6. Mutonia

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Primo Maggio 2019

A pochi chilometri da Rimini, nel mezzo della campagna romagnola fra Santarcangelo e San Martino, a ridosso del Marecchia che avanza lento fra larghi banchi di ghiaia e sabbia, c'è un parco fenomenale, unico nel suo genere

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A pochi chilometri da Rimini, nel mezzo della campagna romagnola fra Santarcangelo e San Martino, a ridosso del Marecchia che avanza lento fra larghi banchi di ghiaia e sabbia, c'è un parco fenomenale, unico nel suo genere.

Mutonia. La terra dei Mutoid.

Un gruppo di artisti pazzi dalle idee visionarie che ha deciso di vivere un sogno che mescola lo steam punk a una filosofia un po' hippy. Ricavano sculture fenomenali a partire dai rottami di vecchie macchine. Usano la carrozzeria, i pezzi meccanici, i colori e la propria fantasia per dare una nuova vita a relitti abbandonati dalla frenesia moderna, dal consumismo sfrenato e illogico di questi tempi bui.

Vivono ai margini della città, nei pressi di un'ampia radura fra gli alberi vicino al fiume, dentro camper ristrutturati a casette, vecchi autobus senza ruote da mezzo secolo, e baracche di lamiera ondulata.

Mutonia è una micro-favelas di artisti sognatori dispersa a ridosso dei colli romagnoli, a due passi dal mare.

Oggi è il primo maggio, il clima è ideale. Il sole splende nel cielo azzurro, striato di sottili nuvole bianche appena sopra all'orizzonte. Una fila di alberi separa l'area dal fiume. La strada diventa un sentiero sterrato che d'inverno si riempie di fango, ma che con il tepore primaverile si cosparge di tenera erbetta. Come quella che deve aver fumato Dave. Accidenti a lui.

«David mi ha parlato molto di te... Ma ancora non ho capito come mai vi conoscete.»

La voce profonda e calma di Steve fa vibrare qualcosa nel bassoventre delle ragazze. Cioè, io non so se fa a tutte queste effetto. La cosa certa è che per me è così.

«Sono amica di sua sorella» rispondo io.

«È la mia vicina di casa, the girl next door!» dichiara allo stesso momento David, alludendo al famoso film del duemilaquattro, in cui la suddetta ragazza era un'attrice porno.

Cerco di pestargli un piede senza farmi vedere. Lui lo schiva e mi sorride malizioso. Stiamo camminando fra la gente, in mezzo alle sculture della radura. Un robot guerriero costruito con pezzi di carrozzeria di una moto ci fissa spavaldo, con il busto colorato di cobalto acceso e gli arti di grigio metallizzato. Gli occhi sono realizzati con due lampadine, e un buffo pennacchio giallo gli parte dalla sommità della testa squadrata.

Nonostante tutto, Steve ride, mostrando i denti bianchissimi ordinati in file perfette. «A parte che non sei bionda, le somigli pure!»

Io arrossisco. Luca, un passo dietro noi, non sembra molto interessato alla conversazione. È un figo pazzesco, ma niente sembra smuoverlo, a parte la palla a spicchi. Mi ha a malapena salutato. Steve, invece, è al mio fianco dall'inizio. Sento il viso andare in fiamme, e non solo quello.

Lo spiazzo principale di Mutonia si apre davanti a noi. Una discarica artistica tappezzata di opere del tutto simili al robot cobalto che si alternano alle baracche dei residenti. Il più famoso di tutti è Doghead, un pazzo che vive in un autobus senza ruote, autore delle opere più spettacolari, fra cui il toro sputafuoco, che verrà pure acceso più tardi, e un cane androide enorme. A differenza della maggior parte delle sculture, immobili e senza vita seppur superbe, le sue opere sono vere e proprie macchine che usano l'elettricità e pertanto possono muoversi. Anche Andy degli Hormonauts, un famoso musicista, vive qua a Mutonia. Devo tenere gli occhi aperti, se lo noto ci posso scambiare due chiacchiere. Dicono che sia un tipo molto alla mano.

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