Cap. 2 - La Stella della Profezia

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LA STELLA DELLA PROFEZIA






La pupilla dell'occhio destro di Galaeth brillava di fronte alle fiamme danzanti.

L'uomo davanti al braciere si trovava al centro di una camera non molto grande, decorata con quadri e antiche pergamene affis­se alle pa­reti, alle quali erano addossate alte pile di libri ed enci­clopedie di consi­derevole spessore. Pagine di appunti strappati restavano sul tappeto in­daco e consumato che copriva il pavimento scuro.

Il crepitio della legna ardente attirò l'attenzione di Galaeth, facendo­gli spalancare gli occhi.

Aveva cinquant'anni, eppure non mostrava alcun segno di vecchiaia, nessuna ruga, nessun indice di affaticamento.

Solo le palpebre erano leggermente più chiuse del solito, lievi e gri­gie oc­chiaie si notavano sotto le cavità oculari. Arricciò il naso e acuì l'udito, cercando di distinguere dei rumori provenienti da fuori; si grat­tò il mento, strofinandosi la corta barba scura, a tratti bianca. Poi si voltò, si diresse verso la porta e la parte inferiore della tunica rossastra svolazzò.

La porta era spessa, in legno ro­busto e con rinforzi in metallo. Ven­ne aperta pian piano e cigo­lò, rivelando sull'uscio un uomo molto più giovane di Galaeth.

L'arrivato non era molto alto ed era di costituzione esile. Sollevò il cappuccio rosso che gli co­priva il volto e alzò lo sguardo verso Galaeth, il quale ricambiò con aria interrogativa.

«Signore, è richiesta la vostra presenza nella Sala Circola­re per un consiglio straordinario, vi prego di seguirmi», disse il giovane con un tono apparentemente tranquillo.

«Conosco la strada, Jef... non c'è bisogno che tu mi faccia da guida», rispose Galaeth con voce fredda e annoiata. «Riferisci agli altri che arri­verò il prima possibile!»

Il giovane annuì e si allontanò rapido, poi Galaeth lo osservò sparire dalla propria visuale e il rumore dei suoi passi si tramutò gradualmente in silen­zio.

Galaeth lo seguì.

Erano tante le voci che si udivano nella Sala Circolare: da mol­ti se­coli quello era il luogo in cui prendevano vita le più accese e importanti discussioni.

Le alte pareti erano affrescate con dipinti che ritraevano antichi miti e leggende di­menticate. Al centro della Sala, vi era un grande tavolo rettangolare attorno al quale vi potevano trovar posto tredici persone. A capo­tavola sedeva il Maestro, colui che mediava le argomentazioni trattate.

Quando Galaeth prese il proprio posto a capotavola, il vociare dei pre­senti scemò fino a svanire.

«Cosa porta i membri del consiglio a emanare il permesso per una riunione straordinaria, tenendo all'oscuro di quest'iniziativa il vostro stesso Maestro

Galaeth guardava con occhio freddo e punitore ogni singolo presen­te.

A quel punto, Jef si alzò e prese parola con aria intimorita: «Mae­stro, la Stella della Profezia è apparsa. Sembra che la leggen­da dica il vero. Si dice che la Stella Profe­tica marchierà colui che tornerà a bran­dire la luce ristabilendo l'equilibrio degli elementi e ponendo fine al male che cercherà rifu­gio nel potere assoluto.»

Galaeth continuò a fissare Jef con un'aria mista di sbigotti­mento, in­credulità e mistero; poi guardò negli occhi ogni singolo membro del concilio, in attesa di commenti che non sarebbero mai arrivati. «Ebbene, dopo ottocento anni è giunto il momento di assegnare ad Arald un nuovo padrone?», disse con gli occhi piantati su un enor­me arazzo appeso a una parete. «Amir e Kanda si occuperanno di trovare il prescelto dalla Stella, mentre voi altri organizzerete la miglior acco­glienza possibile per l'ospite. Io mi prodigherò affin­ché tutto vada per il meglio», proseguì subito dopo.

Viktor (Il Ciclo della Rinascita, Vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora