capitolo 54: "non ti lascerò"

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Il sole ha già illuminato la mia stanza coni suoi raggi e normalmente mi rigiro nel letto o impreco per dormire, ma questa mattina ho l'umore basso, la testa confusa e sono agitata. domani mi devono operare e il mio cuore non smette di accelerale da ieri. Dovrei parlarne con Carmen e Josh ma ieri quest'ultimo è entrato verso le 3 del mattino e ho sentito solo che mi sussurrava una "buonanotte" dalla soglia della porta mentre andava nella sua stanza. Ora, dopo essermi infilata una tuta e una sua felpa, vado nella sua e lo vedo dormire per poi soffermarmi sulla sveglia: le 9:30. già. 

mi dirigo verso la cucina e inizio a preparare uova e bacon, se devo dare una cattiva notizia chi rifiuta davanti a questa colazione? poi mi alzo le maniche e preparo del caffè e della spremuta. 

-buongiorno come mai già sveglia?- mi chiese Carmen arrivando in cucina 

-ho bisogno di parlarvi- dissi mentre cucinavo 

non ho tempo per giraci con varie cazzate così sono andata dritto al punto 

-oh- dalla sua espressione non se lo aspettava -va bene cara dimmi tutto- disse sedendosi sullo sgabello in cucina 

-te lo dico a te perchè voglio un tuo consiglio se dirlo anche a Josh- dissi fermandomi e sedendomi anch'io. 

Inizio a raccontarle di tutto: James, la chiamata di ieri, il mio stato d'animo... lei era attenta ad ogni mia espressione e mi ascoltava senza parlare. Finito di dirle tutto mi guardò e mi abbracciò.

poteva sembrare una cosa banale ma in quel momento ne avevo bisogno 

-non so che fare- dissi sussurrandoli sulla spalla singhiozzando 

-shh va bene- disse accarezzandomi i capelli -capirà e risolverai anche con James tranquilla- continuò -ma mi devi promettere che lo dirai- aggiunse seria staccandosi dall'abbraccio -fammi un sorriso e vedi che lui capirà... non è una cosa brutta-

restammo così per un po' e poi sentimmo dei passi, segno che Josh si era svegliato. Carmn si alzò dalla sedia, mi posò un bacio sulla tempia e si sistemò sul divano in salotto, non troppo lontano dalla cucina. 

-mmm buongiorno!- disse felice stiracchiandosi 

come puoi dare una notizia al tuo migliore amico quand'è così! 

-com'è andata ieri?- dissi cercando di sforzare un sorriso 

-l'ho portata in un ristorante, poi siamo andati a ballare in un prato con le lucciole, abbiamo visto anche l'alba- disse sognate -te tutto ok?- aggiunse guardandomi negli occhi 

odio quando le persone mi guardano negli occhi... capiscono cosa provo e mi da sui nervi

-sisi, vuoi altro bacon?- dissi cercando di non guardarlo e facendo finta di essere indaffarata 

-Tory- disse serio 

aveva capito che mentivo 

mi girai e incrociai gli occhi della madre infondo che mi mandavano uno sguardo di incoraggiamento e poi mi posai sugli occhi verdi/azzurri che mi scrutavano ad ogni mio movimento. 

non ressi più, tanto domani molto probabilmente darò morta e cosa c'è se non dirli tutto ora? ho lottato per questi polmoni e nelle cure... ma ora che c'è la notizia ed è già domani non lo so.. come se mi frena qualcosa

-mi vuoi dire che hai... da ieri che sei così- aggiunse alzandosi ma li feci cenno di rimanere seduto e così fece 

portai le mani incrociate sotto il seno, e sentì i miei occhi inumidirsi mentre mi mordevo le labbra cercando di trattenere le lacrime. Le mie gambe diventarono molle così sentì l'esigenza di sedermi. Mi sedetti ed ora ero difronte a lui, riabbassai lo sguardo e tirai n sospiro 

-i polmoni sono arrivi- dissi 

-cosa!? MA E' BELLISSIMO NO!?- disse euforico 

-Mi operano domani- aggiunsi questa volta alzando il mio sguardo 

per un attimo lo vidi fermarsi. ora tutto intorno a noi era a rallentatore, non sentivo più niente solo il battito del mio cuore che pregava di uscire... lui era bloccato che mi guardava. non sapeva che dire. 

-ti prego di qualcosa- sussurrai questa volta facendo rigare il mio viso di lacrime 

vidi che era ancora così. fermo che mi fissava. così mi alzai dallo sgabello, girai il bancone e decidi di uscire dalla cucina, ma mi sentì tirare e poi avvolta in due forti braccia. 

-ti ho promesso che non ti lascerò sola e non lo farò- disse sul mio capo mentre mi stringeva a se 

in quel momento caddi. non cadere in senso figurato ma in senso sentimentale. tutte le lacrime che avevo trattenuto le buttai fuori bagnando la sua maglietta  grigia e avvolgendolo tra me. senti anche il mio capo bagnarsi così alzai lo sguardo e vidi che anche lui piangeva 

-ehi- sussurrai -tranquillo- li accarezzai le guance -non piangere quella devo essere io- aggiunsi ridendo 

-vero- disse questa volta ridendo anch'esso 

Finimmo di passare così la mattinata. La sera dovevamo andare a casa Miller per salutare tutti. O almeno io dovevo salutare tutti. Se qualcuno mi dovesse chiedere "come sto" li risponderei "bene". fino a poco più di due orette fa ero a disperarmi per dire delle cose a Josh, ma ora sapendo che lui non mi abbandonerà sto bene. Sento il calore di una vera amicizia che mi sta vicino e questo mi basta per continuare. 

***

-pronta?- mi chiese Josh prima di suonare il campanello 

annuì solamente e li porsi un sorriso 

eravamo arrivati a casa Miller, avevo preparato una ciambella al cioccolato e indossavo dei semplici jeans aderenti, una maglietta nera e il mio capello con visiera. Ero stra agitata ma di più quando la possente figura di James si fece vedere alla porta con in braccio il piccolo Tommy. sorrise a Josh, ma quando posò lo sguardo su di me si abbassò di poco, ma io li sorrisi comunque bloccandomi. Non sapevo che dire o fare ero come paralizzata per fortuna Bella spostò suo fratello e mi venne ad abbracciare 

-ehi bellezza- disse abbracciandomi -dai entra e dammi qua- prese il vassoio mi "spinse" deliacamente dentro casa. Salutai March seduto sul divano e seguì Bella in cucina mentre Josh e James andavano verso il salotto. 

La mia mente vagava in quella casa e pensava ancora a "quella persona". Era come se entrando i suoi piedi volevano dirigersi verso colui che l'aveva fatta soffrire... mi sentivo come un tassello mancante in quel momento. 

-allora portiamo questo piatto- disse Bella interrompendo i miei pensieri 

Siccome era una di quelle giornate di giugno in cui la serata era piacevole, decidemmo di mangiare in giardino dove la padrona di casa lo aveva abbellito con delle luci e un tavolo in mezzo al prato.

Siccome era una di quelle giornate di giugno in cui la serata era piacevole, decidemmo di mangiare in giardino dove la padrona di casa lo aveva abbellito con delle luci e un tavolo in mezzo al prato

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Durante la cena cercavo di accennare qualcosa con il ragionamento che stavano facendo, anche se non ho capito bene di che parlavano. Io e James ci lacciavamo dello occhiate ma lui era come impassibile, rispondeva ai miei sguardi con indifferenza. Volevo solo urlare in quel momento. Però l'agitazione mi stava divorando così decidi di prendere parola.



Anche le stelle più buie possono brillare// Dylan O'brienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora