capitolo 12: addio...

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In questo momento ero in un'altra stanza con Josh che faceva avanti e indietro. Nemmeno io capivo della scelta di Dylan... poi un mese!! Ma stiamo scherzando? Ma neanche morta!

-Josh ti prego finiscila di fare avanti e dietro anche a me non piace questa situazione!- dissi con le lacrime che urlavano di uscire

-allora perché hai accettato?- mi urlò

Flashback
Non sapevo che rispondere ero immobile e tutti mi guardavano con un ghigno tutti tranne Josh che mi guardava deluso.

-hai paura verginella Tori?- disse Natasha sfidandomi

-acetto!- dissi anch'io sfidandola-
Fine Flashback

-perché per una volta volevo farmi valere!- dissi urlando anch'io

-ma che dici! Sei perfetta perché ti devi far valere dagli altri?- disse urlando

-perche non sono come te! Non sono un giocatore di football popolare, con amici, bei voti, il figlio perfetto.... NON.SONO.COME.TE.
STO AFFRONTANDO MOLTE COSE E LA MIA VITA È ANDATA IN PEZZI CON TUTTO E TU MI DICI CHE SONO PERFETTA? VAI A RACCONTARE QUESTA CAZZATA AD UN'ALTRA!- sputai tutto con odio e disprezzo... non volevo.. ma in quel momento avevo bisogno di sfogo

-anch'io mi sono dovuto fare in quattro per tutto e non mi sono mai lamentato! Il football mi salva per una borsa di studio! E vado bene a scuola perché se ricevo la borsa di studio posso scegliere un college che non comprende solo lo sport! Sei sempre a lamentarti su tutto e tutti ma non sai che il problema principale sei tu! HANNO FATTO BENE I TUOI GENITORI A SEPARARSI NEMMENO IO SOPPORTEREI UNA FIGLIA COSI- urlo

Li mi cadde tutto il mondo addosso. Nom avevo mai visto questo comportamento di Josh. Dopo che mi sputò tutto ciò lo guardai per dieci secondi interminabili e poi scappai.

Usci da quella casa, mi lasciai alle spalle la festa e iniziai a camminare nella notte. I tacchi iniziavano a dare fastidio così li tolsi e iniziai a correre.
Correvo, correvo, correvo, correvo nell'aria umida e fredda di una notte d'ottobre. Accesi il telefono e vidi che erano le 3 del mattino... c'erano un mucchio di mesaggi e chiamate da parte di Josh... che faccia tosta...

Arrivai davanti casa di Josh, ormai anche mia, non avevo il coraggio di entrare così continuai a camminare per la mia strada. I piedi iniziavano a fare male, avevo calpestato anche qualcosa di appuntito... stavo camminando per le lunghe strade di San Francisco quando dei fari mi fecero segno da dietro. Mi girai e vidi una jeep fermarsi vicino a me. Abbassò il finestrino e scorse Dylan al volante con una faccia preoccupata

-che vuoi? Non è il momento di fare lo stonzo- dissi asciugandomi le lacrime

-dai sali Tori- disse con aria calma

Io continuai a camminare fregandomene di ciò che poteva dire. Lui continuava a camminare a passo d'uomo

-ti prego Tori sali- disse questa volta implorandomi

Continuai. Non volevo stare in macchina di uno stronzo egocentrico che sicuramente mi rinfaccera tutto. Dylan è un sociopatico, maniaco, uno stronzo... come fa uno bono come lui ad avere certe caratteristiche?

-Tori ho detto sali!- disse questa volta urlando e io sussultai -per favore- aggiunse

Sospirai ed entrai in macchina con lui

-portami a casa di Josh, devo prendere delle cose- dissi e lui annuì

Stranamente non mi chiese niente. Per tutto il viaggio mi diede diverse occhiate tra malinconico ed egocentrico. Io in tutto ciò lo guardavo com la punta dell'occhio. Mia piaceva la sua jeep azzurra: era piacevole, comoda e profumava di menta e fumo. Menta il profumo che si mette nell'auto... il fumo è dovuto alle canne che ha nel cruscotto.

Arrivammo a casa di Josh, li feci cenno di aspettare ed io entrai. Josh era arrivato e stava dormendo sul divano. Era con le testa nel cuscino, le scarpe lanciate per la stanza, la camicia sbottonata. Mi faceva tenerezza... anche con le grosse parole che aveva detto. Sali di sopra e presi tutte le mie cose, scrissi una lettera a Carmen e un bigliettino a Josh... forse avrebbero capito

"Cara Carmen,
Mi hai salvato da un grosso casino con il tribunale e ti devo la vita per questo. Il problema è che io e Josh abbiamo litigato di brutto e ci siamo detti parole molto pesanti. Andrò per un mese a casa di una mia amica finché non si saranno calmate le acque. Controlla Josh per me per favore. Ricordali che io, anche con tutto ciò che ha detto, li voglio bene e che niente mi permetterà di staccarmi da lui. Tuo figlio è speciale per me e li voglio un mondo di bene. Tu sei una mamma spettacolare e sei fortunata ad avere un figlio cosi. Dopo questo mio gesto se vorrai ritirare le carte e non essere il mio tutore, ti capisco... in fondo chi vuole una figlia come me? Tu sei la mamma più forte che io conosca. Ti voglio bene.
Con amore, la tua piccola Tori"

Chiusi la lettera e la misi sul comodino di Carmen. Li diedi un bacio sulla guancia e li rimboccai le coperte. Scesi le scale con la mia valigia piena delle mie cose e andai in cucina dove scrissi un mesaggio a Josh.

"Caro Josh,
Dovrei essere arrabbiata a morte con te per tutte le parole che mi hai detto, perché mi hanno ferito profondamente e toccato delle ferite che ancora non si erano immaginate. Dovrei sputarti addosso che sei un coglione e non ti voglio più vedere ma non c'è la faccio perché ti voglio troppo bene. Come ben sai per un mese devo stare a casa di Dylan per la scommessa... ho detto a tua madre che sarei stata a casa di un amica... anche se non ne ho... ma lei per fortuna spero ci creda. Prenditi cura di lei... non so che succederà in questo mese ma una cosa è certa:chiederò tre settimane di stacco da scuola. In queste tre settimane andrò a trovare i miei genitori e vedrò com'é la situazione lì. Naturalmente andrò dopo questo mese. In poche parole a dicembre mi procederò le vacanze di natale e andrò a trovare i miei genitori. Non so che succederà ma ti voglio bene ricordatelo.
Ti voglio bene coglione, la tua piccola"

Richiusi la lettera e la misi sul tavolino, difronte a lui, sul divano sotto il suo telefono e accanto ad un'aspirina. Spero capirà la mia situazione.

Usci da quella casa singhiozzando, mi asciugai le lacrime prima che Dylan mi potesse vedere.

Era appoggiato alla sua Jeep sulla portiera del passeggero. Appena mi vide mi venne incontro. Io no sapevo che dire così lo abbracciai. Restai così per un po'. Lui all'inizio era rigido e non capiva poi si sciolse anche lui ed io nascosi la mia testa nell'incavo del suo collo.

Non so questo mese a cosa ci porterà... casini sicuramente... ma saranno casini belli credo.

Anche le stelle più buie possono brillare// Dylan O'brienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora