capitolo 32: Austin

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Ed eccoci qui, stiamo per partire... direzione "Texas - Austin: mia madre". Non so ne cosa pensare né come comportarmi... sono come paralizzata dalla cosa. Dylan era qui difianco a me che dormiva, mentre dormiva mi teneva la mano era così carino. Io sto leggendo un libro e sottolineo qualche parola o frase che mi descrive a pieno come questa

"La vita è una menzogna come quando si gioca a un gioco d'azzardo, anche se vinci c'è sempre qualcosa sotto"

Era passata un'oretta e finalmente Dylan si sveglia.

-Ehi principe azzurro, tra mezz'ora si atterra- dissi ridendo

-buongiorno... che ora sono? Ma tu hai dormito?- disse stirachiandosi

-sono le 13 e no non ho dormito. Ho letto tutto il tempo- dissi risorgendo il libro che avevo in mano

-ho famee- disse Dylan lamentandosi

-sei peggio di un bambino- dissi dandoli un bacio sulla guancia

Lui ricambiò dandomelo a stampo. Mi prese la mano e me la baciò facendomi un sorrisino. Mi sporsi verso il finestrino e iniziai a vedere Austin e la sua bellezza. S'intravedevano già i grattacieli e vi faccio immaginare la bellezza. Man mano che scendevamo ero peggio di una bambina con il suo primo volo, infatti quello era il primo. Non ho mai viaggiato, né mi faceva paura perché avevo una persona che amo qui al mio fianco con cui mi sento al sicuro.
Scendiamo dall'aereo e sono le 13:30 così decidiamo di mangiare dopo aver fatto ""visita"" a mia madre. Prendiamo le valige e ci dirigiamo verso un taxi, mentre aspetto alla fermata noto un ragazzo che mi stava guardando e mi sorrideva. Dylan se n'era accorto così mi mette una mano sui fianchi e mi bacia il collo facendomi venire le farfalle nello stomaco. I suoi baci umidi sul mio colpo caldo e le sue mani salde sui miei fianchi mi fanno viaggiare in un'altra dimensione. Il ragazzo mi guardò triste e abbassò lo sguardo. Mi girai verso Dylan e mi avvicinai al suo orecchio

-amo quando fai il geloso- dissi sussurrando

-nessuno ti deve guardare, solo io- disse e dopo mi diede un bacio a stampo

Arrivò il taxi e gli indicai l'indirizzo di mia madre. Quando mi chiamò accenó di un appartamento piccolo ma accogliente, tanto era solo lei. Il taxi, dopo un quarto d'ora di tragitto ci portò davanti a un condominio al centro della città. Era colorato in rosa salmone, con le finestre azzurre e pieno di gente sui balconi che leggeva giornali o parlava... precisamente eravamo "Austin, 6th Street", una via molto bella e tranquilla. Nel tragitto ammirai ogni cosa di questa città era davvero bella, la cosa  che andrò a visitare in prima possibile "Hope Outdoor Gallery" la galleria di murales. Dio già adoro l'arte poi questi murales danno un senso di colori e vivacità. Mia madre abitava al 5° piano, cioè l'ultimo. Ci toccò salire 5 rampe di scale per arrivare alla sua porta. Era molto carina: marrone, leggermente rovinata, con un tappeto che diceva "Good Morning(?)". Suonai al campanello e dopo vari tentativi mia madre mi venne ad aprire. Aveva il suo pantalone blu ordinato, con la camicia bianca leggermente stroppicciata, i capelli erano raccolti in una coda e in mano aveva un bicchiere di whisky. Mi fece un sorriso incredulo e mi abbracciò.

-non ci credo che sei qui- disse sussurrando -resterai per Natale?- aggiunse staccandosi da me

-no mamma starò cinque giorni, poi andrò a trovare papà e torno a San Francisco, per festeggiare il Natale- dissi fredda

Non volevo essere fredda con mia madre, ma dal divorzio la vedo diversa e cambiata. Tutta questa bontà non le se addice.

-oh ok. E questo giovanotto chi è?- disse accorgendosi di Dylan dietro di me

-Dylan il mio- mi fermai non sapendo che dire o se lui andava bene quindi li lanciai un occhiata di aiuto

-.. il suo ragazzo- aggiunse stringendo la mano a mia madre

Anche le stelle più buie possono brillare// Dylan O'brienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora