CHAPTER TWENTY-SEVEN.
MIKE.
Un'odore acre invase il mio olfatto.
Arricciai il naso e cercai di individuare dove potessi essere.Non avevo calcolato il fatto che potessero rapirmi, portarmi via da mia nonna, dalla mia casa e soprattutto senza nemmeno sapere per quale motivo.
Non avevo idea di cosa potesse accadermi da lì a poco e il mio corpo era scosso da continui brividi che non riuscivano a cessare.
La paura era incorporata all'interno di me e non sapevo nemmeno dove mi trovavo.
Ricordavo ancora le parole di quell'uomo sussurrate appena mi aveva infilato all'interno del bagagliaio della macchina. Mi aveva bendato gli occhi, in modo che non potessi vedere il suo viso.
Lui conosceva Harry, è questo mi destabilizzava.
Perché aveva a che fare con queste persone?Credevo che non fosse successo più nulla dopo gli episodi precedenti, invece si dimostrò il contrario.
Mi trovavo in una piccola stanza al buio, la benda mi era stata tolta, ormai, ma i miei occhi stavano sempre nel buio più totale della stanza.
Alcune voci si sentivano da fuori la porta, come fossero bisbigli e gli scricchiolii dei passi di qualcuno mi facevano raggelare.Cosa volevano da me? Cosa c'entravo con tutto questo?
All'improvviso la piccola porta di legno si spalancò, facendo intravedere una figura alta e robusta.
Capii immediatamente che quello era l'uomo che mi aveva rapito.Smisi di respirare e strinsi forte i denti. Dovevo essere coraggiosa.
Si avvicinò a me, prima di inginocchiarsi e avermi di fronte.
Il viso coperto da un passamontagna, stavolta.I suoi occhi avevano un colore strabiliante. Un azzurro cosi inteso da far gelare ogni cosa.
Inghiottii il nodo che avevo alla gola e poi tremai."Sono felice di conoscerti, piccola Sam" disse l'uomo sconosciuto. Il suo tono di voce era un miscuglio di emozioni. Rabbia, scherno, divertimento. Vendetta.
Rimasi zitta.
"Credo che Harry sarà davvero felice di trovarti qui." continuò e potei intercettare il suo piccolo ghigno sulle labbra nascoste.
Io abbassai lo sguardo, non capendo e non riuscendo nemmeno a sopportare il suo.
"Che c'è? Hai paura?" sì avvicinò ancora e potei sentire il suo respiro vicino al mio viso.
Un disgusto incredibile si insinuò dentro me.Allontanati.
"Parla." ordinò con la voce tagliente.
Io stesi muta, ancora una volta.
Ma me ne pentii immediatamente quando un impatto forte si sentí a contatto con la mia guancia.
Un rivolo di sangue scivolò dalle mie labbra spaccate ed io non feci uscire nessun gemito di dolore.Stavo cercando di trattenere il più possibile i miei singhiozzi e le mie lacrime. E soprattutto il mio dolore.
"Parla, altrimenti sarò constretto a dartene un altro." Inveì
"P-perché sono qui?" domandai in un sussurro.
Il tizio si illuminò a quella domanda."Vedi, Sam...devi capire che il tuo caro Harry ha fatto cose che non doveva fare, adesso deve pagarla. Iniziando proprio da te." il suo sguardo si fermò su di me e mi fece tremare come una foglia.
Cosa significava?
"I-io non capisco" ripetei. Le labbra e la guancia ancora dolenti.
"Fra poco lo saprai." e poi si alzò di scatto e uscii dalla stanza.
Guardai un punto fisso prima che le lacrime bagnassero le mie guance. Cercai di non far scappare i piccoli singhiozzi, ma non ci riuscii.
Allacciai le mie braccia, stringendo il mio corpo. Quella stanza era gelata come anche il mio cuore.
Avrei voluto non aver mai incontrato Harry, perché senza di lui tutto questo non sarebbe successo. Io sarei stata la ragazza più tranquilla del mondo.
***
Pov's Harry.
Gurdai il cellulare per la centesima volta, sperando in un messaggio o in una chiamata da parte di Samantha. Ma tutto questo non avenne per parecchie ore.
Aveva scoperto che dietro la mia vita ci fosse un passato ancora più oscuro che nessuno avrebbe potuto comprendere e nemmeno lei.
Le avevo esplicitamente chiesto di cambiare numero di telefono perché avevo già capito che la stessero cercando.
Dannato Mike.
Aveva scoperto tutto quel fottuto bastardo e adesso non sapevo cosa diavolo fare.
Dovevo allontanarlo da lei, prima che sarebbe potuto succedere qualcosa.La mia paura più grande era quella. Non volevo che la toccassero.
Non volevo che avessero capito quel qualcosa in più che c'era fra me e lei.
Perché nonostante tutto io, come lei, eravamo uniti da un filo trasparente che ci riportava sempre sulla stessa strada.Ed era inutile dividerci quando sapevamo bene che non sarebbe stato necessario.
Lei mi avrebbe cercato ancora ed io, come sempre, anche.La suoneria del mio cellulare iniziò a squillare e lo presi immediatamente, vedendo il numero sconosciuto comparire.
Guardai lo schermo per una decina di secondi prima di rispondere.
"Pronto?" dissi lentamente. Un nodo alla gola stava lentamente crescendo.
"Ciao, piccolo Harry" disse, e il vuoto si impadronì di me.
"Volevo informarti che qui è tutto una favola e volevo anche complimentarmi con te per la scelta adeguata che hai fatto. Davvero, è una bella ragazza, forse un pò disobbediente, ma davvero in bel bocconcino" rise forte.
Gli occhi si spalancarono e mi alzai di scatto facendo cadere la sedia.
"Che cazzo dici, brutto bastardo? Dov'è lei!?" gridai inferocito. Il sangue cominciava a pomparmi nelle vene velocemente.
"Ehi, calma ragazzo! È al sicuro con me" finì per dire prima di ridere ancora.
"Se provi solo a toccarla giuro che ti uccido con le miei stesse mani." urlai.
Sarebbe morto. Giuro che sarebbe morto.
Respirai affannosamente.
"Voglio che vieni qui." ordinò ed io stesi zitto.
Sapevo che prima o poi mi avrebbero cercato. Sapevo che prima o poi avrebbero voluto ogni cosa da me.
Loro sapevano che per arrivare a me avrebbero dovuto prendere lei.
Perché nonostante tutte le mie forze, lei era diventata il mio punto debole.
"Sto arrivando" e attaccai.
Autrice*
Eccomi qui con un nuovo capitolo! Scusate per avervi fatto aspettare, ma ho avuto molto da fare.
Vorrei avvisarvi che manca pochissimo alla fine di questa storia e sono felice che abbiate continuato ad aspettare. Siete fantastiche.Scusate per gli errori, a breve lo correggerò.
Un bacione grande dalla vostra Shadowandecho.
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RUN BABY RUN [IN REVISIONE]
FanfictionSamantha non era mai stata una ragazza come le altre. Non le piaceva stare intorno alla gente. Preferiva di gran lunga stare sola, insieme alla sua amata sigaretta e passeggiare all'interno di un bosco in cui andava sempre da bambina. Aveva la fissa...