Passano mesi. Hogwarts è ormai un ricordo lontano, e oggi dovrebbe esserci la terza prova del Torneo Tremaghi. Dovrebbe. Perché, ovviamente, nostro padre ha deciso che non vale la pena perdere tempo con certe sciocchezze quando si ha un'intera guerra da organizzare.
"Hai fatto un buon lavoro, Lily," si complimenta con me, come se fossi un'impiegata modello che ha appena chiuso un'importante transazione. "Oggi ucciderò Potter." Lo dice con una calma surreale, come se stesse parlando del menu della cena.
Mamma, invece, era ancora a lavoro. E, giusto per mettere le cose in chiaro, ci aveva ordinato di restare a casa. Ma, ovviamente, io e Matheo abbiamo un concetto molto elastico di obbedienza.
"Ho paura per Harry," confesso, e Matheo mi lancia uno sguardo che sembra dire Sul serio? Adesso?. Poi, con un sospiro, propone: "Andiamo a controllare."
Geniale. Proprio quello che farebbero due persone sane di mente: infilarsi volontariamente nella trappola di un pazzo omicida.
Arriviamo al cimitero della villa dove i troviamo un uomo pallido, senza naso—sì, senza naso—e Harry è nascosto dietro una statua. E non una statua qualsiasi: mio nonno. Perché sì, mio nonno è abbastanza importante da meritarsi un monumento, mentre io devo ancora decidere se la mia intera esistenza sia una barzelletta cosmica.
"HARRY!" urlo, perché la discrezione non è mai stata il mio forte.
L'uomo senza naso—che, a quanto pare, è mio padre (ottimo, perché la mia vita non era già abbastanza un disastro)—si volta di scatto verso di me. "Lilibeth! Ti avevo ordinato di restare in casa. Matheo, dovevi tenerla d'occhio!" sbraita.
Oh, certo, perché Matheo è la mia babysitter personale.
"Padre?" chiedo, cercando di capire se il trauma sta distorcendo la mia percezione o se davvero quell'essere inquietante è lo stesso uomo che fino a poco fa beveva tè con noi a cena.
"Dopo aver ucciso i genitori del tuo caro Harry, questo è il mio aspetto," spiega con una tranquillità disarmante. "Ma lo correggo con il veleno di Nagini e varie pozioni."
Ah, beh, allora tutto a posto. Davvero confortante sapere che un po' di alchimia può sistemare una piccola deformazione causata da infanticidi e magia oscura.
"Tornate a casa," ordina, come se la cosa fosse finita lì.
Solo che Harry mi guarda con quegli occhi disperati e sussurra: "Lilibeth, ti prego, aiutami."
E io, ovviamente, perché non sono capace di fare le scelte giuste, corro verso di lui.
Padre mi punta la bacchetta contro. "Ti avevo avvertita che saresti stata punita."
E poi, senza nemmeno darmi il tempo di formulare un insulto adeguato, urla: "CRUCIO!"
Dolore. Puro, straziante, insopportabile dolore. Come se ogni nervo del mio corpo fosse in fiamme.
"Padre, basta!" interviene Matheo, ma Voldemort non sembra interessato ai suoi sentimenti.
"Non ti intromettere o ce ne sarà anche per te, ragazzo," gli risponde, gelido.
E poi, come un'eroina da film che arriva sempre all'ultimo secondo, mamma.
"LILIBETH!" urla, correndo verso di me.
Improvvisamente, il dolore svanisce. Sto ancora tremando, ma almeno riesco a respirare.
"Stavi torturando nostra figlia!" urla mamma, mentre mi aiuta a rialzarmi.
"Elisabeth, non adesso," taglia corto lui, come se la cosa fosse una fastidiosa formalità.
Ma mamma non si lascia intimidire. "No, Tom. Proprio adesso. Io e Lilibeth torneremo a Edimburgo; tu hai chiuso con noi."
E mentre i due si affrontano con lo sguardo, Harry riesce a scappare.
"Mamma... mi fa male la testa," mormoro, cercando di non crollare del tutto.
Mamma mi accarezza i capelli con dolcezza. "Non preoccuparti, piccola. Torneremo alla nostra vecchia vita. Ti iscriverò di nuovo nella scuola babbana."
Scuola babbana? No grazie.
"Mamma, no. Non voglio tornare a Edimburgo," protesto.
Mamma mi guarda con aria severa. "Abbiamo venduto la casa... Possiamo stare solo qui o a casa nostra, a Edimburgo."
E poi, incredibilmente, Voldemort—il tizio che mi ha appena torturata—decide di provare a fare il padre amorevole. "Elisabeth, ti prometto che non farò nulla a nostra figlia."
Mamma lo guarda con l'espressione di chi ha sentito una promessa del genere almeno un milione di volte. "Tom, ogni volta che mi prometti qualcosa, finisce che io scappo."
Lui beve qualcosa e puff! torna alla sua versione più presentabile.
Alla fine, rimaniamo. Perché, con tutta la mia vita già a pezzi, tornare a una scuola babbana non era proprio in cima alla lista delle mie ambizioni.
Nostro padre si scusa per avermi Cruciata... sì, certo, perché un "scusa" sistema tutto.
Ora ha l'aspetto di un mostro, quindi prende una pozione Polisucco ogni giorno, il che è sia ironico che tragicamente patetico. Nel frattempo, Silente decide che la cosa più prudente è tenerci lontani da Hogwarts per un po', visto che nostro padre ha ucciso uno studente. Dettagli.
La mia relazione con Matheo? Decidiamo di fare i fratelli, il che significa niente più sesso occasionale per gestire lo stress. Molto sano. Mamma sembra quasi felice, io sistemo la mia camera e, come bonus, ogni domenica pranziamo dai nonni. Che idillio.
E proprio mentre penso che la mia vita stia finalmente prendendo una piega più normale, Voldemort decide di rovinarmi la serata.
"Ho pensato che è il momento che anche tu, Lilibeth, diventi una Mangiamorte, proprio come tuo fratello."
Ah. Bene. Lo sapevo che era troppo bello per durare.
Fisso mio padre con espressione impassibile. "Non voglio eseguire i tuoi ordini, quindi declino l'offerta."
Lui sorride—o almeno ci prova, con quel viso deformato. "Domani farò evadere i Mangiamorte da Azkaban. E loro prendono ordini solo da me... e da chi li comanderà in futuro."
"Ah. Quindi non io. Bene." Prendo un sorso d'acqua. "Posso aiutarti in qualche missione, ma onestamente? Non me ne frega niente dei tuoi ideali razzisti."
"Lily, papà voleva dire che gli piacerebbe, ma se tu non vuoi non c'è nessun problema," interviene mamma, cercando di fare da paciere.
"Sì, sì, vincerò comunque," taglia corto lui, con la modestia che lo contraddistingue.
Matheo sembra incuriosito. "Domani tornerà anche mia madre e il signor Lestrange?"
"Sì, Matheo. Ma tu rimarrai qui, ho diversi incarichi per te."
E con questo, la serata si chiude.
Domani incontrerò i Mangiamorte. Oh, fantastico. Sono sicura che mi adoreranno.
O forse mi vorranno morta. Vedremo.

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Riddle's: stepbrother
Fanfiction2°Riddle's: the stepbrother Dopo la fuga di Elisabeth Smith lei vive la sua vita da insegnante con la figlia di Tom Riddle nascondendola dal mondo magico e dai mangiamorte. Quando non potrà fare a meno di mandarla a Hogwarts, Lilibeth, incontrerà M...