capitoli 21: James Miller

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Passai la serata così. Restai tutta la notte con James e li raccontai ogni cosa di me: i miei genitori, il divorzio, i bulli, la mia malattia, Josh e di Dylan. Mi aprì molto con James e ciò mi portò a meno peso sulle spalle... ora la vera domanda è cosa so io di James?

-allora- dissi bevendo del caffè preso dalle macchinette -ora voglio che mi racconti un po' di te- chiesi guardandolo negli occhi

-te lo dico solo perché tu ti sei aperta con me- disse incrociando le braccia e rivolgendo lo sguardo sul vetro difronte a noi.

-allora... mi chiamo James, ho 19 anni, ho finito la scuola da poco, lavoro in un bar in città, sono qui perché mia sorella ha partorito e sono diventato zio, i miei genitori sono morti in un incidente stradale quando eravamo piccoli e io vivo con mia sorella e il suo ragazzo. Ho qualche amico ma niente di speciale- disse continuando a guardare il vetro

-cavolo... sono felice per te zio James- mi misi a ridere -sará bello avere un nipotino no?- chiesi rivoltando lo sguardo verso il vetro

-credo di si, ma zio James mi fa sembrare vecchio- disse lui mettendosi a ridere

-appena apre posso vederlo?- chiesi e lui fece un cenno

-ti faccio conoscere anche mia sorella- disse alzandosi in piedi

-dove vai?- chiesi seguendolo con lo sguardo

-se solo non lo avessi notato solo le 8 del mattino- disse girandosi -vado al bagno e dopo andiamo da mia sorella- li accendi un sorriso e andai verso la mia camera

Decisi di farmi una doccia ma con la fasciatura era difficile. Entrai e con un apoggio mi aiutai a mantenermi, misi anche una cosa di plastica alla gamba che serviva a non bagnare il gesso. In poche parole se in doccia ci mettevo tre ore figurati ora quanto ci dovevo mettere. Usci dalla doccia e iniziai a tamponare per bene ogni parte del mio corpo, mentre tamponavo le ferite l'asciugamano si sporcó di sangue. Presi l'intimo pulito e mi appoggiai una felpa e un leggings, non sopportavo più il camice che davano qui. Per fortuna Josh aveva portato qualche vestito ma doveva portarmi altro quindi decisi di scriverli.

< Coglione💙
Mi servono dei
vestiti puliti :(. Passa
da Dylan prendi tutte
le miei cose e dilli solo
che la settimana con
lui é finita e devo
tornare da te... non
dire niente che sono in
ospedale. Tvb♡

Ehi scimietta♡
Tranquilla ti sto già
portando tutto. Vieni
all'escenzore e
qualunque cosa vedi
non odiarmi, TVB💙

Josh che intendi!?>

Visualizzó senza rispondere. Decisi di andare verso l'ascensore e aspettare. Queste stampelle mi stavano già rompendo il cazzo. Aspettai cinque minuti a poi iniziai a urlare con una matta a Josh.

-Che cazzo intendevi dir- ma le parole si bloccarono facendomi scorgere non Josh, ma Dylan.

Aveva la mia valigia, il mio zaino e un mazzo di fiori tra le mani, le rose rosse... i miei fiori preferiti. Io lo guardavo e lui mi guardavo non avevo niente da dirli. Li porse le miei cose, le presi, anche se stavo cadendo con queste stampelle, e m'incamminai verso la mia camera.

-Tori, Tori ti prego aspetta!- disse Dylan seguendomi dietro -lascia che ti aiuti!- aggiunse prendendo le miei cose

-perche!? Perché ti faccio pena? Perché non corri dalla tua ragazza? È colpa sua se sono finita qui! E poi che ci fai tu qui?- dissi appoggiando la valigia sul letto.

-Josh mi ha detto che hai avuto un incidente e dovevo andare in ospedale, ha detto che tu mi avresti detto com'é successo e cos'hai e poi di passare di casa e prenderti i vestiti- disse abbassando lo sguardo

Forse sono stata cattiva con Dylan, ma è quello che si meritava, no? Ma il fattore più importante ora e che non potevo agitarmi tanto.

-va bene ma ora vat- non fini la frase che un'infermiera entrò

-ciao Tori, dobbiamo farti un controllo mattutino, ti devi prendere le pinnole e devi mangiare qualcosa... mi è stato detto che da ieri che non mangi- disse sfogliando il mio libretto -oh, questo bel ragazzo è il tuo fidanzato?- aggiunse solo ora accorgendosi di Dylan

-nono, un amico- dissi guardando solo la dottoressa

-ok, ora però deve uscire ti devo visitare e dopo di lascio le pillone-
Disse facendo andar via Dylan e chiudendo la porta.

L'infermiera mi fece una serie di analisi: sangue, urina, una radiografia per i miei polmoni e per il cuore, controllò il mio battito e dopo circa mezz'ora mi lasciò delle pillole per la giornata e un foglio su quando le dovevo prendere.

-ok ora dopo colazione devi prendere due pinnole, poi prima e dopo pranzo altre e due e prima e dopo cena altre e due... ti sembrerà un casino... ma fidati il primo giorno è così- disse porgendomi un sorriso

La salutai e fece entrare dinuovo Dylan. Io intanto mi stavo sistemando la felpa e le stampelle, dovevo andare da James e se questo non si levava di mezzo li do una stampella in testa

-Dylan ora ho da fare, dopo se vuoi ti racconto tutto ma devo andare da una parte ora- dissi cercando di prendere le stampelle.

Si. Avevo deciso di dite tutto a Dylan, infondo ache Josh vuole così.... tanto appena li dirò tutto sparirà per sempre e il suo mese con lui dovrà diventare un ricordo passato. Dopo scuola Josh sarebbe venuto per farmi studiare e recuperare un po' di materie e dopo lo avrei ucciso per la cazzate che ho commesso.

-se vuoi ti porto con la sedia a rotelle- disse vedendomi incazzata a prendere una dannata stampella

-no non ci salgo manco morta lì- risposi guardandola schifata.

Dalla mia stanza alla piano di sopra dovevo prendere l'ascensore e fidatevi... stare in ascensore con Dylan e non avere niente di cui parlare è come morire piano piano.
Finalmente arrivò al reparto. James era ancora difronte la vetrata con i bambini e appena mi vide mi abbracciò, ricambiò molto volentieri. Poi si accorse di Dylan alle mie spalle e mi fece un occhiata sinistra.

-ah giusto! James lui é Dylan, Dylan lui é James- si salutarono con le mani e poi mi guardarono -ho conosciuto James ieri sera qui- dissi rivolgendomi a Dylan.

James ormai sapeva tutto su Dylan li avevo raccontato molto, infatti in questo momento era leggermente incazzato perché ieri li raccontai come mi trattava di merda.

-allora piccolina mia sorella sta ancora riposando, non ha chiuso occhio tutta la notte... però se vuoi ti faccio vedere il bambino. Essendo un parente posso vederlo mi hanno dato il permesso.
Feci un segno di affermazione e aspettai James fuori. Dylan era rimasto tutto il tempo in silenzio e non aveva aperto bocca, solo qualche occhiata.
Dopo un po' arrivò James con un piccolo fagotto tra le mani: era un bambino piccolissimo, aveva dei capelli chiari e gli occhi identici a James aveva anche i suoi stessi lineamenti. Mi dovetti sedere perché con le stampelle non riesco a prenderlo. James me lo porse ed io incominciai a coccolarlo. Mi veniva naturale consolarlo tra le braccia e baciarli la fronte, lui pian piano iniziò a riaprire quei suoi occhietti piccolissimi e mi porse uno dei suoi migliori sorrisi. Amavo i bambini ti fanno sentire protetti e a tuo agio.

-ti piacciono i bambini vero?- disse James sedendosi vicino a me

-si. Oh scusa lo vuoi un po'?- dissi cercando di darli il bambini ma si divertiva a giocare con alcune ciocche dei miei capelli

-no tranquilla, si vede che li piaci.- disse rivolgendomi un sorriso

-comunque si mi piacciono tanto i bambini. Spero che in futuro riuscirò ad avere un bambino tutto mio, vorrei darli tutto l'amore che mi sono persa io con miei genitori- dissi dondolando quel piccolo che avevo tra le mani.

Restammo lì a vedere quel bambino addormentato tra le miei braccia che si godeva i suoi attimi di pace. Dylan era restato tutto il tempo in silenzio, ogni tanto mi mandava dei sorrisi tirati ma si vedeva che c'era qualcosa che non andava.

Anche le stelle più buie possono brillare// Dylan O'brienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora