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La botola si aprì ancora una volta, ma invece di Eunnun, il viso angelico e sorridente di Hyunjin sbucò dal soffitto per poi scendere le scale accompagnato dalla colazione sostanziosa.
<Buongiorno Y/n dormito bene?> sorrise poggiando il vassoio sul tavolo.
<Liberami Hyunjin! Ti prego ho bisigno del mio Alpha.> piagnucolò Y/n.
<Non posso farlo.> tenne il suo sorriso, sembrava dolce ma iniziava ad essere inquietante per i gusti di Y/n che iniziò di nuovo a piangere.
<Perché no?> singhiozzò tenendo il piumone stretto al petto.
<Perché non riesco a lasciarti andare via.> sussurrò ma Y/n poté sentirlo. Sgranò gli occhi e cercò di allontanarsi dall'Alpha che di sedette sul materasso.
<Vattene Hyunjin... Vattene o inizio ad urlare!> ringhiò questa volta. L'altro scoppiò a ridere.
<Pensi davvero che ti sentano? Tesoro sei praticamente sotto terra e i rumori delle auto e dei cani del canile non lasceranno sentire nulla.> rise ancora e Y/n si fece di nuovo piccola piccola. <Mangia, non lo fai da tre giorni, non costringemi ad imboccarti piccola Omega.> sorrise divertito.
<Vaffanculo!> ringhiò e i suoi occhi divennero improvvisamente rossi.
<Che paura.> ride di nuovo Hyunjin. <Mangia ho detto e non farmi perdere la pazienza.> ringhiò. L'altra si alzò di scatto nel tentativo di scappare ma la catena la si tirò per via dell'Alpha e questa cadde a terra con un tonfo.
<LASCIAMI.> urlò quando l'Alpha dai lunghi capelli biondi le saltò addosso tenendola bloccata al suolo.
Non c'era molto da combattere, il corpo di Hyunjin era molto più grosso e forte di quello di Y/n ma questa continuò a combattere e a urlare nel tentativo di liberarsi.
<Chiudi quella cazzo di bocca!> ringhiò Hyunjin ma questo non la zittì.
Stanco di sentirla urlare, le tirò un forte schiaffo sul viso. Y/n si stordì dalla forte botta e sentì la guancia bruciare e pulsare.
<Molto meglio piccola Omega.> le mani dell'Alpha raggiunsero velocemente i suoi fianchi stringendoli appena. <È da quando sei un cucciolo che sapevo... Sapevo che mi appartenevi infondo.> sussurrò al suo orecchio, una volta che si piegò su di lei, leccandole il lobo sensualmente.
Y/n era ancora stordita ma al contatto con la lingua calda e umida dell'altro, si disgustò. Calde lacrime scesero dai suoi occhi quando sentì le mani dell'altro infilarsi sotto la maglia lentamente ed accarezzare la sua candida pelle calda e morbida.
<Sei dimagrita molto piccola Omega, riesco a sentire le tue ossa ovunque.>
L'altra rimase ferma, immobile e rigida come se si fosse trasformata in una bambola, non mostrava alcun segno oltre alle lacrime che non si fermavano a cadere dai suoi occhi e finire sul pavimento bagnandolo.
Le mani di Hyunjin salirono fino al suo petto, alzando così la maglia e mostrando il suo busto nudo. Y/n vide i suoi occhi brillare dall'eccitazione e la sua lingua passarsi sulle labbra nel desiderio di assaggiarla. Ma l'Omega trovò tutto questo rivoltante, sentiva lo stomaco contorcersi e la nausea pizzicarle la gola, doveva combattere ma il panico la costrinse a stare ferma e a pregare che tutto quello fosse un incubo.
Chiuse gli occhi quando vide l'Alpha abbassarsi per lasciare una scia di baci dolci sul suo ventre mentre saliva verso i seni. Cercava di non avere conati di vomito, le labbra erano morbide ma non erano quelle del suo Alpha. Christopher non lo avrebbe mai fatto contro la sua volontà.
<Ti piace vero?> mormorò con il viso tra i suoi seni, era intento a leccare quella parte.
<M-mi fa-i sch-ifo.> la sua voce tremò per il pianto ma l'Alpha non fece una piega.
Le sue mani erano concentrate a stringere e tirare quanto bastava i suoi seni mentre le labbra avevano raggiunto il suo collo per morderlo e succhiare alcuni lembi di pelle. Y/n non fece nulla, rimase con gli occhi chiusi, cercò di respirare con la bocca perché l'odore di legno, così vicino iniziava davvero a farle girare la testa per non avere conati.
<Non sei marchiata dal tuo adorato Alpha, non dirmi che sei ancora vergine.> rise sarcastico quando l'altro si staccò dal suo collo per mettersi seduto alla meglio tra le sue gambe ora divaricate.
Y/n non si accorse nemmeno che l'altro glie le aveva aperte con poca grazia, aprì gli occhi quando non sentì più le mani sul suo petto, infatti l'altro stava tentando di abbassarle i pantaloni larghi quando la figura di Eunnun comparve dietro di lui. Il suo sguardo era indecifrabile, aveva una ciotola di vetro tra le mani e si avvicinava lentamente alle spalle del suo Alpha abbassava i pantanoli dell'Omega maggiore. Y/n le stava chiedendo aiuto con gli occhi la l'altra aveva lo sguardo concentrato sul ragazzo.
Hyunjin alzò la testa per guardare Y/n e subito si accorse dell'odore di cannella della sua Omega, si girò lentamente verso di lei ma tutto quel che vide furono i suoi occhi dorati poi nero.

Minho e Changbin stavano perlustrando una zona vicina a dove avevano trovato il vestito di Y/n, non sentivano il suo odore ma Minho non si arrese.
Changbin tentava il più possibile di aiutare i due amici, così come la polizia e Jisung. Felix a differenza degli altri iniziava ad avere i sintomi tipici di una gravidanza ovvero nausee, vomiti e mal di schiena, non riusciva a stare per più di due ore all'impiedi che doveva mettersi seduto. Il Dottor Jeon aveva detto che i suoi malori erano dovuti al suo utero troppo piccolo quindi tendeva ad appoggiarsi alla sua spina dorsale ed in più era rimasto incinto con le contrazioni il che gli procuravano dolori sotto la pancia.
Changbin stava vicino al suo compagno il più possibile ma quando non c'era, Jisung prendeva il suo posto volentieri, aiutando il suo amico nelle faccende di casa e nello studio. Felix non aveva rinunciato al diploma nonostante la difficoltà voleva ancora entrare in una buona università come il suo compagno ma aveva temporaneamente abbandonato la scuola per la gravidanza inaspettata.
<Stiamo girando a vuoto Min..> si fermò Changbin quando ritornarono nuovamente sul posto in cui era stato trovato il vestito.
<No... Ho sentito in lontananza i-il suo odore.. È vicina.> disse piano, il tono basso e pacato. Era l'ottava volta nel giro di un'ora che ripeteva quella frase, come una cantilena ad un ubriaco.
Minho non era più lo stesso, mangiava poco, aveva momentaneamente preso un sostituto al lavoro, non dormiva quasi per niente e la maggior parte del tempo la passava a casa di Christopher.
Si era ripromesso di proteggere sua sorella minore, l'aveva rinchiusa alla Abbey per saperla al sicuro in una scuola femminile dove era cresciuta sua madre. Aveva accettato che il suo compagno fosse Christopher, che l'adottasse invece di ritornare da lui. La separazione con Y/n lo rese così arrabbiato da lasciargli un ricordo orribile l'ultima volta che si sono visti eppure lui non aveva mai pensato quelle cose. Rivoleva sua sorella e avrebbe fatto di tutto per riprendersela.
Jisung cercava di aiutarlo quelle rare volte che si vedevano, solitamente lo mandava da Felix per aiutarlo ogni qual volta che Changbin era con lui.
<Dovresti andare a casa Min, farti una doccia ed una bella dormita con il tuo compagno.> sospirò il corvino fermandolo l'ennessima volta di fronte a quell'albero.
<Siamo vi-> Changbin gli prese con forza entrambe le spalle iniziando a scuoterlo.
<SMETTILA MINHO! Renditi conto che stiamo girando a vuoto da tre giorni, ripeti la stessa frase ogni volta ma siamo al punto di partenza ogni volta. Dannazione Minho ti stai rovinando.> ringhiò e i suoi occhi rossi rivelarono la sua frustrazione.
<Ma lei è-> venne interrotto da una mano delicata che si posava sul suo braccio. Si girò di scatto e si ritrovò il suo compagno di fronte. Occhi rossi e lucidi erano l'unica cosa colorata del suo volto bianco.
<Min torniamo a casa.. Abbiamo cercato ma qui non c'è nulla.> il tono dolce era quasi una preghiera.
Minho in quel momento si riscosse ed abbassò la testa poggiandola su quella di Jisung che lo strinse in un abbraccio.
<Non voglio che le succeda nulla Jisung.> mormorò con un singhiozzo.
<Non le succederà nulla, Y/n non si fa piegare così facilmente.> cercò di non far tremare la sua voce.
Jisung e Changbin si scambiarono una lunga occhiata prima che l'Alpha li lasciasse soli e andare a casa dal suo compagno.
<Torniamo a casa Min, hai fatto molto ma ora è meglio che lasciamo tutto in mano all'agente Kim.> gli alzò dolcemente il viso per poi baciarlo a fior di labbra.
<Andiamo a casa.> sussurrò Minho prendendolo per mano e finalmente si decise di ritornare a casa e alla sua vecchia vita, con la speranza di ritrovare la sua piccola Omega.

Omega XY - Bang Chan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora