erano una cosa pazzesca. Non avevo mai visto quel colore in nessun essere umano.
Erano di un verde così scuro e così profondi. Potevo incantarti quanto volevano.
I suoi capelli era poco lunghi e ricci, sembravano così morbidi al tatto.
Le sue labbra sottili e quasi rosse avevano la forma di un piccolo cuore.
Oh, ma che cazzo sto dicendo?
Scossi la testa velocemente, chiedendomi chi era quel ragazzo...
Mi guardava così intensamente che quasi metteva soggezione.
Aveva lo sguardo perso nel mio e le mani serrate in pugni.
"Come stai?" E finalmente sentì la sua voce, che poi l'avevo già sentita. Mi sembrava così familiare. Roca, calda profonda...Dio.
Aprì la bocca ma non ne uscì niente di concreto.
"S-sto bene. Chi sei tu?" Chiesi balbettando.
Mi conficcai le unghia sulle coscie e mi morsi il labbro fortemente.
"Di là ci sono delle aspirine, vai a prendertene una" la sua voce era così ferma, sembrava che non ammettesse repliche.
Annuì vigorosamente e mi avvicinai nel comodino dove vi erano le aspirine. Ne presi una e la inghiottì.
Mugolai per il dolore alla testa. Cazzo, avevo preso una bella botta.
Guardai di nuovo nella direzione del ragazzo, ma non lo trovai.
Mi guardai attorno e non lo vidi.
Ma dove era andato?
Attraversai tutto il piccolo saloncino e lì accanto c'era un'altra porta dove c'era una piccola cucina e lui era lì.
"Grazie per le aspirine" mi sentì il dovere di dirgli, ma lui sembrò non sentirmi.
"Che ci faccio qui?" E stavolta pretendevo una risposta.
"Ti ho trovata svenuta nel bosco" fece spallucce, ancora girato di spalle.
"Ma lì-lì c'era sangue..." e quasi lo dissi in un sussurro.
"Quale sangue?" Sì girò a guardarmi con un sopracciglio alzato. Mi stava prendendo in giro? Mi credeva pazza?
"Lì. Era pieno di sangue" lo dissi quasi disperata.
Il ragazzo mi guardò in un modo strano, ma non pesavo mi potesse credere.
Dannazione, io avevo visto tutto quel sangue. Era lì.
"Ti senti veramente bene?" E quella frase non mi confortò affatto.
"I-io non lo so" dissi, portandomi le mani sulla testa e sospirando fortemente. Ero così confusa.
"Non mi hai detto chi sei" affermai poco dopo.
Mi guardò negli occhi e mi sembrò di vedere le sue pupille dilatarsi.
"Non è importante" e mi fulminò con lo sguardo segno che il discorso per lui era finito.
"I-io voglio andare a casa" ed era la verità. Volevo solo andare via da quel posto. Da lui.
"Vieni, ti accompagno" prese le chiavi della macchina e andò verso l'uscita, a me non mi restò che seguirlo.
Salì sull'auto e mise in moto e poco dopo partimmo.
Il tragitto fu silenzioso, non molto lungo.
E quando scesi dalla macchina notai solo una cosa: il suo ghigno.
E poi partì di nuovo.Ed allora mi accorsi di un'altra cosa.
Come sapeva dove abitavo?
Autrice:
Ciao ragazze :)) come state? Allora ringrazio tutti per le visualizzazioni, i voti e i commenti. Grazie molte. Mi rendete felice, sul serio! ♡MI RACCOMANDO ANCHE IN QUESTO CAPITOLO VOGLIO QUALCHE COMMENTO E VOTO
DAAAIIII
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RUN BABY RUN [IN REVISIONE]
FanfictionSamantha non era mai stata una ragazza come le altre. Non le piaceva stare intorno alla gente. Preferiva di gran lunga stare sola, insieme alla sua amata sigaretta e passeggiare all'interno di un bosco in cui andava sempre da bambina. Aveva la fissa...