Buonasera!
Avevo intenzione di pubblicare decisamente molto prima, ma sono riuscita a correggere il capitolo solo ora (l'ho fatto anche abbastanza velocemente, quindi perdonate eventuali errori) e quindi ho ritardato un po'. Però, eccolo qui!
Mi è piaciuto particolarmente scrivere questo capitolo, infatti è lungo più di 9000 parole e ci ho messo meno di due settimane a completarlo ahahah sarà forse che c'è un po' di tutto (non preciso nulla per evitare spoiler) o che ci sono un paio di cosette piuttosto importanti, ma credo sia diventato, per il momento, il mio preferito. Spero piaccia anche a voi, ovviamente!
Un bacio e a presto, buona lettura :) x
***
Avrei forse dovuto sapere fin da quando avevo acconsentito al meno vino che Harry aveva proposto che non sarei riuscita a tener fede alla parola data.
A mia discolpa, non ero stata io, tra i due, a richiedere altre due bottiglie alla tavola calda dell'albergo quando quella che avevamo comprato quel pomeriggio era terminata mentre ancora cenavamo con dei cibi pronti sul letto della nostra camera, quindi, in fondo, si poteva dire che fossi solo parzialmente colpevole.
Nonostante però avessi tra le mani ormai l'ennesimo bicchiere di vino, non mi sentivo ancora ubriaca. Sarà stato che per quanto quelle bottiglie erano costate dovevano contenere più acqua che alcool, ma mentre ero seduta sulle coperte a gambe incrociate, poco distante dalle lunghe gambe di Harry che, poggiato alla testiera del letto, aveva rinunciato al bicchiere da diverso tempo e beveva ormai direttamente dalla bottiglia, gli unici effetti che al momento esse avevano avuto su di me erano stati il rendermi un po' più allegra del normale e l'eliminare definitivamente ogni freno che la mia lingua poteva ancora possedere.
Era infatti ormai qualche ora che eravamo semplicemente seduti lì a parlare di tutto e di niente, spaziando da argomenti più seri come le nostre idee riguardo il mondo e ciò che vi accadeva, fino ad arrivare a quelli più superficiali come il fatto che i film che aveva visto in tutta la sua vita potevano contarsi sulle dita di due mani - e, soprattutto, che tra questi non ci fosse nessun film di Natale, cosa per cui avevo espresso la mia indignazione per buoni dieci minuti.
Non avrei quindi neanche saputo dire come, ma ad un certo punto avevamo tirato fuori un argomento di cui non avevamo decisamente mai parlato e che, da completamente sobri, ero certa non avremmo affrontato ancora per molto, molto, tempo.
«A me piacerebbe, un giorno. Avere figli, intendo,» dissi, abbastanza certa di essere arrivata a fare quella confessione piuttosto di punto in bianco. «Due sarebbe il mio numero perfetto, ma se fossero di più non mi dispiacerebbe.»
Harry non sembrò particolarmente scioccato o messo a disagio dalle mie parole, il che mi suggerì che, forse, il vino un po' di effetto su entrambi lo avesse avuto.
«Tu hai due gemelle,» affermò semplicemente, prendendo un sorso dalla bottiglia prima di rivolgermi un sorriso pigro e domandare «quante sono le possibilità che tu abbia dei gemelli?»
«Non ne ho idea, ho paura di fare una ricerca su Google.»
«Perché?»
«Perché non voglio dei gemelli, e soprattutto non tre,» risposi con una smorfia, «sarebbe già difficile abituarsi ad un solo neonato, pensa più di uno contemporaneamente.»
«Però raggiungeresti il tuo numero perfetto con una sola gravidanza ed avresti a che fare con pappette, cacca e vomito una sola volta,» rilanciò, con una chiara punta di divertimento nella voce, «secondo me non sarebbe un'alternativa così terribile.»
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Under Pressure
FanfictionSEQUEL DI UNDERCOVER Il mondo di Primrose Atwood è già stato messo totalmente a soqquadro una volta, quando si è improvvisamente trovata a fare i conti con segreti più grandi di lei, verità rimaste sepolte per decenni e certezze di una vita crollate...