capitolo 28: amici

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Ero appena tornata dal dottore e mi hanno appena tolto il gesso al piede. Ora è un po' difficile camminare ma ci sto facendo l'abitudine. Arrivo dentro la mia stanza e trovo tutti nella mia camera... ma hanno preso la mia stanza per un salotto del the? Dylan e James erano seduti sul mio letto, Bella era con Tommy sulla poltrona che dormiva e Josh era intento a guardare fuori dalla finestra

-avete preso il vizio di occuparmi la camera?- dissi entrando sorridente

"Ridi Tori, Ridi" mi ripetevo. Era un mantra ripetermi questo... dovevo mascherare ciò che provavo. Forse un giorno lo avrei detto ma non oggi. Il dolore me lo tengo solo per me.

-ehi bellissima! Hai levato il gesso!- disse Bella squadrandomi

-si! Finalmente si torna alla "normalità" credo- dissi andandomi ad appoggiare sulla scrivania

-domani a che ora esci da qui?- chiese Josh

-credo verso le 8... devono pulire la stanza perché alle 10 deve venire una bambina credo- dissi mentre mi girai e ordinavo i libri -oh un idea! Chi mi accompagna al piano inferiore?- dissi girandomi con aria furba

-che vuoi fare? Ho paura- disse James guardandomi male

-vuole andare a vedere i bambini, no?- disse Josh capendo già la mia situazione

-si! Nom ho avuto mai l'occasione- dissi con il mio musino -daiiii- dissi rivolto verso tutti

Dopo varie occhiate, tirarono tutti un sospiro e mi accenarono un sorriso. Saltai dalla gioia e corsi a cambiarmi in bagno. Avevo solo una tuta e dovevo cambiarmi, perché faceva freddo. Misi una felpa chiara, dei leggings neri, le miei Adidas e mi feci una coda.

-andiamo!-  dissi uscendo dal bagno ridendo.

Presi il piccolo Tommy in braccio, mentre Bella mi porse uno dei suoi sorrisi e aspettai che entrassero tutti nell'ascensore .
Vari sorrisini, vari sguardi ma niente parole. Tutti in silenzio senza avere nessuna parola. Lasciai perdere e mi concentrai su Tommy che dormiva tra le miei braccia. Le porte dell'ascensore si aprirono e fecero comparire un corridoio diverso dal nostro: pieno di luci, palloncini, colori e tanti bambini che correvano tra di loro. Diedi il bimbo a Bella e mi misi a percorrere quel corridoio colorato. Sulla destra c'era un corridoio enorme con porte colorare e bambini che correvano da una parte all'altra: chi su una sedia, chi con le stampelle, chi con la chemio,... insomma anche se erano "malati" sorridevano e giocavano tra di loro. Dylan venne vicino a me e mi prese la mano, continuammo a camminare mentre tenevo la mano di Dylan. Sorpassai una stanza dove sentì una bambina piangere, così tornai indietro. C'era una bambina seduta sul letto con un vecchio orsachiotti di peluche tra le braccia. Lasciai la mano di Dylan e andai verso la bambina.

-ehi piccolina- dissi sedendomi vicino a lei e la piccola si asciugò le lacrime -che succede?- chiesi accarezzandogli i capelli

-sono arrivata da poco e... mi hanno trovato un tumore ai polmoni. Domani mi tagliano i capelli e dovrò mettere un coso per respirare- disse tra i singhiozzi di lacrime

‐ehi ehi, ehhh tranquilla- dissi abbracciandola

La piccolina si mise su di me e mi abbracciò continuando a tenere il suo orsetto di peluche.

-ti prometto che non fa male, non è brutto ticordalo- dissi baciandoli il capo

-tu come fai a saperlo?- disse rivolgendo i suoi due occhi marroni verso i miei

-perché anch'io ho la tua stessa situazione e vedrai che non devi preoccuparti, guarirai ne sono certa- dissi pulendo il visino dalle sue lacrime

-me lo prometti?- disse mantenendo lo sguardo su di me

-te lo prometto- dissi dandoli il mignolo che essa lo strinse, come due bambine che si fanno una promessa -ora vai a giocare, non puoi stare qui a piangere- dissi prendendola e facendola scendere dal letto con  delicatezza.

La bambina mi rivolse un sorriso e mi diede un bacio sulla guancia per poi uscire e raggiungere i bambini che giocavano. Io restai lì con il peluche che aveva sul letto. Lo presi e lo accarezzai pensando se crederci anch'io a quelle cazzate che dico. Ho reso felice una bambina, renderò felice me stessa? Decisi di alzarmi e raggiungere li altri fuori dalla stanza che aspettavano me vicino l'ascensore. Intanto non mi ero accorta  che due lacrime avevano rigato il mio viso, così le asciugai prima che li vedesse qualcuno 

-tutto ok?- disse Josh venendomi incontro

-si tranquillo, vogliamo andare di sopra?- chiesi a Bella, Dylan e James che parlavano

Ricevetti un cenno da tutti e raggiungemmo il piano superiore. Tornarono tutti nelle loro stanze: Josh e Dylan se ne andarono dicendo che ci saremo visti domani dopo scuola, James e Bella andarono nella loro stanza ed io raggiunsi la mia.
Erano circa le 2 di notte e non avevo il minimo sonno. La flebo che avevo mi prudeva e mi dava molto fastidio. Non potevo levarlo ma  non c'è la facevo più. Cosi mi alzai e andai verso il reparto dei bambini, dove conobbi James. Scesi dal letto e il pavimento diventò congelato a contatto con i miei piedi caldi, decisi di mettere le miei ciabatte e accompagnarmi con la flebo. Raggiunsi il reparto e trovai una figura seduta difronte al vetro. Aveva la testa appoggiata sulla testa, credo che dormiva così decisi di svegliarlo... ma appena mi avvicinai sussultò dallo spavento.

-scusa James non volevo spaventarti- dissi sussultando anch'io

-no tranquilla- iniziò a strofinarsi gli occhi -Tommy non smetteva di piangere così Bella se ne è occupata, sono venuto qui per riposarmi un po'- aggiunse sedendosi meglio

-poverino- risi sotto i baffi -posso?- dissi indicando il posto a fianco a lui

-certo- accenó un sorriso -cosa ci fai alle 2 di notte sveglia?- mi chiese spostando lo sguardo su di me

-non riuscivo a dormire e sto coso- dissi indicando la flebo -da un fastidio tremendo-

Ricevetti un sorrisino da parte sua

-vuoi stenderti?- disse indicandomi le ginocchia

-no tranquillo- dissi appoggiando la testa sulla sua spalla

Restammo lì per un po' in quel reparto ad ammirare i bambini che dormivano beati e noi due che li guardavamo con stupore. Io e James, anche se ci conosciamo da poco ho saputo conoscerlo ed é un ragazzo fantastico pieno di vita. Ormai eravamo migliori amici e ogni cazzata in ospedale l'avevamo fatta. Quanto vorrei dirlo in questo momento ciò che mi ha detto il dottore... ma non potevo non volevo essere un peso per nessuno, già lo sono per Josh che deve badare a sua madre e avevo paura... per tutto.

-ti va un caffè?- disse James interrompendo i miei pensieri

-solo se mi prendi anche del cioccolato- dissi facendo un musino

Si mise a ridere e si alzò dalla sedia. Andammo verso le macchinette e prese due caffè e due biscotti al cioccolato. C'era un silenzio strano tra di noi, come s'eravamo tornati all'inizio quando non ci conoscevamo ed eravamo più tosto freddi. Decisi di  irrompere i miei pensieri e di chiederlo

-James- dissi avendo lo sguardo basso -tu sei ancora mio amico?- chiesi giocando con il bicchiere vuoto

-certo Tori, perché me lo chiedi?- disse e sentii il sui sguardo su di me

-no perché avevo paura che fossi arrabbiato con me, siccome il nostro rapporto è diventato... come dire... "strano"- dissi sottolineando la parola

-Tori- disse appoggiando il bicchiere a terra e alzandomi il viso con due dita -tu sarei sempre la mia migliore amica qualunque cosa accada e non potrei mai staccarmi da te- disse questa volta abbracciandomi.

Mi sciolsi in quell'abbraccio facendomi trasportare dal suo profumo e dalle sue braccia forti che mi tenevano salde. Cosi passai la mia ultima serata qui: tra le braccia del mio migliore amico, guardando i bambini e abbifandoci di macchinette. Forse la mia vita non è così male, escludendo malattia e genitori, può essere più o meno qualcosa di fantastico. Mi addormentai così tra le braccia di James ascoltando il battito del cuore.

Anche le stelle più buie possono brillare// Dylan O'brienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora