Cap. 16

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Eris pov
Eravamo tutti seduti lì, Steve mi stringeva la mano in modo impercettibile mentre il mio sguardo era sulla proiezione del segretario di stato Thaddeus Ross che parlava e parlava anche se io non lo stavo ascoltando.
-Abbiamo stretto, insieme alle Nazioni unite, gli Accordi di Sokovia. Essi stabiliranno un ente governativo internazionale per monitorare e decidere quando chiedere l'intervento degli Avengers- concluse l'anziano salutando tutti e sparendo.

-Posso porre una domanda Midgardiani?- esordì io ricevendo un segno di assenzo
-Cioè tutti questi anni e proprio ora gli sorge il problema della morte di persone innocenti?-
-Eris...- mi ammonì Natasha
-Penso sia la cosa migliore, una supervisione esterna- ammise Stark stupendo tutti
-Davvero Tony?-
-Si Rogers, dico davvero, dopo tutto quello che è successo...-
-I sensi i colpa bussano alla porta robottino?- parlai io mentre Tony non rispose restando nel suo tombale silenzio
-Non mi fido, non dopo la caduta dello S.H.I.E.L.D-
-Steve ha ragione- si intromise Wanda
-Non penso tu sia nella posizione di parlare ragazza-
-Non è stata colpa sua Natasha, non iniziare, ne abbiamo già parlato- ma la rossa mi fulminò con lo sguardo
-Io sono d'accordo con Stark, è la cosa migliore- si schierò Visione ricevendo uno sguardo stupito e deluso da Wanda
-Non farlo Tony, ci useranno!- continuò Steve mentre Stark era ormai sicuro di ciò che diceva
-No Steve, ci aiuteranno a non combinare disastri!-
-Disastro che hai combinato tu se non ricordo male- ripartì alla carica il capitano mentre io adagiai una mia mano sulla spalla, lui si voltò
-Non dirmi che sei d'accordo con loro?- mi chiese indicando Natasha e Tony
-Anche se non starò qui per molto, sono d'accordo con loro-
- Cosa significa " non starò qui per molto" ?- chiese Wanda incrociando le braccia mentre io sospirai
- È arrivato il momento per me di adempiere al mio destino, devo tornare su Hrongl e riprendere la corona-
-Come faremo qui Eris...- ammise Natasha con tono triste
-Ve la caverete amica mia, come avete sempre fatto e poi voglio ricordarvi ciò che vi dissi inizialmente- iniziai io ma Steve mi precedette
-Una cosa che ho imparato è mai interferire negli affari del destino, dicesti così-
-Noi firmeremo quell'accordo!- ripetette Tony
-Non lo farai-
-Sta a vedere capitano- lo sfidò Stark mentre Natasha cercò di calmare la situazione ma ormai il vaso si era rotto e non poteva essere più riparato.

Stavo preparando le valigie, decisi di partire prima, vista la situazione di tensione che si era creata in cui non dovevo assolutamente intervenire, anche Heimdall era stato chiaro. Chiusi lo zaino e mi diressi fuori dall'edificio dove tutti mi attendevano.
-Sta attenta dea del Caos e ritorna viva- mi salutò Stark sorridendomi, io ricambiai poi lo vidi salire in macchina e sparire. Mi avvicinai poi a Visione e Wanda.
-State attenti e tu bada a lei- lo avvisai mentre entrambi mi sorrisero. Wanda ed io ci stringemmo in un abbraccio.
-Anche tu Eris, sta attenta- mi staccai e fu il turno di Natasha che subito mi strinse in un abbraccio spacca ossa.
-Nat sta tranquilla, tornerò a trovarvi-
-Sta attenta Eris, ti prego, non voglio perdere un'amica- mi sussurrò all'orecchio mentre io sorrisi commossa
-Non succederà, anzi tornerò vittoriosa e sarai fiera di me vedova nera- mi allontanai io dall'abbraccio sorridendole.
Fu il turno di Steve e un peso sul cuore non mi permise di respirare e mentre cercavo di trattenere le lacrime, mi avvicinai all'uomo. Ci guardammo per molto negli occhi  e notai che anche le sue iridi azzurre erano piene di lacrime.  Mi attirò a lui e ci abbracciamo, un abbraccio che desideravo non finisse mai, avrei voluto tanto portarlo con me ma, il destino lo voleva qui su Midgard ed era giusto così.
-Sta attenta tesoro, guardati le spalle e ricorda che ti amo e ti amerò- mi sussurrò, fu impercettibile ma riuscì a trasmettermi tutta l'angoscia che provava in quel momento.
-Sarò prudente e tu ricorda una cosa Steve Rogers, segui sempre il tuo intuito, sempre- gli ricordai io, lui mi guardò confusa poi capì a cosa mi riferivo e tornò sul suo unico volto lo sguardo affranto. Mi staccai da lui non prima di avergli adagiato nel palmo della mano un ciondolo.
-Tienilo sempre con te- lo ammonì io non ammettendo replica
-Lo farò principessa, ora va' ti prego oppure sarà ancor più difficile-
Mi allontanai definitivamente  e presi posizione al centro dell'erba, chiusi gli occhi contattando il guardiano del portale, "Heimdall sono Eris, riportami su Asgard", ripetei per alcune volte la frase, improvvisamente riuscì a fare un cenno della mano prima che Heimdall ascoltasse le mie richieste. In quel momento il mio cuore ebbe un mancamento e alcune lacrime caddero salate mentre gli occhi azzurri dell'uomo che mi aveva stravolto la vita restavano impressi nella mia memoria.

Heimdall mi salutò sorridente e stupito dal mio ritorno.
-Principessa, non credevo sareste tornata-
-Neanche io caro Heimdall fin quando il dovere non ha fatto sentir forte il suo richiamo , devo adempiere al mio destino- l'uomo sorrise comprensivo e mi lasciò andare a salutare mio padre prima di ripartire.

Entrai nella sala del trono e trovai mio padre seduto lì mentre chiacchierava con alcuni consiglieri, appena chiusi il grande portone in oro tuti si voltarono verso di me, compreso mio padre che si alzò sorridente avanzando nella mia direzione spalancando le braccia.
-Figlia mia, bentornata- mi strinse in un abbraccio nello stupore generale, allora Thor aveva ragione, nostro padre aveva qualche rotella fuori posto pensai. Ricambiai titubante l'abbraccio e ci staccammo.
-Padre, sono contenta di vedervi e scusate per la mia fuga di soppiatto- ammisi davvero in colpa mentre lui mimò un gesto della mano
-Tranquilla, acqua passata, ma dimmi cosa ti riporta qui su Asgard?- chiese mentre ci sporgemmo dalla grande balconata
-Il destino padre, devo andare a riprendere la mia corona, il regno è sull'orlo del disastro-
-Avrai bisogno di un esercito, qualcuno che ti aiuti, puoi chiedere a me...- iniziò lui ma lo fermai
-Ho già tutto padre, il mio esercito è ancora fedele-
-Bene bene e quando partirai?-
- Subito, non posso perder tempo- tagliai corto io ricevendo un suo sguardo stupito
-Oh, va bene sor...Figlia mia- si corresse lui, qua gatta ci cova pensai ma lasciai perdere
-Ci vediamo presto padre- lo salutai e ci stringemmo in un abbraccio, poi mi voltai pronta ad avviarmi verso l'uscita ma la sua mano sulla mia spalla mi fermò
-Aspetta figlia mia, ricorda una cosa, l'inganno è più vicino a te di quanto pensi- lo osservai interrogativa ma lui mi sorrise, decisi allora di pensarci più tardi e uscì dalla sala con i pensieri che navigavano nella mia mente non trovando un porto sicuro.

Grazie ad Heimdall arrivai su Hrongl. Mi osservai attorno e sorrisi respirando aria di casa. La mia casa finalmente. Mi diressi a passo svelto al punto che James mi aveva indicato come luogo di incontro. Arrivai vicino alla caverna e mi appoggiai lì perdendomi nei pensieri. Hrongl era il pianeta che si aggiunse ai nove che tutti conoscevamo, saltò fuori subito dopo che mia madre annunciò di aspettare una figlia. Tutti restarono stupiti e solo dopo capirono l'apparizione di quel pianeta anomalo mai visto prima. Il Caos aveva fatto un lavoro con i fiocchi, poiché Hrongl era un pianeta dalla bellezza unica e rara. Gli abitanti erano persone affabili e alcuni di loro possedevano una predisposizione alla bassa magia, ovviamente non mancavano i più crudeli ed i nobili assetati al potere. Oltre al castello che si ereggeva alto al centro di un'immensa prateria, le case si diramavano fino a perdersi; la natura era selvaggia ma amica della gente del posto. Essa ci faceva dono di alcune specie di piante rarissime che in cambio chiedevano rispetto e gratitudine.  A risvegliarmi dai miei pensieri fu James seguito da due guardie che appena videro la mia figura si inginocchiarono in segno di rispetto. Feci un gesto con la mano e loro si rimisero in piedi.
-Eris, bentornata a casa- mi salutò il ragazzo moro sorridendomi
-Grazie James, mi sento propio a casa- risposi io mentre sulla mia fronte apparve la tiara da principessa ereditaria
Era ora di cominciare una guerra, che avrei vinto, a tutti i costi, parola della dea maledetta.

Spazio autrice
Ciao ragazzi!! Spero vi piaccia questo capitolo che introduce una nuova sfida!!!

La dea maledetta //anime perse//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora