Cap. 1

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Eris pov
Ormai era tutto così monotono, la mia giornata, i miei poteri, la mia vita. Ero la dea del caos eppure non seminavo tanta discordia ma passavo le mie giornate rinchiusa nelle mura di Asgard.

Come ogni mattina mi alzai, indossai la tuta d'allenamento e mi diressi, tutta assonnata, nella sala da pranzo dove c'erano mio padre Odino e qualche nobile che discutevano degli affari di Asgard e tutti gli altri parlavano tra loro, ridendo e scherzando; poi c'ero io, ancora con occhi chiusi cercando di far colazione senza arrabbiarmi di prima mattina.

Mi sedetti a mangiare quando una voce familiare si fece strada nelle mie orecchie, i miei occhi grigi si spalancarono di scatto facendomi sorridere
-Sorellina sono appena tornato e neanche un abbraccio?- mi avvicinai a lui per abbracciarlo
-Thor!, Mi sei mancato tanto- lui rise
-Anche tu mio piccolo Caos>- lo guardai male, ma mi rilassai subito mentre mi strinse in quegli abbracci spacca ossa. Dopo essersi seduto decisi che era il momento di chiedergli una cosa che mi tartassava da un po'
-Senti Thor , volevo chiederti una cosa- il suo sguardo si fece serio
- Dimmi -
-Vorrei prendere parte al progetto Avengers- il suo sguardo da serio si fece cupo
-No! , Non se ne parla neanche, è un suicidio- lo guardai male
-Dai Thor, ho chiesto anche a nostro padre ed ha detto di si, non è vero padre?- mio padre ci guardò e distrattamente accennò ad un si
-Eris, è pericoloso ed io, dovendo combattere non potrei proteggerti, e poi sai cosa ne penserebbero nostra madre e Loki- a sentire i loro nomi i miei occhi si fecero lucidi e la mia voce si fece tagliente
-Non nominarli- chiusi il discorso, a denti stretti, mi alzai e andai via, lasciandolo lì con lo sguardo puntato verso di me.

Sia Loki che mia Madre Frigga, sono il  mio tasto dolente, dopo che gli elfi neri, vecchi nemici di mio nonno, li uccisero, non uscì da camera mia almeno per un bel po', e quando finalmente cominciai ad allenarmi di nuovo, non interagivo con nessuno, neanche con Thor, che partì qualche settimana fa. Solo dopo quasi 2 anni ho ripreso la mia vita in mano, non parliamo di quella sentimentale, ho avuto più delusioni che storie d'amore con un lieto fine; tutti avevano uno scopo ben preciso: volevano i miei poteri, o avvicinarsi a mio padre ed a Thor. Ne hanno spezzate di ossa, molti ragazzi sono ancora traumatizzati da loro.

Entrai nella palestra e comincia ad allenarmi, dopo molto uscì da lì e mi sporsi da uno dei balconi del palazzo, da lì si vedeva tutta Asgard, in tutta la sua potenza, eppure immaginavo sempre Hrongl al posto di Asgard. Divenni principessa ereditaria di quel regno prima di nascere, anche se ora è stato preso da un tiranno a cui, molto presto, taglierò la testa. Il caos scelse un erede a cui dare poteri come i suoi e, senza dare importanza al sesso, lì diede a me. Mentre immaginavo Hrongl ed una folla che acclamava il mio nome, qualcuno mi toccò una spalla e mi irrigidì di scatto
-Eris sono io-mi abbracciò, uno di quegli abbracci che mi dava sempre, sentivo il calore che la sua forza emanava; gli volevo bene ma a volte, mi faceva arrabbiare, cioè ho quasi 2000 anni ( 20 anni per i terrestri), so badare a me stessa
-Thor , non credere che con un'abbraccio potrai farmi cambiare idea- dissi io continuando a bearmi di quella sensazione di protezione
-Mi dispiace Eris, ma non posso rischiare che tu ti faccia male- nel mentre escogitai un piano nella mia piccola testolina
-Va bene Thor, rispetterò la tua decisione- lui sorrise e si allontanò mentre io avevo in mente una cosa con i fiocchi. L'avrei seguito di soppiatto, protetta dall'ombra del Caos.

Mi alzai di scatto dal letto, tutta sorridente mi diressi in bagno mi lavai e mi vestì con una tuta nera composta da pantalone,maglia e giacca nera più lunga dietro fino alle caviglie, pettinai i miei lunghi capelli neri, presi Enjiel e la misi nella fodera al fianco della mia divisa, mi diressi velocemente all'entrata nascondendomi dietro ad una colonna mentre Thor, grazie al Bifrǫst, partiva con l'aiuto di Heimdrall.
Dopo qualche minuto mi avvicinai all'uomo che mi sorrise.
-Heimdall devi aiutarmi a seguire Thor- lui mi guardò alzando un sopracciglio non facendo sparire un sorriso d'intesa
-Anche se non potrei farlo, per sbaglio...- concluse la conversazione il guardiano aprendo per "puro caso" il portale e sorrisi ringraziandolo con gli occhi. Mi preparai al senso di nausea che quel maledetto modo di viaggiare tra i mondi mi provocava.

La dea maledetta //anime perse//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora