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Bakugo si staccò velocemente da me guardando il ragazzo un po' in imbarazzo. Soffocai una piccola risatina nel vedere che un velo di rossore gli si stava formano sulle guance, mio fratello non fece lo stesso e scoppiò in una fragorosa risata che mise ancora più a disagio io mio ragazzo.
Cercai di farlo smettere, ma quando partiva partiva e solo lui riusciva a calmarsi dopo. Aspettati qualche secondo che finisse quella scena da palcoscenico e ricominciai con le presentazioni:" Tomura, lui è Bakugo" lo squadrò a fondo, adesso con uno sguardo severo:" sono nella sua band ed è il mio ragazzo".
"Sei riuscita finalmente a trovarti una band decente?" Lo guardai storto, anche la band in cui erano prima non era malaccio, se non fosse stato per quell'incidente:"okok ho capito, la smetto. Ti va di fare conoscere la tuo fratellone i tuoi nuovi compagni?" mi elettrizzati all'idea, ma subito mi sorse un dubbio:" e i tuoi compagni? La ta band dov'è?".
Tomura si grattò nervosamente il collo, lo faceva sin da giovane, a quanto pare non aveva perso l'abitudine:" beh, loro mi hanno scaricato. Secondo i miei amici sono troppo competitivo e assillante"
Peccato, erano così bravi. Riuscivo a leggere il dispiacere negli occhi del ragazzo, ci teneva molto a loro e sicuramente dev'essere stato un brutto colpo perderli. Provai a dargli conforto abbracciandolo, credo che riuscì nell'intento visto che ricambiò all'istante affondano la testa nell'incavo tra il colpo e la mia spalla.
Per quanto era alto aveva dovuto piegarsi parecchio, probabilmente stava scomodo in quella posizione così mi staccai:" Tsk, ci sarei anche io"
Scoppiai a ridere, sapevo che a Bakugo non piaceva essere lasciato in disparte né tanto meno essere messo in secondo piano, andai da lui e lo presi per mano, poi, guardai mio fratello:" se ti va di seguici, ti faccio conoscere gli altri" lui annuì con la testa e si mise a fianco a me procedendo verso il dormitorio.

Nella mia stanza vigeva il silenzio più assoluto. Nessuno diceva nulla. Tomura guardava uno per uno i miei amici, esaminandoli da testa a piedi, cercando la minima cosa sbagliata in loro. Non trovando niente si sedette accanto a me sul letto:" sembrano tutti gay" scoppiai a ridere e così fecero anche Kaminari, Kirishima e Sero. Bakugo lascio uscire un suono scocciato dalla bocca e sprofondò ancora di più nei cuscini infilandosi gli auricolari e alzando il volume della musica talmente tanto che lo riuscivamo a sentire in tutta la stanza. Lo guardai un po' triste, in fondo sarebbe stato carino se avesse partecipato anche lui a quelle conversazioni o se si fosse lasciato andare ad una risata ogni tanto. Ma ormai avevo imparato a conoscerlo, non era un ragazzo a cui piacevano le relazioni sociali, ed era molto competitivo, forse anche troppo e questo suo lato gli impediva d circondarsi di persone. in effetti erano in pochi quelli a sopportarlo. Distolsi la mia mente da quei pensieri e tornai a parlare con mio fratello e i miei amici, tra una chiacchiera e l'altra saltò fuori che Tomura aveva assistito, con tutta la sua band, alla nostra prima esibizione. Secondo lui eravamo andati più che bene, ma probabilmente non avevamo vinto per la nostra poca esperienza, o meglio, per la mia poca esperienza. Non essendomi mai esibita davanti a tanta gente l'ansia e il panico si erano fatti sentire e qualcosa avevo sbagliato, in più non ero riuscita ad infondere sicurezza e determinazione ai giudici e questo ci aveva largamente penalizzati. In una competizione mostrare di essere sicuri di se e di riuscire a non farsi prendere dall'emozione è una cosa che gioca un ruolo molto importante e io non ero riuscita a fare nessuna delle due cose. A pensarci bene era sicuramente colpa mia se avevamo perso ed eravamo arrivati tra i primi dieci, lo sapevo io come lo sapevano i miei compagni, ma in ogni caso non me l'avevano mai fatto pesare e di questo ero grata.                                        " T/n noi andiamo, abbiamo quei compiti di matematica da finire, Bakugo ci darà una mano, ci vediamo più tardi" salutai i quattro ragazzi, rimasi sola con mio fratello. Volevo tanto cominciare un argomento, anzi, volevo iniziare un determinato argomento, ma non sapevo da dove cominciare ne cosa chiedere effettivamente. No, in realtà era perché avevo paura, paura della risposta che mi avrebbe dato, così rimasi in silenzio.
Passò molto tempo prima che  uno dei due azzardasse una parola:"scusami per averti lasciata sola con mamma" sorrisi un po' tristemente, non era colpa sua, lui era riuscito nell'intento di liberarsi di lei. Io fino a quel momento non ce l'avevo mai fatta e solo ora, con l'aiuto di altri ero finalmente riuscita a liberarmi:"non preoccuparti" riuscì a dire solo quello, poi mio fratello si alzò e uscì dalla camera, lasciandomi sola.

Una forte luce bianca mi accecò appena aprì gli occhi. Sopra di me il soffitto bianco e immacolato di una stanza, diversa da quella in cui mi ero addormentata, mi separava dal cielo azzurro che viveva quel giorno. C'erano delle voci ovattate attorno a me, non capivo cosa mi stessero dicendo, l'unica cosa chiara era un fastidio rumore continuo. Rumore, silenzio, rumore, silenzio, poi vidi una sagoma sfocata avvicinarsi al mio viso. Non riuscì nemmeno a chiamare il suo nome che, come se uan calamita mi stesse attirando, tornai nel buio più profondo. Silenzio.

Aprì gli occhi. Mi guardai attorno, ero nel mio dormitorio, la debole luce della luna filtrava attraverso le tende candide attaccate alla finestra. Mi passai una mano sul viso bagnato di sudore mentre tentavo di riportare il respiro ad una normale andatura. Cos'era stato quel sogno? Cosa ci facevo in quella stanza? E soprattutto, quella donna, era così preoccupata. La sua voce sembrava rotta dal pianto. Perché mia mamma stava piangendo il mio nome?

Your Voice|| Katsuki BakugoxReader||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora