64. Casa?

292 8 0
                                    

Quando arriva il momento della partenza, Amelia mi tiene stretta, poi mi guarda- mi raccomando, tienimi informata di tutto.

Io annuisco- e tu goditi il viaggio.

Mi sorride, lancia un piccolo sguardo in direzione di Ignazio che sta salutando Gianluca e Piero -lo farò.

La abbraccio di nuovo, poi saluto Ignazio e i due partono in taxi diretti all'aeroporto.

Daniele viene ad abbracciarmi- ciao Marghe. Vieni a trovarci se passi da Roma. In assenza di Ignazio potrai giocare con Carlotta quanto vuoi.

Rido, abbraccio anche Anna- molto volentieri.

Poi é il turno di Gianluca e Leonardo, che a giudicare dalle espressioni hanno passato una notte bella come la nostra. E infine, dopo aver caricato i bagagli, ci mettiamo in auto.
Ho dovuto insistere parecchio, ma vista la sua poca reattività alla fine Piero mi ha lasciata guidare.
Imposta il navigatore mentre usciamo dell'agriturismo.
-hai presente che mi torturi sempre quando guido?

-ti torturo? E in che modo?

-così. -dice e allunga una mano sulla mia coscia.

Scoppio a ridere-Piero ad una ragazza una mano sulla coscia non fa nessunissimo effetto. Siete voi ad essere strani.

Si imbroncia- quindi non ti distrai?

-e neppure mi viene un'erezione.

Sospira. Toglie la mano.
-però non è spiacevole se la tieni lì.

Lui fa un mezzo sorriso, poi rimette la mano sulla mia gamba.
La strada è lunga, quindi ci fermiamo ad un'area di servizio e ci sgranchiamo le gambe con un caffè.
Piero si è svegliato abbastanza da guidare e lo guardo di sottecchi mentre metto io una mano sulla sua gamba.

-Margheritaaa-sbuffa esasperato.

Scoppio a ridere, sposto la mano ma mi allungo a dargli un bacio su una guancia.

Lui scuote la testa -se arrivo a casa dei miei col durello è colpa tua.

-non sarà la prima volta immagino.

-ma che sei pazza? Mi facevo vedere così secondo te?

-quindi tua madre non è mai entrata in camera tua di mattina mentre dormivi?

-certo che è entrata.

-e allora?

-non ci avevo pensato.

Quando entriamo in paese io sono impaziente di scendere dall'auto ma in ansia allo stesso tempo.

Piero mi guarda-che hai?

-ho le gambe addormentate.

-lo so, é stato un viaggio infinito. Ci siamo quasi, casa dei miei é vicina.

Percorriamo le stradine in silenzio, poi finalmente ci fermiamo davanti a un cancello in ferro battuto.

Piero strombazza, il cancello si mette in moto e si apre. La casa è una villetta familiare con le pareti bianche. Davanti la porta si sbracciano una donna alta e magra e una ragazza. Sua madre e sua sorella. Piero parcheggia l'auto, mi sorride, poi scende. Sua sorella gli corre incontro e lo stritola, sua madre li raggiunge con più calma e poi si aggiunge all'abbraccio. Io resto in disparte. Poi Piero si volta verso di me e mi fa cenno- Mamma, Mariagrazia, vi presento Margherita. Le due mi sorridono. Sono entambe belle e vestite alla moda.
Sua madre mi stringe la mano-che piacere conoscerti, Piero ci ha detto grandi cose di te.

Lo guardo, non me lo aspettavo-piacere mio, grazie per l'invito.

Poi sua sorella chiede-posso abbracciarti?

Non mi aspettavo neppure questa-certo.-le sorrido, lei mi abbraccia brevemente -è un piacere conoscerti, anche a me Piero ha parlato tanto di te-le dico.

Finiti i saluti ci dicono di entrare. Piero dice- prendo i bagagli e poi vi raggiungo.

-ah giusto. -fa sua madre.-aspetta. Chiamo tuo fratello.

Suo fratello? Sbaglio o ha solo un fratello e una sorella? Il che vuol dire...

-Francesco!- esclama sua madre entrando in casa- puoi aiutare Piero con i bagagli?

Mi volto verso Piero, lui guarda me- che c'è?-sussurra.

-c'è anche Franz?

-si, ti avevo detto che era una riunione di famiglia. Tranquilla nessun imbarazzo per Amelia, lui sta bene.

Quando Franz esce dalla porta è bello come ricordavo. Solo ha due cerchi scuri sotto gli occhi. Sta bene eh? Non deve essere facile che la ragazza che ami sposi un altro in effetti.

Franz sorride al fratello e lo abbraccia, poi mi rivolge un sorriso gentile, mi prende la mano e mi bacia le guance -ciao, Margherita. Come stai?-chiede.

Ricambio il sorriso-molto bene, ti ringrazio, e tu?

Lui mi studia un secondo, poi capisce che so tutto. Stringe piano le mie dita, una stretta che vuol dire confidenza e io capisco.

Sua sorella ci guarda-voi vi conoscete già?

Lui annuisce-ci siamo conosciuti a Bologna.

-ah già, Amelia vi avrà sicuramente presentati. -dice sua madre, Franz deglutisce- esatto.

-mi dispiace tanto non essere andata al matrimonio-continua lei ignara- ma mio marito ha un impegno importante al lavoro e non ha potuto liberarsi. Hai fatto gli auguri da parte nostra?-chiede a Piero.

Lui annuisce -certo, il regalo è piaciuto molto.

Lei sorride-menomale. Sú, entriamo. Ho preparato una bella limonata.

Scambio un'ultima occhiata con Francesco, lui aiuta il fratello con i trolley. Io prendo la mia borsa e le varie bustine di regali e li seguo dentro. La giornata non è calda a livelli soffocanti, ma la casa fresca è un sollievo dal sole delle quattro di pomeriggio.
Piero distribuisce i regali.
Facciamo una merenda composta di pasticcini, limonata e torta fatta in casa. Io mi limito a un dolcetto al limone e un bicchiere di limonata fresca (troppo dolce per me abituata a berla senza zucchero ma mica posso dirlo).
Poi sua madre ci congeda con un- sarete stanchi, perché non andate di sopra a riposare?

Piero annuisce-mi ci vuole proprio.

Ringrazio per la merenda, poi lo seguo in quella che immagino sia la sua camera.

Faccio una doccia molto veloce mentre lui disfa il bagaglio, mi asciugo e indosso gli slip e una canotta, poi mi stendo sul letto. Si spoglia, io lo guardo e lui mi fa l'occhiolino. Prima di entrare in bagno spegne l'aria condizionata-ti viene un colpo così.

-grazie. -biascico mentre già mi si chiudono gli occhi.

Poco dopo Piero si stende accanto a me.
Io apro gli occhi, lui mi abbraccia, la sua pelle è fresca e profumata. Io non resisto e mi sfilo la canotta. Mi fa sempre impazzire il contatto con la sua pelle-sento caldo. -mi giustifico.

Lui ride- così mi fai venire un accidenti Marghe.-sussurra accarezzandomi piano la pelle nuda della spalla.

Mi appisolo di nuovo sul suo petto, mentre le sue dita calde mi fanno sentire a casa. Casa mia non era da un'altra parte?

Fino a quando fa bene. Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora