21. Dilazione

740 49 55
                                    

Luglio 2019

È tardi, dovrei andarmene a letto

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

È tardi, dovrei andarmene a letto.

Il cielo notturno tempestato di stelle lucenti si estende fin oltre lo sguardo, lasciando al cuore un po' di pace dopo una giornata travagliata, l'ultima di una serie di noiose e apatiche caselline in un calendario monotono.

In realtà, l'estate romagnola sarebbe bellissima: ci sono i concerti al Beky Bay e al Rock Planet, e mille altre cose da fare ogni notte. Tuttavia, senza di lui è tutto tedioso oltre ogni limite sopportabile.

Sul terrazzo panoramico di Verucchio, un triangolo d'erba ordinata delimitato da un muretto di pietre squadrate a dovere, si gode di una vista incantevole. Sulla sinistra spicca la Rocca Malatestiana, imponente costruzione riconoscibile dalla caratteristica guardiola, sulla quale è incastonato un grande orologio. Sulle colline sottostanti sono ben visibili i puntolini luminosi dei centri abitati che interrompono i campi e i frutteti, e in fondo spicca il mare, una striscia scura illuminata dalle luci della riviera.

Le tre settimane di David a Milano sono quasi finite. Credo che tornerà a breve, ma non so di preciso quando, perché non ci siamo più sentiti.

Nemmeno una volta.

Nonostante sia pentita di ciò che gli ho detto, non ho avuto il coraggio di scrivergli.

È impegnato con il fisioterapista, gli sta facendo fare esercizi per tornare al cento per cento della forma con il ginocchio operato, il menisco rimosso non è proprio uno scherzo. È nelle mani dei migliori, lontano da me, per costruire il suo futuro.

E io? Farò ancora parte di questo suo avvenire?

Mi manca tanto, da star male, da sentirmi venire a meno l'aria, nonostante il tiepido vento che rinfresca la pelle, qui, sulla cima del mondo, con tutta la Romagna ai miei piedi.

Una distesa brulicante di vita e amore, di passione, cultura e storia, di persone oneste e sincere, semplici e accoglienti.

Sono tutte là, fra i puntolini dispersi nell'oscurità della notte. Tutte, tranne una. L'unica di cui mi interessi davvero, l'unica della quale, in fondo, ho a cuore la sorte.

Al diavolo. Mi ha tenuto nascosta una cosa importante, per poi minimizzarla. Ripercorro a fatica tutto lo stesso circolo di pensieri delle ultime settimane, come un aratro che passa per l'ennesima volta sullo stesso solco, ormai divenuto una pista meschina, una cicatrice perenne nelle meningi, una ferita indelebile tra gli anfratti di una mente paranoica.

Devo darci un taglio. Ho lavorato, sono scappata quassù, ho mangiato una piadina, ho passato tutta la sera guardando le stelle sdraiata sulla panchina a piangermi addosso. A mia madre ho detto che avevo bisogno di stare un po' al fresco, che giù in città fa troppo caldo per respirare. Sebbene sia in parte vero, il vero motivo è un altro. Ai genitori si può anche mentire, ma farlo a se stessi non ha alcun senso.

Zero di dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora