71. Pace fatta

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Quando raggiungo il salotto dopo una doccia veloce ed essermi vestita non so cosa aspettarmi. La tavola è apparecchiata, Piero e sua madre sono ancora in cucina, Franz è seduto sul sofà e mi fa un sorriso sghembo.

-che succede?- chiedo.

-niente di grave, credo.

Le voci ovattate dalla cucina però si sentono chiaramente.

-che vi è saltato in mente? -sta dicendo sua madre a Piero- così all'aperto, sarebbe potuto arrivare chiunque!

-chi poteva arrivare se è tutto blindato? Solo chi ha voglia di venire a curiosare, o no?

-non rigirare la cosa!

-forse non ti è ancora chiaro mamma, ma ho quasi trent'anni e che ti piaccia o no non devo giustificarmi per ogni cosa che faccio. E se resto fuori da casa con la mia fidanzata forse è perché voglio un po' di spazio da soli, non credi?

-quindi sarei venuta apposta per intromettermi e ficcare il naso?-alza la voce lei.

-non sarebbe la prima volta.- risponde Piero nervosamente.

Franz ha lo sguardo serio, stanno litigando e di brutto.
Adesso se io andassi in cucina potrebbero benissimo dirmi di starne fuori, ma il tono di sua madre è ferito e temo sia vicina alle lacrime.

-non me lo merito. Non mi merito che tu dica questo.

Mi decido e li raggiungo, proprio quando Piero sta per ribattere. Sua madre mi nota e poi anche lui, io gli vado vicino e gli poggio una mano sulla spalla ancora nuda, lui sospira, si appoggia con le mani alla spalliera di una sedia.
-non voglio intromettermi, so che non c'entro nulla. Ma vorrei dirvi che non è successo nulla di grave.

Piero mi guarda, io gli faccio mezzo sorriso- sono sicura che tua madre non avesse nessuna cattiva intenzione. -gli dico piano. Lui mi guarda. Sa che non sono il tipo che si mette in mezzo nelle liti familiari. E quindi probabilmente si rende conto di aver esagerato, perché annuisce e sospira, poi si volta verso di lei- Margherita ha ragione. Mi sono fatto prendere la mano. Mi dispiace.

Sua madre annuisce, lo sguardo teso.

-dai mamma, scusa. Non volevo alzare i toni.-le prende una mano- facciamo pace?

Lei gli sorride-solo perché sono una santa.

Piero la bacia su una guancia- vado a vestirmi e pranziamo, okay?

Lei annuisce, lui mi guarda prima di uscire e mi sfiora dolcemente il braccio.     

Quando restiamo sole lei non sa cosa dire, io le vado vicino e le sorrido, lei mi prende la mano e annuisce-mi dispiace per quello che è successo. Non volevo...

-lo so. Non c'è bisogno di scusarsi. Avremmo dovuto evitare.

Scuote la testa- no, Piero ha ragione, siete adulti, siete liberi di fare ciò che volete. Avrei dovuto avvertire.

-non fa nulla. È pur sempre un'esperienza da inserire nel curriculum.

Ride -sí, decisamente.

-posso aiutarla a fare qualcosa per pranzo?

-no, non preoccuparti, vai da Piero, devo solo aprire le teglie.

Le sorrido- d'accordo. Non vedo l'ora di assaggiare, solo il profumo mi ha già fatto venire fame.

Mi sorride- grazie Margherita. Sono felice che tu sia qui, davvero.

-anche io.

Raggiungo Piero in una camera al piano di sopra, quella dove abbiamo dormito sta qui al piano di sotto, ma non ha la doccia in camera e credo volesse evitare di girare nudo per casa al momento.

Fino a quando fa bene. Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora