Buon pomeriggio!
Come già anticipato, ecco qui un nuovo capitolo! Si tratta di capitoli un po' più lenti ma indispensabili ai fini della completezza della storia, per questo non voglio che passi troppo tempo tra le loro pubblicazioni così da non dovermeli trascinare per settimane. Venerdì ne posterò un altro con un POV interessante e che, senza reale motivo, mi è piaciuto parecchio scrivere, quindi non vedo l'ora di condividerlo con voi! Intanto, però, vi lascio a questo qui :)
Un bacio e buona lettura! x
***
La totale assenza di finestre ed il fatto che non avessi chiuso occhio neanche un secondo, furono i motivi principali per cui, quando delle voci ovattate ed il rumore meccanico di un cancello che veniva aperto e poi subito richiuso interruppero il silenzio, mi fu impossibile capire se fossero passati pochi minuti oppure ore intere da quando mi avevano rinchiusa in quella cella. Pochi minuti dopo, però, un vassoio con su del cibo venne fatto scivolare attraverso lo sportello nella parte inferiore della porta blindata, allora immaginai che dovesse ormai essere mattina.
Mi colpì in quel momento la realizzazione che non toccassi cibo da forse più di ventiquattro ore, eppure, mentre osservavo il vassoio appena consegnato, non provai la minima voglia o necessità di alzarmi per poter dare un morso alla fetta di toast o bere qualunque cosa ci fosse all'interno del bicchiere di carta chiuso con un coperchio; invece, rimanere distesa su quella brandina posizionata in un angolo della cella mi sembrò un'idea molto più allettante. Nei mesi precedenti avevo fatto l'abitudine a dormire su letti scomodi e, talvolta, senza un cuscino o con le molle del materasso che lasciavano segni sulla schiena, quindi quella nuova sistemazione non era in fondo neanche così terribile.
Se me lo avessero chiesto non avrei saputo dire con certezza a cosa avessi pensato in quelle ore, rannicchiata, per lo più del tutto immobile, su quel materasso talmente sottile da permettermi di percepire ogni singolo filo di ferro della rete sottostante. Un po' forse avevo realizzato di trovarmi, di fatto, in una cella della CIA, cosa che neanche sfruttando la mia più fervida immaginazione avrei mai potuto prevedere. Un po' avevo pensato ai miei genitori, al fatto che mi mancassero da morire e che mi sentissi terribilmente in colpa per lo stato di agitazione ed ansia perenne nei quali li avevo costretti negli ultimi mesi; mi ero anche domandata cosa avrebbero pensato se avessero saputo dove mi trovavo in quel momento, se magari fossero rimasti delusi da me per il fatto che fossi riuscita a finire nell'unico posto dal quale avevano provato a tenermi lontana dal momento in cui avevano, senza la minima esitazione, deciso di accogliermi nella loro famiglia per crescermi come se fossero i miei genitori biologici. Avevo pensato anche a Freesia e a ciò che aveva rivelato appena il giorno precedente, a tutto quello che aveva dovuto affrontare completamente sola fin dall'adolescenza e al terrore che doveva costantemente provare per il fatto che ogni suo più piccolo errore o anche un misero passo falso potessero costare la vita delle due persone che più amava al mondo.
Avevo poi, inevitabilmente, pensato ad Harry. Mentre gli altri pensieri avevano avuto un principio ed una fine, lui era stato un pensiero costante che, a tratti, avevo cercato di mettere via, ma che era di tanto in tanto diventato così prepotente da piantarsi saldamente nella testa e diventare soffocante. Mi ero chiesta dove fosse, se ce l'avesse con me per aver agito alle sue spalle e se, dopo la rabbia iniziale, avesse magari riconsiderato quel piano ed avesse capito che era sul serio l'unica possibilità che avevamo di fare qualcosa; mi ero chiesta se, dovunque fosse, stesse provando a fuggire per venire da me o se invece stesse provando a sfruttare quella situazione per recuperare informazioni o agire in qualunque altro modo. Soprattutto, però, il pensiero che mi aveva tormentata più di qualunque altro era stato il fatto che se gli fosse successo qualcosa, io non l'avrei neanche saputo.
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Under Pressure
FanfictionSEQUEL DI UNDERCOVER Il mondo di Primrose Atwood è già stato messo totalmente a soqquadro una volta, quando si è improvvisamente trovata a fare i conti con segreti più grandi di lei, verità rimaste sepolte per decenni e certezze di una vita crollate...