Prologo

1.1K 83 230
                                    

Aprile 2018

Stringo una manciata di sabbia fra le dita, lasciando cadere sulla spiaggia granelli che scivolano via come le sensazioni che mi affollano la mente

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Stringo una manciata di sabbia fra le dita, lasciando cadere sulla spiaggia granelli che scivolano via come le sensazioni che mi affollano la mente.

Dolore, amarezza, rabbia.

Mica verso di lui. Verso me stessa. Perché mi sono illusa.

La luna è una pallida gibbosa calante che fluttua con indifferenza nel cielo cobalto scuro, appena sopra la linea dell'orizzonte, gettando una candida luce sulle sottili increspature dell'acqua. Fa fresco. Il vento soffia lieve sulla pelle nuda delle caviglie, facendomi rabbrividire.

Mi stringo nel cappotto troppo leggero, che ho buttato sulle spalle scoperte prima di correre via da quell'inferno.

È notte fonda. Saranno le tre. La risacca risuona lenta e regolare. Le onde lambiscono il bagnasciuga, avanti e indietro.

Come i pensieri, nella mente. Come il sangue, nel cuore.

Guardo la luna, impassibile e ignara. Che le importa, di tutto quanto? Che seccature potrà mai avere lassù, a trecentottanta migliaia di chilometri da questo folle mondo?

Qualcuno, non ricordo chi, diceva che i problemi non sono davvero gravi se immaginando di guardare la Terra dallo spazio non vedi alcuna differenza nel caso in cui ci siano o meno.

Allora io, seduta sulla spiaggia a gambe incrociate, con il trucco colato sul viso umido di lacrime e il cuore in subbuglio, guardo la gibbosa calante nel cielo, e le chiedo sottovoce se è davvero così.

Dall'alto, dallo spazio, cosa cambia se una ragazza frequenta un ragazzo nell'ultimo mese di Università?

Oh, un figo da paura, per inciso. Alto, atletico, con i capelli corvini, occhi chiari incastonati sul viso ovale, pomo d'Adamo in bella vista.

Cosa cambia se lui, dopo un po' di uscite con gli amici comuni, ti invita a uscire soli proprio il sabato dopo la laurea?

Cosa cambia se la serata è perfetta, cena di pesce, gelato sul lungomare e poi a casa sua, che non ci sono i suoi, e dritti a letto? Anzi, per la precisione, dopo un brindisi con uno spumante dolce da sballo?

E cosa cambia se poi lui si rivela perfino un asso fra le lenzuola, con gli attributi notevoli? E porca miseria, si toglie anche i calzini?

Non si vede mica niente di tutto questo, dallo spazio. No.

Eppure cambia.

Cambia perché poi lui mi chiede di restare a dormire. E io cedo. E lo abbraccio, e assaporo il suo profumo, e comincio a sperare che forse, con gli studi ormai finiti e una relazione intrigante nuova di zecca, sistemerò la mia finora miserabile esistenza.

Cambia perché succede che mi desto nel cuore della notte, e vado in bagno, attenta a non svegliarlo.

Cambia perché accade che per cercare la luce, tastando sul mobiletto sopra il lavandino, faccio cadere qualcosa.

Zero di dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora