67. Psicologia familiare

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Una tazza di caffè sotto al naso interrompe un sogno che coinvolge una giraffa che mangia Mariagrazia.
Apro gli occhi, Piero ride-solo il caffè può farcela.

-eh?

-hai il sonno pesante.

-davvero? Non me lo ha mai detto nessuno.

-te lo assicuro.

Mi tiro su, lui mi porge la tazza- buon giorno.- dice baciandomi una guancia.

-buon giorno a te. Quali sono i progetti per oggi?

-andiamo a mare?

Arriccio il naso-dopo tutta la strada di ieri oggi non mi va di viaggiare. Ci possiamo andare domani. Ci sono posti da visitare?

Annuisce- chiese. Tante. E conventi. E una bella biblioteca.

-vada per le chiese, i conventi e la biblioteca. Ma prima un cornetto.

-credo mia madre li abbia già presi. Stava apparecchiando.

-uffa, volevo andare a far colazione con te. Ed evitare la tua famiglia.

Ride- che dici se invece che un cornetto al bar ti offro una granita?

-per farti perdonare dopo avermi costretta a tavola con tua sorella? Non basta.

-Non sai quanto mi dispiace. Tu odi le famiglie, io ti costringo a conoscere la mia e poi succede questo.

-Non mi hai costretta. E non ce l'ho con te.

-Ce l'hai con lei?

-tu che dici? -ridacchio- mi ha accusata di avere una tresca con tuo fratello.

-lo so. É impazzita. Credo sia solo gelosa, non passiamo più tanto tempo insieme.

-si, per passare più tempo insieme ai tuoi fratelli il metodo giusto é cercare di metterli uno contro l'altro tramite la ragazza di uno.

Ride- ho detto che è impazzita infatti. Mi dispiace per quello che è successo.

-non è colpa tua.

-lo so, ma sono stato io a portarti qui.

-allora è ufficialmente colpa tua.

-credo che si sia ufficialmente rovinata qualsiasi chance di avere una tipica famiglia del Sud in cui le feste comandate sono fatte di tavolate enormi e tutti vanno d'accordo.

Bevo un sorso di caffè- ma dai, è una fantasia. Quando mai tutti vanno d'accordo. Quella delle feste necessariamente tutti insieme per quanto mi riguarda è una forzatura. C'è sempre qualcuno che odia qualcun altro eppure ti senti in dovere di passare le feste insieme a quelle persone invece di godertele e fare ciò che vuoi.

-chi odi tu della tua famiglia?

Rido- non vado troppo d'accordo con la sorella di mio padre. Ma loro non li vedo quasi mai. I parenti dalla parte di mio padre, sai...

Si sistema meglio sul letto- no, in realtà, non ne parli mai. So solo che i tuoi sono divorziati ma nulla di più.

Alzo le spalle- non c'è molto da dire in realtà. È stato un divorzio abbastanza normale, niente guerre in tribunale o avvenimenti drammatici. Mio padre pagava gli alimenti, mia madre lavorava...stavamo abbastanza bene. Non è stato facilissimo per me, ero piccola, ma mi ci sono abituata.

-i tuoi non andavano d'accordo?

-no. Non che io abbia mai assistito a litigate violente o lanci di coltelli. Ma si sono sposati da giovani e si sono allontanati sempre di più. Mi ricordo tanto silenzio, comunicavano a malapena. Sai la cosa delle feste comandate che dicevo prima? Erano un incubo. Terribili. Uno stress tremendo. Il primo Natale dopo il divorzio invece è stato uno dei più belli della mia vita.

-davvero? Credevo fosse al contrario.

Scuoto la testa- mia madre e mia nonna paterna si odiavano. Mia nonna non l'aveva mai vista di buon occhio perchè era una donna indipendente. Amelia ti ha parlato di sua madre che è cresciuta tra la Spagna e il Portogallo, no? -lui annuisce, io continuo- ecco, sono sorelle, sono cresciute insieme, hai visto poco mia madre in questi giorni ma avrai capito il tipo anche pensando alla madre di Amelia. La madre di mio padre non approvava, per lei una donna doveva stare in casa e fare un minimo di quattro figli ed essere del tutto devota al marito. Mio padre non è come lei, ma aveva un ideale di famiglia diverso da quello di mia madre. Non è un misogino ma é cresciuto in un ambiente patriarcale, avrebbe voluto una famiglia numerosa, e poi avrebbe voluto che mia madre si occupasse dei figli, tanto il suo stipendio bastava. Mia madre ha avuto me, ma ha avuto una gravidanza difficile e non ha più voluto ritentare. E ha sempre lavorato, scaduto il congedo maternale ha subito ripreso. A lui non piaceva il fatto che io passassi tanto tempo con i miei nonni materni e la babysitter nè l'idea di non avere altri figli. E a poco a poco la comunicazione è venuta meno e non avevano più nulla in comune. Eccetto me, immagino.

Piero mi fa mezzo sorriso- perchè quel Natale è stato il migliore?

-perchè non c'erano i parenti di mio padre principalmente. E perchè mia madre era stanca di tutta quella normalità apparente e così per la prima volta abbiamo passato il Natale fuori. Siamo state ad Ibiza.

Ride- Ibiza? Voi due da sole?

-già. Niente discoteche e club però. Adesso in genere passiamo il giorno di Natale con la nostra famiglia, quella che ci piace, e lei ha il suo compagno, quindi da qualche anno viaggia con lui. Il che è sempre stato giusto visto che io lo facevo con...Gregorio. Ma da quando...beh. É stato un po' triste anche se a lei non l'ho mai detto. -lo guardo- è per questo che il Natale mi rende triste, sai?

Piero mi prende il viso tra le mani- questo Natale sarà diverso.

Io lo guardo- è questo genere di promessa a spaventarmi.

-non deve. Te l'ho già detto che non ti lascio andare.

Lo bacio- non farlo.

Lui scuote la testa- sarei un pazzo a farlo.

-e la zia che odi?- dice cambiando il tono serio della conversazione.

Rido- non è che io la odi...beh si forse un po'. È un po' come sua madre. Pensa che le donne debbano stare in casa e occuparsi della loro famiglia. Non ha mai ben visto i miei studi e non ha mai perso occasione per farmelo notare. I suoi figli hanno qualche anno meno di me, tutti maschi tranne una, quei tre non sanno neppure scegliere le mutande da mettersi dopo essersi fatti la doccia e si alzano da tavola senza togliere neppure il loro piatto mentre quella poveretta della figlia deve lavorare anche per loro. Ho provato più di una volta a farlo notare ma a quanto pare lei è convinta che sia giusto così.

-non è facile cambiare il modo di pensare delle persone.

-ah credimi, lo so. Ci ho perso le speranze. E non vado più a trovarli, quindi meglio di così non potrebbe andare. E sai il peggio? Uno ci prova con me.-rido- ti rendi conto?

-non c'è cosa più divina...

-che schifo!

-magari è solo attratto da te come donna più che come cugina. Come donna forte e indipendente, molte volte si è attratti proprio da ciò che sembra l'opposto rispetto a dove si cresce.

-a me la cosa da' solo la nausea.

-e tuo padre? Non ti manca?

-non più. All'inizio un po' anche se non è che sia mai stato troppo presente. Ma ormai c'è un certo equilibrio nella nostra lontananza.

-capisco.

-comunque non so come siamo arrivati qui. Un risveglio dovrebbe essere basato sul sesso o su eventuali preliminari, non su una seduta di psicoanalisi familiare.

Ride- non c'è problema, si rimedia subito.

Mi prende la tazza e la mette via, poi si avvicina pericolosamente a me -ben svegliata- dice facendomi ridere. Ed effettivamente il risveglio diviene molto piacevole.

Fino a quando fa bene. Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora