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Pov'T/N

La sveglia mi stava trapanando i tinpani da quasi 5 minuti.
Mia madre era dovuta uscire presto per altre questioni di lavoro ed io avevo impostato la sveglia sul telefono per non arrivare in ritardo agli allenamenti, anzi, per non beccarmi una sgridata da mia mamma per essere arrivata in ritardo a teatro.

Scesi svogliata dal letto e mi diressi a passo pesante verso il bagno. Mi guardai allo specchio, avevo due borse nere sotto gli occhi e la pelle bianchissima, chiunque mi avesse visto avrebbe pensato che fossi malata o roba del genere.
Sospirai pesantemente.
Sembro un cadavere ambulante
Accesi la doccia e aspettai che l'acqua diventasse calda, mi spogliai velocemente fiondandomi subito dopo sotto il getto caldo.

Il tepore dell'acqua mi cullava mentre io mi rilassavo.
Senza accorgermene comincia a canticchiare la mia canzone preferita, quella che ieri e il giorno prima avevo sentito suonare e cantare dalla band. Inevitabilmente cominciai a pensare a quei ragazzi, a quanto talento avessero. Da quello che avevo potuto capire dalla "conversazione" che io ed il cantante avevamo avuto si poteva notare quanto avesse un caratteraccio e quanto fosse presuntuoso e pieno di se, ma quando suonavano riuscivi a vedere un legame, una sincronia perfetta fra loro.

Skip time

Uscii dalla doccia con i capelli grondanti e appesantiti dall'acqua. Avvolsi un asciugamano attorno al mio corpo e mi specchiai nel vetro appannato, con la mano levai la condensa che si era formata qual tanto che bastava per riuscire a pettinarmi al meglio.

Appena finito di tirarmi i capelli presi il telefono per guardare l'ora.

«07:13»

Uscì dal bagno e ritornai in camera pescando dalla pila di vestiti, ammonticchiati sulla sedia della scrivania, il body di riserva anche quello rigorosamente nero.

Mi infilai un paio di collant neri e sopra ci feci scivolare il body. A differenza di quello che usavo solitamente questo, sulla schiena, aveva un profondo scollo collegato da dei laccetti incrociati all'altezza della scapole. Non mi piaceva molto, lasciava intravedere troppa pelle,ma non potevo utilizzare nuovamente quello del giorno prima poiché la sera, dopo essere tornata a casa grazie al passaggio datomi da Kirishima, lo avevo messo a lavare.

Presi un giacchetto nero e un paio di pantaloncini corti del medesimo core indossandoli successivamente.

Dopo essermi assicurata di essere abbastanza presentabile scesi in cucina e mi preparai la colazione: una tazza bianca, con stampata sopra la faccia di uno dei miei personaggi anime preferiti, piena di caffè fino all'orlo, un piatto di porcellana colore avorio con sopra del toast appena sfornato e una pesca.

Mangiai la mia colazione cazzeggiando un posto sui social e scrivendo con Uraraka.

Finito di gustarmi il vino misi le stoviglie nel lavandino e tornai al piano di sopra per finire di prepararmi completamente.

Skip time (si ancora sorry)

Uscì di casa pronta ad andare alla fermata del bus per prendere il mezzo che mi avrebbe scottata fino a teatro, ma quando chiusi il portone del palazzo e mi girai pronta ad incamminarmi vidi ferma, sul ciglio della strada, una macchina vagamente famigliare e ancora più famigliare ed chi stava alla guida.

«Sakura!»

Esclamai correndo verso la vettura, la mia migliore amica abbassò il finestrino sorridendomi calorosamente. Mi fermai fori dalla portiera.

«Cosa ci fai qui?»

Le chiesi ricambiando, felice, il suo sorriso.
La corvina mi guardò per un'istante e poi aprì la portiera allungandosi dal sedile del guidatore.

Your Voice|| Katsuki BakugoxReader||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora