Passiamo il pomeriggio a passeggiare e poi sederci in mezzo al verde. Andiamo persino a visitare le stalle dei pony e a vedere i coniglietti. (Ps. Ne adotteró uno senza alcun dubbio.)
Arrivati a sera, la sala ristorante inizia a popolarsi, così Piero chiede se possiamo mangiare in camera. Dicono di sì e poco dopo un ragazzo viene a portarci un carrellino ricolmo di prelibatezze. Mangiamo al piccolo tavolo rotondo con due sedie, chiacchieriamo, ridiamo. É tutto stranamente tranquillo. Forse troppo. Sarà l'aria di campagna o forse l'idillio che sta per finire. Mi viene costantemente in mente che domattina andrà via e probabilmente non ci vedremo più se non a qualche evento legato ad Amelia e Ignazio. Ma mi dico che va bene così, che ho avuto anche più del previsto.-Magari settimana prossima potremmo vederci.-dice lui d'un tratto. -o forse quella dopo. Dovremmo avere un evento promozionale qui a Milano.
Noooo! Urla la mia coscienza. Basta così. Universo, se ci sei batti un colpo.
-E quanto ti fermeresti?
-Un giorno, se non ho nulla da fare oltre al lavoro. Altrimenti potrei restare una notte e due giorni.
-Dove?
Alza le spalle-Conosco diversi hotel. Certo, sono poco discreti in centro. Ma volendo anche qui.
-Non è troppo fuori mano?
-Un po'. Ma offre più privacy.
-E un appartamento in affitto in centro? Ne conosco uno discreto.
"Margherita tu sei fuori".
Cervello ha lasciato la chat.-Mi stai chiedendo di stare da te? Questa non me la aspettavo proprio.
-Non farti strane idee però. Vorrei solo ricambiare l'ospitalità.
-Ah certo, senza dubbio. -Mi guarda-Posso farti una domanda seria?
Io annuisco, lui continua-Posso scriverti? Ti va bene sentirci?
Oddio. Ma che problemi hai, Piero?
-Immagino di sì. -rispondo.
-Immagini anche di rispondere o solo di leggerli?
-Che scemo.
-Non ti disturba la cosa?
-No, Piero. Va bene. Non siamo due sconosciuti che non si rivedranno mai più. Quindi senza nessuna pretesa, ma va bene se ci teniamo in contatto.
-Okay.
-Okay.
Dopo cena vado a lavarmi i denti. Tengo sempre uno spazzolino nella piccola pochette in borsa, gli orari in università non sono mai fissi e chiari. E scopro con non troppa sorpresa che anche quel perfettone di Piero ne ha uno.
Nessuno dei due ha portato un pigiama, dunque ce ne toccherà uno adamitico. Eppure una volta a letto, anche l'intimo presto va a finire sulla sedia accanto.A svegliarmi è il sole che filtra attraverso le tapparelle.
Mi giro, e nel letto accanto a me non c'è nessuno. Stiamo scherzando? Mi ha mollata qua nel mezzo del nulla e se n'è andato? Mi guardo intorno, i suoi vestiti non ci sono. Mi tiro su a sedere, guardo lo schermo del telefono, nessun nuovo messaggio. Resto imbambolata a pensare al da farsi, quando una chiave si rigira nella toppa. Tiro su di botto il lenzuolo, non dovrebbero bussare prima di entrare per le pulizie?Ma non è un carrello delle pulizie a far capolino dalla porta, bensì un ragazzo con due caffè e cornetti. E io che penso sempre male quando quel poveretto mi ha pure portato la colazione.
Mi guarda e corruga la fronte- Sei una di quelle che si svegliano di cattivo umore?
Cerco di fare l'indifferente- No. Stavo per chiamare un taxi.
-E perché, scusa? -poi scoppia a ridere -Pensavi me la fossi filata?
-Può darsi.
Ride ancora, poi viene a sedersi sul letto e mi porge il caffè- Di solito prima di mollare le mie conquiste faccio un discorsetto, ma me lo hai già fatto tu ieri, quindi sarebbe inutile.
Alzo gli occhi al cielo e prendo il caffè.-Grazie.
-Figurati. Cornetto c'era solo crema o cioccolato. E visto il tuo sguardo estasiato ieri con quel tortino ho optato per cioccolato.
-Ti dico una cosa. Se scegli cioccolato con me non sbagli mai.
Ride, io addento un angolo del cornetto, che è sorprendentemente molto pieno di nutella, quindi se Piero non avesse la prontezza di spostare sotto il mio mento il piattino che tiene in mano avrei già macchiato le lenzuola.
Scoppia a ridere, mentre io appoggio il cornetto.-Non ce lo hai un tovagliolo?
-Dimenticato. -Allunga una mano in direzione del mio volto e con il pollice raccoglie quella che immagino sia una colata abbondante di nutella dal mio mento. Poi si porta il dito alla bocca e lo succhia mentre mi guarda negli occhi. Credo di poter dire che questa è la seconda cosa più erotica che mi sia successa dopo che mi ha strappato le calze. Mi allungo nella sua direzione e lo bacio di slancio, senza tener conto del fatto che sono nuda sotto al lenzuolo che mi tenevo stretto. Lui mette velocemente via piatto e caffè, poi mi tiene stretta, le sue mani sulla mia schiena. Un'ora abbondante dopo lasciamo la camera. Mentre guida mi guarda di sottecchi. Io colgo il suo sguardo, lui ride.
-Che c'è?
-Niente. Sei bella.
-Oddio. Devo fare un po' di restauro prima di andare all'università, mi sa.
-Lavori oggi?
-Pomeriggio. Poca roba, abbiamo un incontro per discutere delle conferenze di Bologna. Non voglio annoiarti.
-Non mi annoi. Non te lo avrei chiesto altrimenti.
-E tu lavori?
-Stiamo registrando. Se faccio in tempo vado oggi, altrimenti domani.
-Quindi ti ho fatto perdere tempo.
Scuote la testa -Ho orari flessibili perlopiù. E poi sono stato io a voler restare, non me lo hai chiesto tu.
-Okay. Allora per quanto riguarda l'evento a Milano mi fai sapere.
Sorride- Non mancherò.
Quando si ferma sotto casa mia mi guarda- Ti bacerei ma non si sa mai, potrebbero fotografarci e..
-Tranquillo. Ci sentiamo.
Annuisce- Okay. Ciao, Margherita.
-Ciao, Pietro.
Ride, io scendo e poi entro velocemente nel portone. E quando entro in casa e trovo Elena che mi guarda torva so che avrò parecchie cose da spiegare.
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Fino a quando fa bene. Piero Barone
FanficMargherita ha una vita ordinata. È ciò che ha sempre voluto. Ha un lavoro da ricercatrice all'università, due coinquiline che adora. Ma quando va a trovare sua cugina, Amelia, che per lei è come una sorella e che presto sposerà Ignazio Boschetto, la...