18

183 2 0
                                        

Quando il preside apre la porta, la sorpresa è quasi fisica. Mamma è lì, in piedi accanto a un'altra donna che indossa manette, come se fosse un trofeo da esibire. Entrambi ci guardiamo, io e Matheo, senza riuscire a credere ai nostri occhi. "Mamma?" chiediamo all'unisono, la voce di Matheo che tradisce una leggera incredulità. La donna con le manette sembra fuori posto, ma immagino che non ci sia nulla di troppo straordinario in una madre che porta con sé un'amica in manette.

"Ti avevo avvertita, Lilibeth," dice mamma con un tono glaciale, puntandomi contro il dito come se fosse l'arma di un giudice. "Fammi chiamare un'altra volta dalla scuola e sarai in punizione. E stavolta non sarà come le altre."

"Mi si è rotto un'unghia!" protesto, tentando di sembrare il più innocente possibile, anche se il sarcasmo è palese nella mia voce.

"Non mi importa!" urla lei, ignorando completamente il mio dramma esistenziale. "Sei in punizione!"

"Ma sono già in punizione!" le ricordo, cercando di non farle notare quanto stia trovando divertente la situazione, ma il mio sarcasmo è palpabile.

"Signora Riddle, si calmi," interviene Silente con la sua calma inimitabile, quasi come se ci trovassimo a un tè e non nel suo ufficio con una madre furiosa e una prigioniera. "Non vi ho chiamate per vostra figlia. La ragazza, per quanto intelligente, si concentra su cose futili, ma sarà lei a decidere il suo destino. E nessuno può imporle nulla," dice con una calma disarmante. Mamma mi lancia uno sguardo che potrebbe tranquillamente uccidermi sul posto. Ma non è finita. "Vi ho convocati per parlare di Tom Riddle."

"Ma Tom non ha attaccato nessuno," risponde mamma, la sua voce che ormai suona più come una giustificazione che una verità.

"Questo lo so," risponde Silente con un sorriso enigmatico, "ma so anche che Harry Potter è in pericolo, e sapere che la figlia di Lord Voldemort lo frequenta mi inquieta. Quando l'hai difeso da Draco Malfoy..."

Io non posso fare a meno di intervenire. "Io voglio solo farmi degli amici," dico, cercando di sembrare innocente, ma con un tono che tradisce ben altro. "E poi, Harry è solo Harry, non vedo il problema."

"Certamente," dice Silente, annuendo con comprensione, ma è chiaro che non sta credendo a una sola parola. "Voglio rassicurarvi, potete scegliere da che parte stare. E nessuno sarà espulso per le loro inclinazioni personali," continua, riferendosi a me e Matheo. "Per ora."

Mamma lancia un'occhiata omicida a Silente, ma non dice nulla. "Professor Silente, se Lilibeth dovesse dare ancora qualche problema, la prego di informarmi," dice con voce gelida.

"Certamente," risponde Silente, la sua calma imperturbabile. "Potete tornare a casa. Lei, signora Lestrange, sarà scortata nuovamente ad Azkaban," dice, con un tono che non lascia spazio a discussioni.

Quando finalmente usciamo dall'ufficio, ci dirigiamo verso la nostra stanza. I corridoi sono pieni, ma il caos all'esterno sembra non toccarci mentre aspettiamo che le cose si calmino.

"Senti," chiedo a Matheo, appena siamo dentro la nostra stanza. "Pensi che Silente sappia qualcosa?"

"Su cosa?" mi chiede lui, confuso ma con un'aria tranquilla, come se avesse già deciso che qualsiasi cosa fosse successa sarebbe stata sotto controllo.

"Su di te. Su di noi. Sul fatto che io sto cercando di farmi amica Harry solo per nostro padre. E tu... lo sai, tu sei un Mangiamorte, quindi..." dico, sospirando, ma il sarcasmo che mi scivola dalle labbra è inconfondibile.

Matheo sorride con un sorriso che sembra più un sussurro di segreti. "Silente è furbo, ma ti ricordo che ha assunto uno di noi," risponde tranquillamente. "E non sa di nessun Mangiamorte qui a Hogwarts. Siamo a posto."

"Spero che vada tutto bene," dico, abbracciandolo. "A volte mi sembra che tutto stia per esplodere."

Lui mi abbraccia più forte. "Tutto andrà bene," dice con un tono che suona come una promessa, ma è anche carico di consapevolezza. "Ora, però, preparati per l'appuntamento con Harry."

Mi alzo per dirigermi verso il mio armadio, frugando tra i vestiti. Dopo qualche momento, trovo una minigonna in pelle nera e un top bianco arricciato con dei fiocchetti ai lati. "Perfetto," mormoro tra me e me, guardandomi allo specchio.

Quando Matheo mi vede, però, la sua espressione cambia. "Non esci così con Potter," dice, quasi scandalizzato.

"Perché no?" chiedo, girandomi verso di lui e guardandomi allo specchio con un sorriso che tradisce il mio intento. "Mi sembra un buon outfit."

"Te l'ho già detto," risponde ridendo. "Non devi portartelo a letto. Ma, insomma, non è mai troppo presto per iniziare a conquistarlo, giusto?"

"Non voglio portarlo a letto," rispondo, ridendo anche io, mentre mi infilo gli stivali. "Ma devo comunque conquistarlo. Ora vado," dico, dandogli un bacio sulla guancia prima di uscire dalla stanza.

Mi sento come una guerriera pronta a combattere una battaglia che ancora non so come finirà, ma una cosa è certa: nulla sarà come prima. E Harry Potter non ha idea di quello che lo aspetta.

Riddle's: stepbrotherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora