15. Tepore estivo

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Giugno 2019

Riemergo dall'acqua con i capelli attaccati sulla fronte, ciocche sparse di filamenti castani resi scuri delle gocce salmastre

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Riemergo dall'acqua con i capelli attaccati sulla fronte, ciocche sparse di filamenti castani resi scuri delle gocce salmastre. La salsedine pizzica leggera sulla pelle del viso, le narici si inebriano del profumo del mare, un vago odore di sale trasportato dalla lieve brezza marina.

La riviera romagnola in tutta la sua vastità si estende a perdita d'occhio verso nord e verso sud, dove il promontorio di Gabicce si nasconde nella foschia all'orizzonte.

Alle tre del pomeriggio del primo sabato di giugno l'estate subentra in maniera ufficiosa alla primavera, portando con sé quel calore che rende piacevole, se non necessario, un tuffo fra le onde spumose dell'Adriatico.

«Allora, sei pronto per gli esami di maturità?»

«E tu sei pronta per la sfida di beach?»

«Perché diavolo rispondi sempre a una domanda con un'altra domanda?»

«È la stessa cosa che hai appena fatto tu, e comunque lo faccio solo quando sussiste una certa condizione.»

Non mi sfugge l'impostazione un po' matematica del suo discorso. A furia di studiare insieme, sono riuscita a fargli entrare i ragionamenti logici in testa. Tuttavia, ora mi ha innescato la curiosità.

«E quale sarebbe questa condizione? Sentiamo.»

«Quando le due domande hanno la medesima risposta.»

Socchiudo gli occhi, e fisso il suo torace magro attraverso le ciglia umide di acqua salata, per poi salire con lo sguardo verso il volto sorridente.

«Sarebbe un "no", allora.»

«Non proprio. Sarebbe un "lo sono se lo sei anche tu". Ci dobbiamo incitare a vicenda, non scoraggiarci, che diamine!»

«Non gioco a beach da una vita, e poi tu conosci tutti, mentre io solo tu e Luca.»

«Che c'entra? Si fa per divertirsi, non c'è mica niente in palio. La birra è comunque gratis per tutti.»

«Non so se berrò, sai. Di solito litigo con chiunque da sbronza.»

«Andiamo Denise, litighi solo con Sabrina e oggi non ci sarà. Voleva venire, sai? Le ho detto che era una festa privata per pochi intimi. Si è inventata che è una grande fan della squadra. Le ho risposto che venire alle ultime due partite in casa non significa essere grandi fan.»

«David, ma chi vuoi prendere in giro? Conoscendoti, immagino piuttosto che tu le abbia detto che sbavare come una lumaca per il giocatore migliore della squadra non l'autorizza a venirci a rompere i maroni in spiaggia.»

«Qualcosa del genere» ammette, e poi si tuffa, scomparendo fra le onde dalla schiuma biancastra, refrigerio soave per la pelle accaldata.

Quando riemerge, scosta con una mano il ciuffo scuro che gli copre appena le sopracciglia. «Comunque, abbiamo noleggiato un bagno intero ed è una festa privata, non può venire a romperci. Dai, usciamo, fra poco si inizia! Non vedo l'ora.»

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