Capitolo 6

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RICCARDO

Stavamo andando a casa sua con la mia moto,lei mi cingeva con le cosce e teneva le braccia allacciate attorno alla mia vita. Ad un certo punto accelerai perché volevo che si stringesse ancora di più a me e fortunatamente - o sfortunatamente - per me lo fece,solo che a quel punto c'era un problema,i pantaloni sul davanti cominciavano a starmi stretti.
Ero talmente eccitato che non capivo più nulla e quasi mi dimenticai la strada che mi aveva spiegato lei prima per arrivare a casa sua.
"Concentrati cretino. Non sei un ragazzino di tredici anni,che dorme per la prima volta con una ragazza e che ha gli ormoni a mille. Con tutte quelle che ti sei fatto da qualche anno a questa parte dovresti saperti contenere un po' di più" mi dissi e così cercai di pensare a qualcos'altro che non fosse lei avvinghiata a me,che nel frattempo aveva anche appoggiato la sua adorabile testolina intelligente alla mia schiena. Che poi,che razza di parole mi mettevo a usare? Adorabile testolina intelligente? "Ma ti sei rincoglionito sul serio Riccardo?"

Non ci mettemmo molto ad arrivare a casa sua. Non stavo più nella pelle,volevo entrare in casa,vedere camera sua,il suo letto: se era grande o piccolo. Volevo osservare tutto per bene,per capire come era lei,cosa le piaceva. Che musica ascoltava. Mi ero proprio fissato,era diventata come una droga,lei era la MIA droga.

MATILDE

Entrammo in casa. Ero troppo,e sottolineo TROPPO nervosa,anche se probabilmente lui nemmeno se ne era accorto quanto era curioso ed occupato a guardarsi intorno. Che stava facendo? Si stava memorizzando ogni minimo dettaglio di casa mia? CHE PERSONA STRANA.
Poi feci caso ad una cosa,ero si nervosa per quello che sarebbe potuto accadere quel pomeriggio con lui però mi resi conto che con lui ero sempre più a mio agio. Nel senso che,adesso riuscivo a parlargli tranquillamente,non mi incantavo più ogni volta che lo vedevo,nonostante fosse ancora la cosa più bella che potessi vedere ad ogni ora del giorno. Ero proprio pazza,e mi stavo innamorando di un emerito coglione che probabilmente non avrebbe fatto altro che prendermi per il culo e farmi soffrire.

Andammo su in camera,e lo vidi fare un sorriso furbo quando i suoi occhi si soffermarono sul mio letto. Cosa aveva di speciale? Era un letto. Si,era un bellissimo e morbidissimo lettone a due piazze,ma pur sempre un letto con delle lenzuola azzurre mare,esattamente come i suoi occhi. Non ci avevo mai pensato fino ad allora.
Poi lo vidi riprendersi e sussurrare fra se "Ric,non ci pensare",poi si rivolse a me "insomma,ci mettiamo a lavoro?"
"Tu non mangi? Certo,a guardarti sembri uno 'mangio poco e vado molte volte alla settimana in palestra',ma qualcosa dovrai pur metterti nello stomaco. Altrimenti non riuscirai nemmeno a concentrarti"
"Ti ringrazio per il complimento,vedo che mi hai osservato bene,ma comunque ti informo che non hai del tutto ragione. Faccio molto sport si,vado spesso in palestra e gioco a calcio,ma mangio anche quanto un bue se mi ci metto"
"Mmm..bene! Quindi cosa mangiamo?"
"Cucini te bambolina?"
"Non amo particolarmente cucinare,ma per questa volta faremo un eccezione" e così gli preparai un pranzo coi fiocchi,anche se non troppo salutare.

"Io ti sposo!" Aveva gli occhi quasi a cuoricino.
"Non esagerare,cretino"
"No fidati,sei bellissima,sexy e provocante da morire,simpatica,intelligente e cucini da Dio,te lo ripeto 'io ti sposo'!"
Probabilmente non si era nemmeno reso conto di quello che aveva detto perché quando lo guardai,lui diventò paonazzo e subito dopo calò un silenzio imbarazzante.

Quando ci mettemmo a fare la ricerca dimenticammo immediatamente il discorso di poco prima. Eravamo una coppia affiatata almeno nel campo lavorativo,magari lo fossimo stati anche in amore. Peccato che lui non conoscesse l'amore,non avesse la minima idea di cosa fosse,e il fatto che io stessi per conoscerlo con lui mi faceva incazzare,perché sapevo che non sarei mai stata ricambiata e che quindi non l'avrei mai conosciuto fino in fondo.
Studiammo ininterrottamente fino alle 17:40,mi sembrava un ragazzo intelligente,non capivo come fosse riuscito a bocciare. Non era esattamente un secchione,questo no,però vedevo che con un po' d'imprgno e con qualcuno che lo spronava riusciva a ottenere risultati straordinari.
Come mai fosse bocciato l'anno prima l'avrei scoperto un giorno,glielo avrei chiesto,ma in questo momento non era importante,così mi alzai e gli dissi "Ehi,io vado a prendere un succo di frutta,perché ad una certa ora,dopo che è tutto il pomeriggio che faccio i compiti e studio comincio a deconcentrarmi. Tu vuoi niente?"
"Se hai un succo di frutta anche per me,lo prenderei volentieri"
"Si,certo" e così andai a prendere i succhi di frutta.

Ci mettemmo un po' a parlare,e ridemmo parecchio. Ad un certo punto però,l'atmosfera cambiò e si fece più intensa. Alzai la testa e con gli occhi incontrai i suoi. Dentro di me cominciai a tremare,o forse anche fuori,non lo so. Il cuore mi batteva a mille,e avevo un rimescolio nello stomaco indescrivibile,che in confronto le farfalle non erano niente.
Mi mise le mani a coppa sulle guance e lo vidi avvicinarsi a me sempre di più,non interruppe mai un attimo il contatto fra i nostri corpi e non abbandonò mai il mio sguardo,finché le nostre bocche si sfiorarono,per un attimo. Poi si allontanò leggermente per guardarmi di nuovo,forse in cerca di un qualche segno di approvazione da parte mia,o forse perché si aspettava che lo rifiutassi,ma io non feci nulla.
Mi passò la lingua sulle labbra e vedendo che io rimanevo li,ferma,cominciò a baciarmi.

RICCARDO

Quando avevo sfiorato le mie labbra con le sue,mi aspettavo che si allontanasse,ma dato che non l'aveva fatto l'avevo provocata passandole la lingua sulle labbra. Lei ancora era rimasta lì e così avevo iniziato dolcemente a baciarla. Aveva un sapore paradisiaco,e un profumo buonissimo. Mi sentivo come se non avessi più potuto fare a meno di lei da quel momento,dei suoi baci,delle sue carezze,della sua pelle,del suo profumo,dei suoi sorrisi,di tutto. Ma quello cos'era? Non poteva essere amore,NON POTEVA. Io non potevo innamorarmi,insomma ero RICCARDO BIANCHI.
Schiusi le sue labbra e mi addentrai con la lingua dentro la sua bocca. L'intensità del bacio aumentò sempre di più e esso si fece sempre più bollente.
Ci ritrovammo sul suo letto,io sopra di lei,che le baciavo la bocca,il collo e cominciai a toglierle la maglia,quando lei mi fermò
"No,no aspetta,non possiamo. Io non posso. Mi dispiace,forse è meglio se siamo solo amici"
"Si giusto,scusami te" giusto per chi? Per te forse,per me no. Non puoi farmi questo proprio ora,che cominciavo a pensare all'idea di poter stare con qualcuna.
"Non sei stato tu. Siamo stati entrambi"
"Ho iniziato io comunque. Adesso è meglio se vado a casa,ci vediamo domani. Ciao Matilde" e andai a casa.

Dimmi che vuoi stare con me. (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora