capitolo 42: non tutto finisce bene

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Erano le 2 di notte e non riuscivo a dormire. Stavo fumando una sigaretta mentre ero seduta sul bordo della mia finestra. Dylan era girato di spalle a petto nudo che dormiva come un bambino indifeso. Presi un libro e mi misi a leggerlo mentre mi facevo trasportare dall'aria fredda di Seattle. 

"la piccola fanciulla non sapeva che quel piccolo uomo che lui tanto ama avesse preso la sua anima e la stava facendo curare da quelle figure ormai procurate dal tempo. La piccola fanciulla guardava ogni volta quella meraviglia davanti ad essa, la luna. Così bianca e così bella, così calda e così lucente... ogni sera non mancava al suo appello di consolazione nel curare il suo cuore da un amore forte e maestoso. La fanciulla non si arrendeva perché sapeva che un giorno avesse ottenuto qualcosa che finalmente l'avrebbe fatta vivere." 

Quelle frasi mi avevano fatto riflettere... io ero come la piccola fanciulla del libro. La piccola fanciulla era bella e non si arrendeva a niente... nemmeno a quell'amore che aveva provato vedendo "il piccolo uomo". Vive un amore tra stacchi e attracchi dai sentimenti che ha per quel ragazzo. Mille pensieri ormai vagavano per la testa senza farmi venire un briciolo di sonno.
 Ciò che mi fece portare con i piedi per terra furono dei baci sul mio collo e un profumo che ormai conoscevo a memoria. 

-piccola non riesci a dormire- disse con voce roca mentre era dietro di me con le sue mani venose che mi abbracciavano il busto

-scusa se ti ho svegliato- dissi accoccolandomi più a lui portando il capo all'indietro e facendo incrociare i nostri sguardi. 

Quegli occhi color miele, quelle labbra piccole e rosee, quel piccolo nasino all'insù componevano un ragazzo...il mio ragazzo che amavo alla follia. 

-se vuoi ci guardiamo un film o andiamo a farci un giro- chiese mentre mi teneva stretta a se e riempiva il mio collo co  baci umidi

-mmm ti va di andarci a fare un giro- dissi baciandolo

-certo piccola- disse baciando la punta del mio naso

Chiusi la finestra e mi alzai. Andai verso l'armadio e presi due cose a caso. Un pantolone grigio della tuta, una felpa di Dylan e misi le miei adorate scarpe bianche. Dylan uscì dal bagno e scese con me dalle scale. Prima di andarmene lasciai un biglietto a mio padre

"Sono uscita, forse torniamo nel pomeriggio
                       -Tory"

Dylan aprì la porta e mi prese per mano. Camminammo tra le strade desolate di Seattle alle 4 del mattino. Ci fermammo verso un parco e ci sedemmo sotto un salice. L'erba inumidita dall'aria di prima mattina ci bagno i pantaloni facendomi venire dei brividi di freddo, Dylan vedendomi si avvicinò a me e mi fece mettere tra le sue gambe abbracciandomi da dietro.

Eravamo solo io e lui.

Quel momento era... così bello, calmo e rilassanto. Guardavamo le nuvole che si iniziavano a colorare di rosa per annunciare l'alba, l'aria fredda di prima mattina e i nostri respiri regolari che si facevano strada nell'aria calma. Volevo stare lì per sempre. Alzai il capo e scorsi le foglie del salice dondolare delicatamente come una carezza, girai il capo e trovai Dylan fissarmi con un aria incantata... i suoi occhi miele erano calmi e belli, le sue mani legate al mio busto mi davano un senso di protezione.
Mi sporsi verso di lui e lo baciai. Un bacio bisognoso, freddo e passionale.

-a cosa lo devo?- disse staccandosi

-a tutto Dylan, grazie- dissi ritornando a baciarlo.

La situazione si fece più passionale:mi girai e mi misi a cavalcioni su di lui facendo scontrare le nostre intimità, lui mi reggeva a se mettendo le mani dietro la mia schiena, le miei mani vagavano nei suoi capelli, le nostre lingue iniziarono a danzare in un ballo bisognoso e piacevole.
Io ancora attaccata ad esso lo feci stendere sull'erbetta fresca e iniziammo a baciarci con foga.
Lui ancora attaccato a me con le mani sui miei fianchi mi stringeva a se e io ancora attaccato a lui che lo baciavo. Eravamo due anime in cerca di amore, in cerca di destino o qualcosa da realizzare.
Stava cercando di alzarmi la felpa ma io lo fermai

Anche le stelle più buie possono brillare// Dylan O'brienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora