Cap. 12 - Il prezzo della libertà

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IL PREZZO DELLA LIBERTÀ







Gabriel osservava Selene riporre il libro sulle creature anti­che all'in­terno della bisaccia, che avrebbe portato con sé al mona­stero.

«Credo lo abbiano già», constatò il giovane con una smorfia.

«Lo credo anch'io, ma la prudenza non è mai troppa... e poi evitere­mo di perdere ulteriore tempo per cercarlo. First come ha preso l'idea della partenza?»

«L'ho persuaso con facilità. Nonostante fosse preoccupato per la scarpinata fin sulla montagna, spera profondamente di sco­prire qual­siasi cosa che possa fargli comprendere ciò che sta acca­dendo. Per quanto riguarda il campo... beh, non sarà un problema: per anni ha fat­to tutto da solo, figurarsi se non lo fa in una situazione simile. Dobbia­mo solo sperare che gli Anziani ci permettano di restare.»

«Non credo avranno nulla in contrario, come ti ho già detto ieri», puntualizzò Selene, convinta che tutto sarebbe andato a buon fine.

«Lo spero, altrimenti avremo soltanto sottratto un paio di utili brac­cia a mio padre», constatò l'altro, con ironia.

«Hai preparato i tuoi bagagli, invece di star qui a perdere tem­po?!», lo stuzzicò Selene.

«Ovviamente, non mi avrai mica confuso con quello scapestra­to di mio fratello? Guarda dove ci ha portati.»

«Beh, non ha scelto lui che accadesse tutto questo.»

Quando Selene fu pronta, i due uscirono dall'abitazione e si diresse­ro verso quella di Gabriel, dove li attendeva First.

Il sole pomeridiano illuminava l'intero villaggio e molte perso­ne pas­seggiavano per la piazza di Lezhen intente a chiacchierare del più e del meno; dei bambi­ni si rincorrevano sorridenti, pervasi dalla spensie­ratezza infantile che Selene rimembrò con rammarico e nostal­gia.

L'aria era fresca, pulita e impregnata degli odori dell'erba e dei fiori nei prati.

Giunti in casa, mentre Selene at­tendeva con First nella cucina, Ga­briel prese dalla sua camera il proprio bagaglio.

Selene notò che il compagno aveva preso un arco e un paio di dozzi­ne di frecce, raggruppate in una faretra in legno: avrebbe usato il suo passatempo per cacciare e procurarsi del cibo durante il viaggio.

«Gabriel pratica il tiro con l'arco da quand'era molto piccolo e, no­nostante negli ultimi tempi non abbia più molto tempo per mantenersi in allenamento, resta un buon tiratore», commentò First.

I saluti durarono poco e, una volta accertatisi di avere tutto il neces­sario, i due viaggiatori partirono.

Il duo si lasciò inghiottire tra le chiome degli al­beri dei boschetti at­torno ai campi, in direzione delle montagne ai confini di Mirthya.

Il fruscio dell'erba accompagnava i passi felpati dei ragazzi, che non dissero una parola per molto tempo, intenti a rimuginare sugli eventi degli ultimi giorni.

«Stai bene?», domandò Gabriel, rompendo l'egemonia del silenzio.

Selene gli rivolse uno sguardo accigliato prima di rispondere: «Per­ché, non dovrei?»

«Non so, ho acconsentito a partire ignorando il fatto che tu sia tor­nata da poco da un viaggio che non è stato proprio il massimo e mi chie­devo se magari...»

«Gabriel, ho preso io l'iniziativa di recarci dagli Anziani», lo inter­ruppe. «Inoltre sai che, se anche fossi stata al culmine della stanchezza, sa­rei partita comunque se ciò avesse contribuito a scoprire dove si tro­va tuo fratello. Preoccupati meno!», concluse Selene ri­volgendogli un sorriso affettuoso.

Viktor (Il Ciclo della Rinascita, Vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora