Capitolo 17

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Buonasera!

Mi scuso per il ritardo nell'aggiornamento, ma nelle scorse settimane ho avuto una specie di blocco che in realtà blocco non era (una volta che decidevo di scrivere riuscivo a farlo, era la voglia di cominciare a farlo che mancava ahahah) e quindi ho finito il capitolo praticamente poco fa. In ogni caso, in tempo per il nuovo anno, no? Consideratelo il mio regalo di Natale posticipato!

Ne approfitto anche per farvi gli auguri di buon anno! Spero che il 2019 vi porti tanta felicità e che riusciate a realizzare tutto quello che vi prefiggerete domani (non credo tanto ai buoni propositi, ma alla forza di volontà sì ahahah). Il 2018 per me è stato un buon anno in parte anche grazie a tutti voi ed al vostro continuo supporto ed affetto, per il quale sono sempre immensamente grata!

Spero che passiate una bella serata con famiglia o amici e che beviate in modo responsabile (non guidate in stato di ebbrezza e non spoilerate ai vostri amici le storie che scrivete come ho fatto io lo scorso anno con Undercover, ve lo ricorderanno per il resto della vostra vita!).

Un bacio e buon 2019! :) x

***

HARRY'S POV:

In Iowa, a novembre, il clima era rigido, piovoso e la densa nebbia che si formava durante la notte si dissolveva del tutto solo in tarda mattinata, rendendo i primi raggi di sole opachi e l'atmosfera cupa; neanche la neve caduta durante la notte, la quale creava un sottile velo bianco su alberi, strade ed edifici al di fuori di quella camera di motel, riusciva a rendere il paesaggio meno sinistro, ma, al contrario, sembrava solo renderlo ancora più tetro di quanto già non fosse.

«Sicura di non voler venire?»

Prim non era mai stata una grande amante del freddo o degli ambienti spenti ed isolati, motivo per cui, con una tazza di caffè bollente tra le mani ed una pesante coperta avvolta intorno al corpo minuto, era seduta davanti alla finestra ad osservare il paesaggio all'esterno senza alcuna apparente intenzione di muoversi a breve. La mia domanda, però, riuscì a catturare la sua attenzione, infatti ruotò lentamente sulla sedia girevole fin quando i suoi occhi chiari non incrociarono i miei.

«No, fa troppo freddo per me,» confermò arricciando il naso, osservandomi con fare un po' incredulo ed un po', forse, terrorizzato mentre, seduto sul bordo del letto, allacciavo le scarpe da ginnastica ai piedi.

«Passi mesi a dirmi di voler uscire ad ogni occasione che hai, ma quando sono io a proportelo mi dici di no?»

«Devo ricordarti che sono cresciuta in un posto in cui in pieno inverno c'è un clima che da queste parti considererebbero totalmente estivo?»

Non potendo sul serio contraddirla, semplicemente sorrisi e scossi la testa mentre mi alzavo in piedi, infilando una maglia in lycra e, sopra di essa, una felpa pesante.

«Dovresti essere entusiasta di vedere la neve, visto che dove vivi non c'è mai.»

«Lo sono,» affermò come se fosse ovvio, «mi sono seduta davanti alla finestra proprio per poterla guardare rimanendo al caldo in questa camera.»

Emisi una piccola risata mentre finivo di sistemarmi, poi, una volta pronto, andai verso di lei e le scossi i capelli con una mano.

«Faccio una breve corsa qui intorno e rientro,» la informai, sfilandole la tazza dalle mani per fare un sorso prima di restituirgliela, «non fare niente di stupido.»

«Non ho alcuna intenzione di muovermi da questa posizione.»

Le sorrisi ancora prima di chinarmi per premere un bacio sulle sue labbra dal sapore di caffè, indugiando quel poco che bastava per darle il tempo di sfilare una mano dalla tazza per poggiarla sulla mia guancia e, di conseguenza, farmi quasi mandare al diavolo l'allenamento per rimanere lì con lei. Prima però di lasciarmi convincere del tutto, mi riallontanai con un leggero schiocco ed indietreggiai verso la porta della camera.

Under PressureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora