50. Fammi quello che vuoi

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Arriviamo in Sicilia intorno alle cinque del pomeriggio, prendiamo un'auto a nolo e poi raggiugiamo Santo Stefano di Camastra. Ci fermiamo in un bar per una tavola calda, poi raggiugiamo il nostro hotel. 

Nel momento esatto in cui entriamo in camera comincio a chiedermi se non sia stato un errore venire qui. Ci sono molti più paparazzi di quanto immaginassi, e in un paese così piccolo, poi. E circa mezz'ora dopo ecco i primi tweet su Piero Barone avvistato in Sicilia con una ragazza.

Quando ci chiudiamo la porta alle spalle, Piero abbandona ogni attitudine da perfettino e si spoglia spargendo in giro ogni cosa.

-Vieni qui. -dice attirandomi a sè. Io rido ma capisco la sua urgenza. Mi spoglio anche io, mi spinge contro il muro.

-Cammurria.-mormora sulla mia bocca-Preservativo.

-Prendo la pillola, lo sai.-Rispondo.-Io sono a posto dal punto di vista salute.

-Anche io.-risponde. Mi guarda negli occhi. Mi rendo conto che è una cosa grossa. -Facciamo senza?-mi chiede.

Io annuisco, lui mi sorride.-Okay.
Mi bacia ancora, si avvolge le mie gambe attorno al bacino, poi entra dentro di me. E sentirlo per la prima volta senza l'ostacolo del profilattico mi riempie di brividi ed eccitazione. Si siede sul letto portandomi con sè, e quando raggiungiamo il culmine insieme viene dentro di me. È strano per me, l'unica persona con cui l'ho fatto è stato Gregorio. Mi abbandono contro di lui, che si stende. Non avendo l'urgenza di separarci del profilattico, i nostri corpi restano intrecciati. Mi accarezza la schiena, il mio petto e il suo a stretto contatto, i battiti dei nostri cuori si fondono insieme. -Mi sei mancata da morire.-dice.

-Anche tu. Giusto un po'.

-Ti devo dare il tuo regalo.

-non era questo il regalo?

-Certo che no. Questo è per me. Giusto perchè tu lo sappia, non lo faccio mai con nessuna senza preservativo. 

-Neanche io. -lo guardo-Con il mio ex soltanto. 

-Hai pensato a lui?

-Penso a lui quando vedo le cacche dei cani per strada di solito, non mentre ti scopo.

Lui solleva un sopracciglio con un sorrisetto malizioso-Eri tu a scopare me o io a scopare te?

-Io, ovvio. Ero sopra. Sono ancora sopra.

Ride-Giusto. Progetti di alzarti mai o vuoi restare così?

-Non si sta male.

Mi tiro piano su, lui si morde le labbra per non gemere e ride, io vado a chiudermi in bagno per lasciare che i suoi caratteri ereditari finiscano giù nello scarico. Mi avvolgo in un asciugamano, quando ritorno da lui, è ancora nudo, tiene in mano una busta con su stampate in nero le lettere I LOVE NY. 

-Io ne vedo due di pacchi regalo.

Scoppia a ridere-Uno è per dopo. Al momento dovresti scartare questo. Non aspettarti granchè, è una di quelle pacchianate per turisti. 

Mi siedo sul letto accanto a lui, che mi porge la busta. Dentro trovo diverse cose, un cappello con visiera beige con le lettere NY sopra, un portachiavi con la stessa sigla, un paio di cartoline, una palla di neve di Macy's con dentro i grattacieli newyorkesi. E infine uno di quei cappelli gommosi a forma di Statua della Libertà. Scoppio a ridere, ma quando lo apro, dentro c'è un'altra bustina, molto riconoscibile. Di Tiffany. 

Sollevo gli occhi su di lui, che alza le mani- So tutto. Non volevi gioielli eccetera. Ma per una fissata come te con i film ho pensato che fosse necessario. La scelta era questo o Godzilla. Godzilla sull'aereo non potevo portarlo, quindi...

Fino a quando fa bene. Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora