23. Posso scriverti?

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Passiamo il pomeriggio a passeggiare e poi sederci in mezzo al verde. Andiamo persino a visitare le stalle dei pony e a vedere i coniglietti. (Ps. Ne adotteró uno senza alcun dubbio.)
Arrivati a sera, la sala ristorante inizia a popolarsi, così Piero chiede se possiamo mangiare in camera. Dicono di sì e poco dopo un ragazzo viene a portarci un carrellino ricolmo di prelibatezze. Mangiamo al piccolo tavolo rotondo con due sedie, chiacchieriamo, ridiamo. É tutto stranamente tranquillo. Forse troppo. Sarà l'aria di campagna o forse l'idillio che sta per finire. Mi viene costantemente in mente che domattina andrà via e probabilmente non ci vedremo più se non a qualche evento legato ad Amelia e Ignazio. Ma mi dico che va bene così, che ho avuto anche più del previsto.

-Magari settimana prossima potremmo vederci.-dice lui d'un tratto. -o forse quella dopo. Dovremmo avere un evento promozionale qui a Milano.

Noooo! Urla la mia coscienza. Basta così. Universo, se ci sei batti un colpo.

-E quanto ti fermeresti?

-Un giorno, se non ho nulla da fare oltre al lavoro. Altrimenti potrei restare una notte e due giorni.

-Dove?

Alza le spalle-Conosco diversi hotel. Certo, sono poco discreti in centro. Ma volendo anche qui.

-Non è troppo fuori mano?

-Un po'. Ma offre più privacy.

-E un appartamento in affitto in centro? Ne conosco uno discreto.

"Margherita tu sei fuori".
Cervello ha lasciato la chat.

-Mi stai chiedendo di stare da te? Questa non me la aspettavo proprio.

-Non farti strane idee però. Vorrei solo ricambiare l'ospitalità.

-Ah certo, senza dubbio. -Mi guarda-Posso farti una domanda seria?

Io annuisco, lui continua-Posso scriverti? Ti va bene sentirci?

Oddio. Ma che problemi hai, Piero?

-Immagino di sì. -rispondo.

-Immagini anche di rispondere o solo di leggerli?

-Che scemo.

-Non ti disturba la cosa?

-No, Piero. Va bene. Non siamo due sconosciuti che non si rivedranno mai più. Quindi senza nessuna pretesa, ma va bene se ci teniamo in contatto.

-Okay.

-Okay.

Dopo cena vado a lavarmi i denti. Tengo sempre uno spazzolino nella piccola pochette in borsa, gli orari in università non sono mai fissi e chiari. E scopro con non troppa sorpresa che anche quel perfettone di Piero ne ha uno.
Nessuno dei due ha portato un pigiama, dunque ce ne toccherà uno adamitico. Eppure una volta a letto, anche l'intimo presto va a finire sulla sedia accanto.

A svegliarmi è il sole che filtra attraverso le tapparelle.
Mi giro, e nel letto accanto a me non c'è nessuno. Stiamo scherzando? Mi ha mollata qua nel mezzo del nulla e se n'è andato? Mi guardo intorno, i suoi vestiti non ci sono. Mi tiro su a sedere, guardo lo schermo del telefono, nessun nuovo messaggio. Resto imbambolata a pensare al da farsi, quando una chiave si rigira nella toppa. Tiro su di botto il lenzuolo, non dovrebbero bussare prima di entrare per le pulizie? 

Ma non è un carrello delle pulizie a far capolino dalla porta, bensì un ragazzo con due caffè e cornetti. E io che penso sempre male quando quel poveretto mi ha pure portato la colazione.

Mi guarda e corruga la fronte- Sei una di quelle che si svegliano di cattivo umore?

Cerco di fare l'indifferente- No. Stavo per chiamare un taxi.

-E perché, scusa? -poi scoppia a ridere -Pensavi me la fossi filata?

-Può darsi.

Ride ancora, poi viene a sedersi sul letto e mi porge il caffè- Di solito prima di mollare le mie conquiste faccio un discorsetto, ma me lo hai già fatto tu ieri, quindi sarebbe inutile.

Alzo gli occhi al cielo e prendo il caffè.-Grazie. 

-Figurati. Cornetto c'era solo crema o cioccolato. E visto il tuo sguardo estasiato ieri con quel tortino ho optato per cioccolato.

-Ti dico una cosa. Se scegli cioccolato con me non sbagli mai.

Ride, io addento un angolo del cornetto, che è sorprendentemente molto pieno di nutella, quindi se Piero non avesse la prontezza di spostare sotto il mio mento il piattino che tiene in mano avrei già macchiato le lenzuola.

Scoppia a ridere, mentre io appoggio il cornetto.-Non ce lo hai un tovagliolo?

-Dimenticato. -Allunga una mano in direzione del mio volto e con il pollice raccoglie quella che immagino sia una colata abbondante di nutella dal mio mento. Poi si porta il dito alla bocca e lo succhia mentre mi guarda negli occhi. Credo di poter dire che questa è la seconda cosa più erotica che mi sia successa dopo che mi ha strappato le calze. Mi allungo nella sua direzione e lo bacio di slancio, senza tener conto del fatto che sono nuda sotto al lenzuolo che mi tenevo stretto. Lui mette velocemente via piatto e caffè, poi mi tiene stretta, le sue mani sulla mia schiena. Un'ora abbondante dopo lasciamo la camera. Mentre guida mi guarda di sottecchi. Io colgo il suo sguardo, lui ride.

-Che c'è?

-Niente. Sei bella.

-Oddio. Devo fare un po' di restauro prima di andare all'università, mi sa.

-Lavori oggi?

-Pomeriggio. Poca roba, abbiamo un incontro per discutere delle conferenze di Bologna. Non voglio annoiarti.

-Non mi annoi. Non te lo avrei chiesto altrimenti.

-E tu lavori?

-Stiamo registrando. Se faccio in tempo vado oggi, altrimenti domani.

-Quindi ti ho fatto perdere tempo.

Scuote la testa -Ho orari flessibili perlopiù. E poi sono stato io a voler restare, non me lo hai chiesto tu. 

-Okay. Allora per quanto riguarda l'evento a Milano mi fai sapere.

Sorride- Non mancherò. 

Quando si ferma sotto casa mia mi guarda- Ti bacerei ma non si sa mai, potrebbero fotografarci e..

-Tranquillo. Ci sentiamo. 

Annuisce- Okay. Ciao, Margherita.

-Ciao, Pietro.

Ride, io scendo e poi entro velocemente nel portone. E quando entro in casa e trovo Elena che mi guarda torva so che avrò parecchie cose da spiegare.

Fino a quando fa bene. Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora