Capitolo 5

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Buon pomeriggio!

So che è passato un po' più di tempo dallo scorso aggiornamento, però in fondo l'altro è arrivato con anticipo quindi, alla fine, ho solo riportato l'equilibrio ahahah

Ho però forse intenzione di aggiornare di nuovo un po' prima del solito, la prossima settimana, dipende da quanto riesco a scrivere in questi giorni e se riesco a terminare il capitolo che sto scrivendo ora! Vi terrò, come sempre, aggiornati tramite Twitter e Ask.

In ogni caso, per il momento spero che questo vi piaccia e che stiate facendo buone vacanze.

Un bacio e buona lettura! :) x

PS: perdonate eventuali errori, ho corretto velocemente ahahah

***

HARRY'S POV:

Le mie mattine seguivano ormai uno schema ben preciso: mi svegliavo prima che il sole sorgesse, mi vestivo velocemente e lasciavo l'appartamento con il resto dei presenti che ancora dormiva per recarmi al parco, al quale passavo almeno un paio d'ore tra corsa ed esercizio fisico; per quando rientravo, poi, Louis aveva solitamente già preso posizione dietro il computer e Claire era andata a lavoro, mentre Prim talvolta dormiva, talvolta era intenta a preparare la colazione.

Avere una routine - per quanto banale - da seguire mi piaceva, perché mi dava un senso di stabilità e sicurezza di cui, soprattutto in quel periodo, avevo particolarmente bisogno. Tuttavia quel mattino, mentre sbattevo le palpebre alle prime luci che cominciavano ad illuminare fiocamente la stanza attraverso la finestra lasciata aperta la sera prima, mi resi subito conto che seguire la mia solita tabella di marcia sarebbe stato un po' più difficile del normale.

I miei occhi cominciarono a mettere a fuoco per bene ogni dettaglio solo dopo diversi secondi e, non appena ebbero ristabilito la mia vista normale, vennero attratti praticamente come una calamita dalla ragazza al mio fianco: nonostante questo succedesse comunque tutte le mattine, la differenza fu che, osservandola mentre dormiva pacificamente, flashback della sera prima m'invasero la mente come un fiume in piena facendomi venir voglia di rimanere in quel letto per il resto della giornata.

Prim era distesa su un fianco con il viso rivolto nella mia direzione, il suo corpo rannicchiato e parzialmente nascosto dal leggero lenzuolo; i capelli lunghi formavano disegni astratti sul cuscino alle sue spalle, un pugno era chiuso delicatamente accanto al suo viso e le labbra erano leggermente corrugate in un'espressione quasi imbronciata che mi divertì osservare. Pensare che, appena poche ore prima, avessi finalmente avuto di nuovo la possibilità di sentire quelle stesse labbra contro le mie, il suo sapore nella mia bocca e le sue mani sulla mia pelle e tra i miei capelli, mi provocava ancora leggeri e piacevoli brividi lungo la schiena: in quel momento avevo creduto che quell'euforia quasi eccessiva fosse dovuta al mio stato alterato, ma il fatto che fosse presente anche allora mi suggerì che, fatto o no, sbronzo o sobrio, l'effetto che aveva su di me era sempre esattamente lo stesso.

Non appena, la sera prima, eravamo rientrati in casa, si era lasciata cadere sul divano letto ed aveva impiegato giusto un paio di secondi ad addormentarsi, quasi come una bambola a cui si scaricano improvvisamente le batterie: quando l'avevo raggiunta poco dopo, il materasso che si abbassava sotto il mio peso le aveva fatto recuperare quel poco di coscienza necessaria per rotolare fino al mio lato del letto e stringersi al mio fianco, posizione che, a causa del caldo, durante la notte aveva ad un certo punto abbandonato. Era ora lì distesa, ancora immersa in un sonno profondo, e l'unica cosa che avrei voluto fare sarebbe stata rimanere lì ad osservarla fin quando non si fosse svegliata, ma la porta della camera da letto si aprì catturando la mia attenzione e, per fortuna, facendo crollare i miei intenti decisamente un po' inquietanti.

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