IL MONASTERO DEGLI ANZIANI
Il cielo era molto scuro, nonostante fossero solo le prime ore del pomeriggio.
Il muro di nubi grigie tentava di celare la luce del sole, e il vento continuava a imperversare, sebbene con minore impeto.
«Dovremmo proseguire adesso che il vento ci permette di respirare», osservò Gabriel.
«Sì», rispose Selene mentre si alzava e si toglieva il lenzuolo di dosso. I denti le battevano dal freddo.
Gabriel le offrì il suo aiuto durante la traversata nel vento, ma lei gli assicurò di potercela fare da sola.
Quando la via si fece meno ostica capirono di essere finalmente prossimi a uscire dalla bufera.
Proseguivano ormai inerti, estenuati dal viaggio così duro che sembrava non finire, e scorgere una grossa chiazza scura nella coltre di nebbia davanti a loro fu come bere un infuso curativo.
Continuarono verso la grande sagoma, oltre il velo bianco, fino alla zona di montagna non più martoriata dalle correnti d'aria.
Selene fece subito notare al compagno di viaggio quanto tempo dovevano aver viaggiato, indicando il cielo. Mostrava le sfumature del tramonto.
«Abbiamo camminato per almeno due ore... credevo meno», realizzò Gabriel.
«Se vuoi puoi sempre rientrare nella bufera e farti un altro giro», ironizzò Selene.
Di fronte a loro, notarono il terreno culminare in un pendio che sporgeva sull'oceano. Lì, si ergeva un grande castello.
Ripresero a camminare, respirando l'aria che mai, prima d'ora, avevano avuto modo di inspirare così pura.
L'edificio constava di mura di cinta che sorvegliavano un'alta torre, e formavano un quadrilatero ai cui vertici erano presenti quattro torrette di vedetta più basse.
Quando furono più vicini, poterono prendere nota delle grosse pietre nere e lisce, non perfettamente regolari, che erano state sistemate con maestria una sull'altra.
Un grande portone di ferro scuro, incastonato nelle mura di cinta, trasmetteva un forte senso di maestosità.
Una fila di arcieri sbucò dal retro dei merli, puntando le frecce contro gli stranieri.
«Veniamo in pace!», urlò Gabriel. «Siamo qui per chiedere udienza agli Anziani.»
Selene si fece più vicina al ragazzo, le parole strozzate in gola per lo spavento.
«Cosa vi ha spinto a raggiungere questa vetta e attraversare la bufera?», chiese una voce autoritaria e rauca.
«Cerchiamo un mio amico... nient'altro che il fratello del mio compagno di viaggio», rispose Selene quando ebbe ripreso il controllo.
Le sagome nere in cima alle mura rimasero immobili per un po', prima di distogliere la mira dai ragazzi e sparire.
Il forte stridio del ferro riecheggiò tra le montagne quando l'ingresso venne spalancato.
Una figura avvolta in un mantello verde si fece avanti, la sua sagoma che si ingrandiva a ogni passo.
Selene riconobbe subito i tratti insoliti.
La faccia era poco più stretta e lunga di una persona qualunque, la sua pelle era liscia e non presentava alcun segno di barba in viso; le orecchie, perfettamente simmetriche, culminavano a punta. Era un elfo.
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Viktor (Il Ciclo della Rinascita, Vol. 1)
FantasíaRegno di Mirthya, Ciclo dell'Oblio. Le otto divinità, detentrici del potere degli elementi, crearono il mondo e le razze per condividere con loro la vita. Il tradimento di una di queste peró, scatena una guerra che coinvolge ogni essere vivente. È u...