35. Sorpresa

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Piero si dirige dalla parte opposta di Milano rispetto al mio appartamento.

-ehm, Piero? Non vorrei fare la guastafeste, ma stai sbagliando strada.

Lui scuote la testa- come fai a dirlo se non sai neppure dove stiamo andando?

-in che senso? Non andiamo a casa mia?

-no.

-e dove andiamo?

-è una sorpresa.

Sorrido, le sorprese mi sono sempre piaciute. E con questo mood mi metto a guardare fuori dal finestrino.

Mi chiedo perché io non possa lasciarmi andare e prendere semplicemente la vita come viene, senza fermarmi troppo a pensare.

Ci stiamo dirigendo verso una zona rurale, non troppo lontana dal centro ma immersa nel verde.

Mi guardo intorno, non ci sono locali qui, solo case - Andiamo a fare un picnic?

Piero ride- no.

-ma allora dove andiamo?

-ci siamo, adesso vedi.

Poi svolta ed entra in un vialetto. C'è un cancello di ferro battuto che si apre dopo che Piero preme un bottone sul telecomando.
Dentro c'è un enorme giardino che circonda una villetta.
Lo guardo, non sto capendo. Entra e parcheggia, il cancello si richiude.

-voilá. Ti presento casa mia.

Mi volto verso di lui- aspetta, in che senso?

-nel senso che questa è casa mia.

-l'hai comprata?

-no, è solo in affitto. Ma mi serve una base d'appoggio qui, verremo spesso per la promozione del nuovo album, e sono stanco di fermarmi sempre in hotel, e poi lo sai che sono schizzinoso.

-e molto allergico.

-già. E tu potresti fermarti qui da me quando vuoi e non avremmo più il pensiero di svegliare le tue coinquiline o che ci sentano. E che mi odino.

-non ti odiano...

-insomma. Ho come l'impressione di non essergli troppo simpatico.

-ma no, a Giulia stai molto simpatico.

-Elena invece mi odia eccome.

-nah. Ad Elena stanno antipatici i cantanti. Ha avuto una disavventura con un tuo collega famoso e da quel momento se l'è presa con la categoria.

-chi sarebbe il collega famoso?-chiede incuriosito.

-sshhh, segreti tra coinquiline, se sapesse che te l'ho detto ti ucciderebbe, meglio non rischiare.

Piero ride- non diamole altri motivi. Che dici, vuoi vedere l'interno?

-certo.

Entriamo e dentro è anche meglio rispetto a fuori. L'arredamento è semplice e di gusto, pareti bianche, parquet chiari, un sacco di luce.

-di qui c'è la cucina, di qui il salotto- fa Piero da bravo agente immobiliare mostrandomi l'enorme villetta.- e al piano di sopra ci sono le camere da letto.

-mmmh. Interessante. E non me le fai vedere?

-non aspettavo altro.-ride.

Saliamo di sopra, ci sono tre camere da letto dotate di bagno indipendente e una grossa cabina armadio.

Mi guardo intorno, questa casa è bellissima.
-wow Piero. È fantastica, davvero.

Sorride-ti piace?

-molto. E mi piace tanto anche la zona.

-anche a me. È intima e ritirata ma non troppo lontana dal centro. Comunque non hai ancora visto la parte migliore. Vieni.

Scendiamo di nuovo di sotto, poi apre una porta scorrevole e voilà, il mio sogno proibito, molto meglio di un sogno erotico: una piscina coperta.

Stavolta sono a bocca aperta.
Piero ride- e non è tutto. La copertura è removibile, quindi d'estate diventa una piscina normale volendo.

Scuoto la testa- chi ha detto che i soldi non fanno la felicità è un idiota.

-ma no, non dire così. I soldi aiutano, ma la felicità...

-lo dici perché hai un sacco di soldi.

Corruga la fronte, è serio, ma non arrabbiato- pensi questo davvero? Che perché facciamo un sacco di soldi siamo degli ebeti sempre felici?

Non pensavo prendesse sul serio le mie parole. Lo guardo- ma no, Piero. Era una battuta, non lo penso affatto. Bastasse davvero una piscina per essere felici...

Fa un verso d'approvazione-giá. La gente pensa che sei famoso, i fan ti adorano, fai un sacco di soldi ergo non ti manca nulla per essere felice. Ma la verità è che facendo questo lavoro si bruciano un sacco di tappe e ci si sente soli molto spesso.

-é per questo che cerchi compagnie facili?

Fa un'espressione severa- e dai...

-no, sono seria, non è un'insinuazione. Voglio dire, ho visto che capita spesso che ti fotografino con una modella, un'attrice, una stilista...

-Margherita, guarda che la maggior parte di quelle ragazze io non le ho neppure sfiorate. Non mi nascondo, non sono certo un monaco di clausura. Ma i tabloids esagerano, non sono neppure così tanto un Don Giovanni. Non adesso almeno, da ragazzo sì.

-adesso hai una scopamica.

-no questo termine non lo voglio sentire. Abbiamo una relazione aperta io e te, l'amicizia per me non c'entra nulla con quello che facciamo.

-ma come, non mi reputi una tua amica?

-no, affatto. Amelia è mia amica.

Ci resto un po' male- buono a sapersi, grazie tante.

Lui è confuso- che ho detto?

-che non sono all'altezza di esserti amica?

Si copre gli occhi con le mani- eccola qui, un'altra interpretazione delle sue. Ho detto tutto l'opposto, Margherita. -mi guarda negli occhi- per me gli amici sono intoccabili. Come Amelia, per l'appunto. Intendo dire che per me tu sei tutt'altro che questo. Certo che ti reputo all'altezza. Ti reputo molto di più che all'altezza. Ma sono attratto da te in maniera completamente diversa da ciò che capita con i miei amici. È chiaro così?

Annuisco, un po' imbambolata. Sto assimilando le cose che ha detto, che sono più complimenti di quanti ce ne siamo fatti da quando ci conosciamo, escludendo quelli sul sesso.

-okay. -rispondo alla fine.

Lui ride- okay. Mi piace quando resti senza parole.

Scuoto la testa-non sono senza parole.

-d'accordo. Che ne dici di un bagno?

-non ho il costume.

-e a cosa serve?

Giusto. A cosa serve?



Piaciuta questa sorpresa? A domaniiii

Fino a quando fa bene. Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora