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Clarke aprì gli occhi e si ritrovò distesa sul pavimento. Non ricordava niente e in quel momento era pure mezza addormentata.
Si alzò in piedi e si guardò intorno: era in una cella, la sua cella.
Ce l'aveva fatta? Era entrata nella mente di Bellamy? Piano piano riuscì a ricordare tutto e a capire come ci era finita lì.
Intorno a lei, su tutti i muri, c'erano i suoi ricordi disegnati, ma si bloccò quando si accorse che mancavano parti dei disegni, come se stessero svanendo. Capì subito che doveva sbrigarsi a far tornare la memoria a Bellamy, altrimenti tutti avrebbero dimenticato ogni cosa.
Uscì dalla cella e ricordandosi da quando era successo il casino con Josephine, riuscì a trovare la porta che la divideva all'altro spazio mentale e l'aprì.
Si stupì appena realizzò che si trovava ancora nell'Arca, sembrava non essere cambiato niente, a parte che l'aria sembrava più vecchia e tutto sembrava diverso.
Camminò senza una meta e finì in una stanza e sapeva di che stanza si trattasse. Aveva una grande finestra, tanto grande, che in realtà era un'oblò. Da lì si vedeva la terra, ma una terra orribile, tutta distrutta e in fiamme.
Sopra il piccolo davanzale davanti all'oblò c'era una bottiglia di alcool.
Dalla terra in fiamme e dall'Arca che sembrava più vissuta, capì che si trovava nel periodo del Praimfaya, quando gli Spacekru e gli altri erano andati nello spazio.
Si guardò in giro sperando di trovare da qualche parte i ricordi di Bell, ma non li trovò. Realizzò anche in quel momento che non aveva ancora visto traccia di Bellamy e che era strana come cosa, dato che doveva per forza girare lì intorno.
Uscì fuori da quella stanza e continuò il suo percorao in quell'Arca. Le altre stanze, però erano noiose, infatti si deluse subito.
Passò un'oretta circa e niente, nessuna traccia né di Bellamy, né dei ricordi. Ormai Clarke stava seduta per terra e non spaeva più cosa fare, quindi decise di tornare in quella stanza, dove c'era l'oblò, da dove si vedeva la terra.
Camminava a testa bassa, ma appenà aprì la porta ed entrò in quella stanza, decise di alzare lo sguardo per vedere il mondo bruciare, ma invece vide Lexa. Oramai sapeva che non era lei e che era quella specie di cosa che ha fatto diventare tutti in piante luminose, ma vederla le faceva sempre lo stesso effetto, le mancava.
"Lexa" Non riuscì a non farsi sfuggire quelle parole dalla bocca, dato che era da tanto che non la vedeva.
"Clarke" La sua voce, invece, era fredda e seria, non come quella della vera Lexa, che invece era anche piuttosto carina, ma era proprio gelida, si poteva scambiare con quella di un robot.
Clarke non capì cosa ci faceva lei nello spazio mentale di Bellamy, magari voleva solo aiutarla, oppure voleva dirle che quello che sta facendo è completamente sbagliato.
Abbassò di nuovo lo sguardo e vicino ai piedi di Lexa, vide una scatola con dentro delle lettere, anzi le lettere.

Lexaaa! Sinceramente mi piace molto come personaggio anche se alcune volte molti dei suoi fan insultano e sminuiscono Bellamy pur di esaltare le Clexa. Detto questo, ci sono anche molti fan di Bellamy che fanno le stesse cose con Lexa, per questo motivo nelle mie storie cerco di inserire Lexa in qualche modo, anche se sono storie Bellarke, in modo tale, da far capire a certe persone che sono entrambe dei bellissimi personaggi, a seconda di con chi si shippano <3
Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto💓

uli

Do you remember me? ~Bellarke fanfiction~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora