Margherita.
Amelia si mette alla guida.- Questa macchina è troppo grande per me.-dice. -Preferisco la mia di gran lunga.-Mmh-mm.
Lei mi lancia un'occhiata-Okay, sputa il rospo.
Sospiro-Ho spifferato tutto.
-Marghe!
-Lo so, lo so. Mi dispiace, ma lo ha espressamente voluto lui, me lo ha chiesto due volte in modo diretto. Meritava di sapere anche se tu sei troppo corretta per farlo. E poi comunque Piero glielo avrebbe detto, lo sai.
Sospira-Staranno litigando di brutto già da ora.
-Posso dire? Non mi dispiace.
-E Gianluca che ti ha detto?
-Che in fondo aveva capito che persona fosse. E che devi sapere che a te non rinuncerà mai per nessuno.
Anche al buio, noto il piccolo sorriso e lo sguardo sollevato di Amelia.
Restiamo in silenzio, poi parcheggia sotto casa di Piero e saliamo su.
-E come ti trovi qui?-chiede maliziosamente.
Alzo le spalle-Considerato che è la seconda volta che ci vengo direi bene? Boh.
Ride, poi suonano al citofono-Hanno fatto presto.-dice.
-Apri tu? Io non so come funziona.
Scoppia a ridere-Certo.
Chiede chi è, poi mi guarda. -Gianluca.
Spalanco gli occhi-Con la faccia di cazzo?
-Ha detto "da solo".
-Bene. La avrei gettata giù dalle scale. E Piero sarebbe stato d'accordo. Che carino che era, tutto infervorato per te.
Ride-È un buon amico. -mi rivolge uno sguardo eloquente-E un bravo ragazzo.
Alzo gli occhi al cielo ma sto sorridendo. Poi bussano e Amelia apre la porta.
Gianluca la abbraccia stretta senza dire una parola. Poi la guarda-Mi dispiace tantissimo.
-Non hai fatto niente, non hai di che scusarti.
-Non la vedrai mai più, stanne certa. E neppure io.
Amelia lo guarda-Non devi fare questo se lei ti piace, non è ciò che voglio.
-Amelia. Lo sai anche tu che non è la persona giusta. Va bene così. -tiene strette le sue dita, entrambi spostano un momento lo sguardo sulle loro dita intrecciate. Poi lui le lascia un bacio sulla guancia e sospira.-Ma più una scena del genere. E tu devi venire a parlarne con me. Hai capito?
Lei annuisce. Io vorrei nascondermi da qualche parte. Mi sento idiota in pieni in mezzo al salotto. Poi evidentemente si ricordano di me. Gianluca mi sorride-Grazie Margherita, sei stata preziosa.
Io alzo le spalle-Non ho fatto niente di che.
Anche Amelia mi lancia uno sguardo grato, poi di nuovo suonano al citofono è questa volta seguo l'esempio di Amelia e mi barcameno tra i pulsanti di questo aggeggio che tutto sembra tranne un citofono.
-Yeee, arriva l'alcool. -annuncio.
I due ridono-Stasera mi ci vuole proprio.-fa Gianluca.
-Senza esagerare che qua stanotte non possiamo restare.
Lui mi guarda maliziosamente e ride-Giusto, dimenticavo.
Io arrossisco, Amelia scoppia a ridere-E dai, scherzo. Mal che vada ti accompagniamo noi a casa. Basta lasciare casa libera a Piero.
-Ameliaaa.
Lei ride ancora, poi i due arrivano carichi di bottiglie.
-É qui la festa?-fa Ignazio.
-Decisamente. -risponde Amelia.
Quando tutto è pronto e sistemato, Piero si occupa dei drink. E non a caso, il mio preferito, Kir Royal.
Non mi aspettavo se ne ricordasse.Quando mi porge il bicchiere, le nostre dita si sfiorano, lui mi fa l'occhiolino.
-Dovrei avere qualcosa da sgranocchiare.-dice lui a un certo punto. Si sposta verso l'isola, l'ambiente è open space. Io lo osservo mentre tira fuori un pacchetto di arachidi e uno di patatine. E istintivamente lo raggiungo per aiutarlo.
Mi sorride, io apro i due pacchetti mentre prende delle ciotoline dipinte a maioliche.-Che carine.-dico.
-Le ha prese mia madre giù in Sicilia.
-Allora stiamo attenti a non romperle.
-Tranquilla, ne ho dieci.
Rido-Tua madre è cosciente della tua incapacità in cucina, si?
Alza le spalle-Ci prova ancora.
-La speranza è l'ultima a morire.
Verso le arachidi, poi sollevo lo sguardo su di lui. Mi sta osservando. Poi mi sorride. E mi bacia. Un breve bacio casto, tenero perfino.
Mi vengono le farfalle nello stomaco.Lui ridacchia-Scusa, non volevo imbarazzarti.
Scuoto la testa-Ma no, che dici. Non è imbarazzo. Mi hai sorpresa.
Lancia uno sguardo verso il salotto, poi mi fa spostare dietro un grosso pilastro lì accanto che fa da separatore tra salotto e cucina e immagino abbia un ruolo anche di sostegno del soffitto altrimenti non si spiegherebbe lì in mezzo.
-Che fai?-sussurro.
Lui mi risponde baciandomi. È un bacio breve ma molto intenso, le sue mani sono su di me. Mi morde piano il lobo dell'orecchio-Non vedo l'ora di restare da solo con te.-dice.
Io stavo pensando esattamente la stessa cosa. Quando mi lascia andare io torno all'isola per prendere le ciotole riempite, ma quando rientro nel campo visivo della gente in salotto, mi accorgo che sono tutti voltati verso di noi e fanno pure partire un applauso, gli infami. Io arrossisco, Piero scoppia a ridere.
-Preferite che andiamo o...?-fa Ignazio.
Piero alza gli occhi al cielo-I cazzi vostri mai, eh?- ma ride mentre riporta in salotto un paio di ciotoline e io lo seguo con le altre.
E mentre stiamo lì seduti tra divano e poltrone, io mi guardo intorno e mi rendo conto di quanto mi è mancato stare in mezzo a un gruppo affiatato di amici. Dopo Gregorio sono sostanzialmente rimasta da sola. A quanto pare succede così quando si è una coppia dentro a un gruppo di amici: vi lasciate e uno dei due lascia pure il gruppo. E considerato che di fatto quelli erano amici suoi ai quali mi aveva presentato, la scelta del gruppo era ovvia. Non che io abbia fatto nulla per tenermeli stretti. Sono una che sa lasciare andare fin troppo bene. La cosa ironica però era una. La mia migliore amica prese il mio posto. Ed ero stata io a introdurla in quella comitiva. Strana la vita a volte, no?
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Fino a quando fa bene. Piero Barone
FanfictionMargherita ha una vita ordinata. È ciò che ha sempre voluto. Ha un lavoro da ricercatrice all'università, due coinquiline che adora. Ma quando va a trovare sua cugina, Amelia, che per lei è come una sorella e che presto sposerà Ignazio Boschetto, la...