Capitolo 24

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Buonasera!

Questa volta c'è una ragione per il ritardo nell'aggiornamento, ed è che sia questo che il prossimo capitolo sono piuttosto importanti ed avevo bisogno di scriverli con calma per non tralasciare niente. Ho anche voluto scriverli entrambi prima di pubblicare, quindi il capitolo 25 è praticamente quasi finito e dovrei riuscire a pubblicarlo entro massimo le prossime due settimane (non prima perché non è proprio del tutto finito ahahah).

Già mi aspetto che molte cose non vi saranno chiare perché dovreste ricordarvi tutto quello che è stato fatto e detto sia in Undercover che in Under Pressure e so che, a meno che non avete letto entrambe da poco, questo è abbastanza improbabile, quindi se dopo aver letto avete domande fatele pure! Ovviamente vi consiglierei di aspettare anche il prossimo capitolo per avere un'idea più chiara dell'intera faccenda, visto che non tutto viene spiegato in questo capitolo, ma se volete chiarimenti riguardo qualcosa che viene detto ora (o volete fare ipotesi) io sono qui (o su Ask) ad ascoltarvi e rispondervi :)

Spero, in tutto questo, che stiate facendo delle buone vacanze! Un bacio e buona lettura :) x

***

«Freesia.»

Il tono con cui io pronunciai quel nome risultò molto meno sbalordito di quello che Harry aveva utilizzato appena qualche secondo prima. Trovarmi di fronte un volto familiare proprio in quel momento, infatti, mi diede una profonda sensazione di sollievo che, anche se per poco, riuscì rapidamente a sovrastare la confusione.

Non vedevo la mia gemella da più di un anno e mezzo, ormai, precisamente da quel giorno in aeroporto in cui, con una grossa felpa addosso ed un cappuccio sulla testa per camuffare la sua apparenza, mi aveva dato un biglietto con su scritto il suo numero di telefono; nonostante non lo avessi mai utilizzato per paura di disturbarla nel bel mezzo di una missione o di farla preoccupare al pensiero che mi stesse succedendo qualcosa, era stata lei stessa a mettersi in contatto con me di tanto in tanto fino ad appena qualche mese prima. Averla lì di fronte in carne ed ossa era, tuttavia, tutt'altra storia.

Quando allora lo shock iniziale cominciò piano piano a svanire, sentii i miei muscoli tesi rilassarsi ed un piccolo sorriso nascere sulle mie labbra. Istintivamente feci per alzarmi dalla mia posizione accovacciata al suolo per poterle andare incontro, ma fu allora che sollevò nuovamente la pistola, stavolta puntandola esattamente nella mia direzione, ed il sorriso svanì alla stessa velocità con cui il sangue mi si raggelò ancora nelle vene.

«Non ti muovere,» praticamente ringhiò mentre Harry mi stringeva nuovamente il braccio, riportandomi prontamente dietro la sua schiena, «vi avevo detto di andar via.»

Quell'affermazione mi confuse ancora di più, ma il tono esasperato con cui pronunciò quelle parole mi prese alla sprovvista. Che diavolo stava succedendo?

«Metti giù la pistola,» la incoraggiò Harry in modo decisamente più paziente rispetto a poco prima, avendo evidentemente capito che ci fosse qualcosa che non andava, «parliamo con calma.»

La breve risata secca che lasciò le labbra della ragazza mi fece quasi paura.

«Non possiamo parlare con calma,» replicò con fare frenetico, guardandosi rapidamente intorno, «non c'è nessuna calma, dovevate andar via e basta. Ve l'avevo detto che stavano arrivando.»

«Chi sta arrivando?» domandò ancora il ragazzo, stavolta in modo insistente e, molto probabilmente, spaventato mentre lanciava un'occhiata ai due uomini senza vita poco distanti da Freesia. «Ce ne sono altri?»

Freesia scosse lentamente la testa, e fu allora che i suoi occhi verdi divennero più lucidi a causa delle lacrime che li inumidirono mentre, con voce appena più alta di un sussurro, diceva «non posso aiutarvi, ora.»

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