capitolo 40: sorpresa amore♡

102 5 0
                                    

Ormai erano tre ore che vagavo tra lettura e il suono del ticchettio del ramo sulla mia finestra. Erano le 21 e Dylan era fuori da molto. Decidi di prendere il telefono trovandomi un mesaggio da parte di mio padre.

Papà
Io e Sofia abbiamo
molto lavoro. Siamo
fuori città fino a
domani sera credo.
Non fate casino...
Ti voglio bene

Non riposi.... non volevo rispondere... troppe delusioni in un giorno. Decisi di chiamare Dylan. Ero seriamente preoccupata e non era da lui. Almeno credo... chiami... una, due, tre, quattro, dieci volte... niente... ora avevo paura.
Presi le chiavi della macchina di mio padre, una vecchia che usa poco... uscì di casa, il cuore batteva a mille, l'adrenalina saliva, la testa scoppiava r il cuore batteva. Ero in una macchina alle nove di sera in cerca di un ragazzo che credo di amare. Ma non si corre il rischio per uno che non ami, no? Correvo, correvo, correvo... le luci della notte illuminavano il mio volto, ormai rigato di lacrime lucenti che bagnavano il viso. La macchina si fermò.

-Merda!- imprecai sbattendo le mani sul volante ormai congelato

Ero nel bel mezzo della strada, nel mezzo della strada deserta, l'aria si faceva sempre più fredda, il riscaldamento non funzionava ed ero con la tuta, una felpa e uno chignon disordinato che soffriva di freddo. Usci dalla macchina e decisi di vedere cosa le sia preso alla macchina. Aprì il bagnaiaio davanti e controllai, sembrava tutto okey... finché non scorsi i cavi della batteria bruciati. Con il troppo freddo e il calore del motore aveva avuto un contrasto e si era bruciato. Chiusi tutto e sbatte con forza, presi il telefono nel cercare aiuto: niente campo. Fantastico!. Ritornai in macchina e sbattei più volte le mani sul volante ormai congelato dall'aria invernale di Seattle. Il freddo invade la macchina facendomi congelare, ai piedi indossavo delle ciabatte e un paio di calzini... chi si aspettava che dovevo rimanere bloccata in macchina nel mezzo della notte a congelare. Mi sedetti sul sedile, portai le miei gambe al petto e immersi la testa tra le miei ginocchia. Lacrime fredde e paurose comparvero sul mio viso lasciando un urlo di sfogo a tutto ciò.

"La piccola bambina fidandosi del piccolo scoprì il freddo e la paura rimanendo nella notte abbracciata al proprio pupazzo in cerca di calore... ma non trovò calore... trovò solo freddo"

La frase ronzava come la paura che a Dylan li fosse successo qualcosa... troppi pensieri, troppe domande... ormai le miei labbra erano viola, i piedi congelati, le mani fredde e la teste che scoppiava. Ciò che mi fece alzare il capo, fu un faro... forse di una moto... ma avevo il respiro affannoso e il mio corpo che richiedeva qualcosa di caldo.

-Salve li si è fermata la mac- una voce, una voce che conoscevo... la sua... -Tori- disse aprendo la porta e abbracciandomi -cosa ci fai qui, ma sei... sei congelata. Vieni- disse prendendomi a sposa e facendomi salire sulla moto.

Non riuscivo a reggermi, così mi abbracciai a lui a koala: misi la testa nell'incavo del suo collo, le gambe legate al suo busto e le braccia attorcigliate al suo collo. Lui mi teneva stretta mentre guidava con una moto, che no so da dove l'abbia presa, ma poco importa.
Arrivammo finalmente a casa.
Mi stese sul divano e mi avvolse con una coperta calda.

-ora mi spieghi che ci facevi li nel mezzo della notte, a congelare- disse sistemando l'ultimo pezzo di legno sul fuoco ardente -ma che ti prende- aggiunse venendo verso di me e sedendosi accanto a me
-Tori rispondi!- disse guardandomi

Incrociai i suoi occhi color miele che richiedevano attenzione e io la diedi.

-che cosa facevo? CHE COSA FACEVO?- dissi levando lo sguardo dal fuoco scoppiettante ai suoi occhi -TI HO CHIAMATO UNA DECINA DI VOLTE, SONO VENUTA A CERCARTI IN MEZZO AL FREDDO, QUELLA FOTTUTA MACCHINA SI È FERMATA NEL MEZZO DEL FREDDO, HO DOVUTO SUBIRE UN FREDDO CANE PER CERCARTI, E MI CHIEDI CHE FACEVO!? VAFFNACULO!- dissi finalmente alzandomi dal divano e buttandoli le coperte.

Anche le stelle più buie possono brillare// Dylan O'brienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora