10. Obiettivi ignoti

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«E Lea?»

«Luca ci ha portato a casa entrambe.»

«Quindi, lui non ha concluso con lei...?»

«No, che io sappia.»

David tira un sospiro di sollievo. «Meno male.»

«Mi spieghi perché sei contento?» lo interpello, furente. «Ti sembra una cosa positiva?»

«Aspetta, lasciami fare un passo indietro, vuoi? Fammi spiegare, vediamo se ho capito bene.»

Io alzo le spalle. «Fa' pure.»

L'ulivo sfoggia la sua chioma verde e rigogliosa oltre il vetro della finestra della cucina. Mia madre non c'è, è sabato pomeriggio. David non avrebbe bisogno di fare i compiti, la verifica di matematica di ieri gli è andata bene. Eppure, è venuto da me lo stesso, con il quaderno a quadretti e con il suo metro e ottanta di sfrontata curiosità. Tuttavia, è proprio ciò di cui ho bisogno. Jess è a una gara, mi pare dalle parti di Ravenna. Oggi non avevo proprio voglia di andarla a vedere nuotare, così sono rimasta a casa a godermi la solitudine e rimuginare sulle mie disgrazie. Se non altro, la sua visita ha interrotto i voli pindarici della mia mente, che avrebbero di certo avuto finali catastrofici.

«Allora, tu non hai sfruttato l'occasione perfetta che ti ho creato con Steve.»

«Esatto.»

«L'hai mandato a casa con il pacco ingombrante fra le gambe.»

«Oh signore, non c'è bisogno di essere così esplicito!»

Lui sorride. «Se avessi voluto essere esplicito, avrei detto che l'hai rimandato a casa a cazzo in...»

Gli tappo la bocca prima che possa finire. «No. Quello è essere volgare, ancora peggio.»

«Denise, non sei una santarella. Nessuno di noi lo è.»

«Certo, ma tu sei giovane e innocente. Non ti guastare prima del tempo.»

«Bene, farò finta di non aver udito quest'ultima idiozia abnorme uscita dalle tue labbra» sentenzia, versandosi del succo di arancia nel bicchiere. «Ora, mi fai riprendere da dove ero rimasto?»

«Prego.»

«Non sei andata fino in fondo con Steve perché tanto sarebbe inutile, dico bene?»

«Proprio così.»

«Quindi, hai saputo che appena finito il campionato se ne andrà in California?»

«L'ho letto sul giornalino della squadra ieri pomeriggio. E grazie tante per non avermelo detto, eh.»

«Avrai notato che io fin da subito ti ho spinta più verso Luca, no? È per questo. Era pure il motivo per il quale a Mutonia non volevo che limonasse con quella bionda fuori di testa. Dovresti puntare su di lui.»

«Sì, l'ho notato, ma Steve è stato più carino e gentile con me fin dall'inizio. È normale che mi sia interessata a lui piuttosto che a Luca.»

«Certo. Non te ne faccio una colpa. Il Berto sembra burbero, ma non lo è davvero. In ogni caso, secondo me il punto della questione è un altro.»

Sospiro. «Sentiamo.»

David si gratta la testa, a disagio. Di rado l'ho visto così in imbarazzo.

«Mi faresti prima un favore?»

«Chiedi, e ti risponderò.»

«Mi accompagni al cimitero?»

Io ammutolisco. Che stupida. Che indelicata. Che idiota. Come ho potuto dimenticarmi?

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