Capitolo 30

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Ero in bagno a finire di truccarmi quando mi sentii avvolgere la vita da dietro e vidi Riccardo riflesso nello specchio.
Mi baciò un orecchio e poi scese giù sul collo.
I suoi baci mi fecero rabbrividire così smisi di truccarmi e mi rigirai nelle sue braccia fino a trovarmi occhi negli occhi con lui.
"Sei ancora più bella la mattina dopo aver fatto l'amore"
Arrossii e gli balbettai un grazie infilando la testa nell'incavo del suo collo.
"Non devi vergognarti quando ti faccio i complimenti,mai. Sono sempre veri quindi devi ringraziarmi e basta"
"Va bene,grazie"
Rialzai la testa e gli stampai un bacio veloce sulle labbra,per poi rigirarmi verso lo specchio e finire di mettermi il mascara.
Lui rinsaldò la presa attorno a me e poggiò la testa sopra la mia
"Come ti senti?"
"Bene. Un po' indolenzita ma sto benissimo"
"Anche io sto benissimo. Ieri sera ero nervoso tanto quanto te sai?"
"Perché?"
"Non lo so. Avevo paura di farti male,poi fare l'amore con te è stato un po' come fare sesso per la prima volta. Avevo paura di non essere all'altezza,che tu ti saresti pentita. Non ti sei pentita vero?"
"No. Non mi sono pentita e lo rifarei di nuovo per tutta la vita"
"Oh,fidati piccola. Lo rifaremo tante tante volte. Tutte le volte che tu vorrai"
"O che tu vorrai"
Poi lo baciai con passione.

Poco dopo scendemmo giù e andammo a scuola in moto.

Una volta arrivati a scuola salutammo gli amici di Riccardo e poi andammo dritti dentro scuola.
Io naturalmente mi guadagnai le solite occhiatacce dalle ragazze ma oramai ci avevo fatto l'abitudine.

In classe c'erano due ragazze nuove accanto alla cattedra del professore,si assomigliavano come lineamenti ma non abbastanza da essere sorelle.
"Saranno cugine" pensai.

La professoressa di inglese le presentò,disse che venivano da Milano.
Si chiamavano Sofia e Monica Marcucci e come avevo ipotizzato io erano cugine da parte di padre.
Erano entrambe due belle ragazze: Sofia era non tanto alta,capelli castani e occhi verdi,mentre Monica era un po' più alta,capelli castani chiari e occhi marroni.
La professoressa ci disse anche che quel giorno avremmo cambiato posti.
Fui separata da Sara e mi ritrovai accanto Monica. Sembrava piuttosto simpatica ed ero felice che mi fosse capitata lei piuttosto che una delle galline della classe.
Sara e Federico furono messi accanto,e al posto di quest'ultimo la professoressa ci fece sedere Sofia.
Sapevo che non dovevo preoccuparmi ma lei non sapeva della relazione fra me e Riccardo e gli lanciava occhiate piuttosto insistenti.
Come al solito il mio ragazzo senza fare nulla attraeva tutte come una calamita,anche se non potevo biasimarle visto che anche io avevo fatto lo stesso.
Ero caduta ai suoi piedi come una cretina,anche se almeno adesso ero una cretina felice.
Mi presentai sia a Monica,sia a Sofia e Riccardo fece lo stesso.

Erano entrambe molto simpatiche e durante le ore di lezione notai che il mio ragazzo e la sua compagna di banco entrarono subito in confidenza.
Per non fare la ragazza gelosa e non stare a rosicarmi dalla gelosia per le restanti due ore decisi di mettermi a scambiare due parole con la ragazza accanto a me.
Dovevo ascolta il professore - questo lo sapevo - ma quel giorno non ne avevo per niente voglia.
"Allora? Racconta qualcosa di te" le chiesi
"Niente di speciale. Una vita normalissima. Zero amori in vista anche se entrando a scuola ho visto un ragazzo molto carino che dovrebbe avere più o meno la nostra età. Chissà se lo rivedrò"
"Penso di si. La nostra non è una scuola molto grande"
"Speriamo. Tu invece qualche ragazzo che ti piace? Ragazzo?"
"Fidanzata con il coglione qua dietro"
Lei si girò per qualche secondo,per dare un occhiata e poi guardò nuovamente me.
"Mica male. Te lo sei scelto bene"
Io le sorrisi.
"Beh,si. Lui è bellissimo,dolce,simpatico. Al momento tutto ciò che potrei desiderare"
"Però? Sento che c'è un però"
"Già. Però non è facile. Litighiamo e poi ogni giorno devo sorbirmi le occhiate fulminanti delle ragazze e stare a guardarle mentre ci provano,nell'attesa che un giorno lui si stufi e invece di rifiutarle e dirgli che sta con me,mi lasci"
"Di questa cosa ne hai parlato con lui? Dovrebbe saperlo. E poi a giudicare da come ti sta guardando in questo momento non penso proprio che ti lascerebbe,sai? E comunque litigate come tutte le coppie"
"Quando queste cose sono gli altri a dirmele me ne convinco,ma poi a volte ho paura. Comunque grazie"
"Di niente. Spero che diventeremo amiche"
"Certo,anche io. Anzi,cosa ne dici di andare tutte insieme al parco oggi pomeriggio? Per domani non ci sono compiti,ne niente da studiare. Così vi faccio conoscere la mia amica Sara"
"Mi sembra un'ottima idea"

All'uscita di scuola Riccardo aveva ricevuto una telefonata ed era diventato nervoso.
"Amore io devo andare,non posso accompagnarti a casa"
"Tranquillo. Dove devi"
"Scusa. Devo scappare. Stasera passo da te" disse e senza nemmeno farmi finire la frase andò via.

Il pomeriggio uscii con le ragazze e fu una giornata splendida.
Me lo sentivo che saremmo diventate molto amiche.
Ad un certo punto trovammo Edoardo,che venne ad abbracciarmi.
"Ciao Edo. Loro sono Sofia e Monica" le presentai "ragazze lui è Edoardo,il mio migliore amico"
Edoardo guardò prima Sofia,ma poi il suo sguardo ricadde su Monica.
Le fece uno di quei super sorrisi che solo a lui riuscivano e lei arrossì.
Parlammo per cinque minuti poi però lui dovette scappare.
Una volta che era andato via Monica si avvicinò a lui e mi disse "Mati,il ragazzo di questa mattina,quello bello,era lui"
"Edoardo?"
"Si. E non ci posso credere che sia il tuo migliore amico"
"Oddio. Io non posso credere che sia lui. Comunque credo che l'interesse sia reciproco"
"Io non credo di potergli piacere"
"Perché? Sei una bellissima ragazza,e poi l'hai visto come ti guardava e come ti ha sorriso? Non lo fa con tutte"
E con quelle parole poi ci salutammo.

La sera dopo cena ricevetti un messaggio da Riccardo - il quale non avevo sentito per tutto il giorno - che mi diceva che non sarebbe potuto venire da me.
Lo chiamai per sapere se era tutto apposto perché non potevamo parlare per sms.
"Si tesoro,tutto apposto"
"Ma dove sei stato?"
"Amore sono stanco. Ho bisogno di andare a dormire. Ci vediamo domani mattina,ti passo a prendere"
"Okay" riattaccai.
Aveva ignorato di nuovo la mia domanda,ma per quella volta decisi di non dargli troppo peso e andai a dormire.

Dimmi che vuoi stare con me. (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora