13. Peccatori

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ERRATA CORRIGE, HO SALTATO UN CAPITOLO, CHIEDO SCUSA.

Quando finalmente la serata finisce e tutti stanno man mano andando via, Amelia e io andiamo verso la macchina di Ignazio e lei mi porge la mia sacca.

Piero si avvia discretamente verso la sua macchina, e dopo aver messo in moto, viene accanto al fuoristrada nero-buona notte.-dico ad Amelia-ci sentiamo domattina, okay?

Lei annuisce- buona notte.

Poi io salgo in auto e lei ritorna verso Ignazio.

Piero sorride- tutto bene? Che hai lì?

-Un cambio d'abito. Avevamo intenzione di toglierci questi vestiti prima di tornare a casa.

Lui alza le sopracciglia-aah. Capisco.

In realtà non abbiamo molto da dirci. E io in questo momento mi sento un fascio di nervi.

Lo osservo mentre guida. Le braccia poderose sono rilassate, sta attento alla strada, la radio di sottofondo rendo meno surreale la situazione.

Quando parcheggia e scende dall'auto, fa velocemente il giro e viene ad aprirmi la portiera, io ho il terrore di ruzzolare giù facendo peraltro una figura di merda, ma lui mi porge una mano aiutandomi a scendere, i tacchi e il vestito lungo sono qualcosa di micidiale.

Prende la mia busta mentre io sono impegnata a reggermi il vestito. Mi fa strada verso un palazzo, apre il portone e lo tiene aperto per me.

Quantomeno è cavaliere. Quando entriamo in ascensore, lo sbircio, lui sta ridacchiando. É bello, con le mani in tasca e i bottoni del colletto ora aperti.

-Che c'è?-chiedo.

Lui scuote la testa- Che silenzio. Sembra la nostra prima notte di nozze.

Non posso evitare di ridere, lui mi passa un braccio attorno alle spalle, attirandomi a sè. Poi mi stampa un bacio sulle labbra, confondendomi il necessario.

Quando le porte dell'ascensore si aprono io neppure me ne rendo conto, giusto per sentire qualcuno schiarirsi la gola e trovarci davanti una signora avanti con gli anni con un cane al guinzaglio. Credo che potrei morire per l'imbarazzo.

-Signora Moncini.-fa Piero con un sorriso di saluto.

Lei ci guarda male. Che diamine porta il cane fuori alle due di notte.

-Buona sera.-fa lei stizzita.

Mi sforzo a restare seria, ma Piero, accanto a me, continua a toccarmi piano le costole con il gomito e a ridacchiare sotto i baffi.

Quando la signora esce al suo piano, ci rivolge un'altra occhiata antipatica e poi ci volta le spalle. L'ascensore si richiude e io scoppio a ridere- Oddio. Avrà pensato che io fossi una prostituta.

Lui ride- ma no. Solo una peccatrice.

-grazie, mi sei di consolazione.

Le porte dell'ascensore si riaprono al nostro piano, lui di nuovo mi fa strada verso il suo appartamento. Apre la porta e poi mi lascia passare dopo essersi sporto ad accandere la luce.-prego-dice piano.

Io lo precedo, lui poi richiude la porta.

Accende le luci del salotto, mi guarda-vuoi fare un tour della casa?

Scuoto la testa- magari domani.-sussurro avvicinandomi a lui.

Lui sorride maliziosamente, mentre mi avvolge la vita con le braccia di nuovo attirandomi verso di lui. Mi guarda le labbra, posso senza alcuna difficoltà ammettere che mi fa impazzire. E poi mi bacia. E poi via di scene da film mentre ci trasciniamo verso quella che immagino sia la sua stanza.

Accende un' abat-jour, mentre io gli infilo le mani sotto la giacca, che lui si sfila velocemente. E poi si ferma. Non capisco il motivo, lo guardo, lui fa un sorrisetto -solo un attimo.-dice.

E poi mette la sua giacca su una stampella. Io scoppio a ridere- non ti ci facevo così perfettino.

Lui ride- daai. Poi si stropiccia tutto e al lavaggio a secco non vengono perfetti.

Si toglie anche i pantaloni e mette anche loro nella stessa gruccia.

Noto di nuovo le cosce muscolose, fasciate da un paio di boxer neri.

-la camicia? Devi toglierti anche quella per non stropicciarla?-lo prendo in giro.

Lui scuote la testa- nzù. -nega silenziosamente.-quella si lava normalmente.

Torna verso di me- allora...-dice guardandomi- devo solo capire da dove toglierti questo vestito.

Io rido, gli volto le spalle, lui si posiziona dietro di me, afferra tra le dita la cerniera, il vestito si allenta man mano che lui la tira giù. Sento il suo respiro caldo sul collo e mi viene la pelle d'oca.

-fatto.-annuncia.

Io mi volto, lui mi sfila il vestito dalle spalle. Io lo lascio cadere e poi lo scavalco. E lui raccoglie anche quello, facendomi ridere e distendendolo su una sedia.

Sono in intimo mentre lui ha ancora la camicia. Infilo le mani sotto e percorro il suo torace muscoloso. Cavolo quanto è in forma.

Lui si apre i bottoni e poi la getta via.

Mi attira di nuovo a sè, e le sue mani trafficano sulla mia schiena, mentre mi scioglie il reggiseno, ci sa fare, ma tanto era ovvio.

Mi sfiora le spalle e lo tira giù. Il contatto contro il suo petto percorso da una leggera peluria, mi fa effetto, lui mi accarezza i fianchi, e poi si siede sul bordo del letto. Io prendo l'iniziativa, mettendomi cavalcioni su di lui, che sorride, probabilmente ha apprezzato il gesto.

E poi prende a torturarmi baciandomi i seni, mi sfugge un gemito nel momento in cui mi da' un piccolo morso.

Ridacchia, e mi guarda, poi si tira su portandomi con sè. Gattona sul letto, la presa salda sotto le mie cosce. Poi mi lascia, di schiena sul letto, mentre mantiene il proprio peso sui gomiti. Mi bacia il collo, poi scende piano verso il mio bacino. Mi sfiora da sopra il tessuto ormai umido degli slip, facendomi fremere.

Sorride, poi li tira giù. Ritorno su di me e mi guarda. Credo stia per baciarmi di nuovo, ma in realtà si allunga verso il comodino e prendere un profilattico.

Strappa la bustina con i denti, e questo gesto esperto mi eccita ancora di più, se è possibile.

Si tira giù i boxer lasciando respirare l'evidente eccitazione.

E dopo essersi messo il preservativo, ritorna su di me. Mi allarga le gambe e io penso stia per farlo, ma perde tempo ad accarezzarmi, io riverso la testa sul cuscino, alla ricerca di fiato.

Quando sono sull'orlo dell'orgasmo, si ferma, io lo guardo malissimo, lui ride-non ancora, bellezza.

Poi fa allineare le nostre intimità. E finalmente entra dentro di me. Resto senza fiato, mentre prende a muoversi.

Questa potrebbe davvero essere una delle notti più belle della mia vita.

Fino a quando fa bene. Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora